TRENTO, dai nostri inviati al Festival dello Sport Marco Corradi e Federico Sanzovo

Una famiglia vincente, una dinastia che parte da Giorgio Cagnotto e viene sublimata dalla figlia Tania, che ora si appresta a tornare in gara col sogno-Tokyo 2020: i Cagnotto si sono raccontati durante il Festival dello Sport, ed ecco i punti salienti dell’evento che li ha coinvolti, e ha concluso il Festival dello Sport. 

FESTIVAL DELLO SPORT: LA FANTASTICA STORIA DELLA FAMIGLIA-CAGNOTTO

Il Festival dello Sport è stato scandito dai record e dalle belle storie: in questi tre giorni abbiamo visto tanti campioni avvicendarsi sui palchi delle varie località che hanno ospitato gli eventi a Trento, e ci sono state raccontate tantissime storie di sport. Solo nella giornata di domenica, ci siamo cimentati con la leggenda di Federica Pellegrini, con quella della Ferrari (parlando con Arrivabene), con la generazione irripetibile del tennis (rappresentata da Schiavone e Vinci) e con una famiglia da record. Il percorso di Giorgio e Tania Cagnotto è di per sè un record, visto che attraversa epoche e momenti differenti della storia sportiva: si parte da Giorgio, pioniere dei tuffi italiani con Klaus Dibiasi che ha disputato la prima Olimpiade a Tokyo 1964, e si arriva a Tania, ufficialmente ritirata dopo Rio 2016 e dopo lo storico bronzo olimpico, ma pronta a ripartire con un sogno chiamato Tokyo 2020. Giorgio ha dato il via alla ”dinastia”, conquistando due medaglie olimpiche a Monaco 1972 e Montreal 1976, Tania l’ha raggiunto e superato con una carriera da record: è stata la prima tuffatrice italiana capace di conquistare una finale mondiale, e di ottenere prima una medaglia a livello intercontinentale e poi il tanto atteso oro. Ha sfatato il tabù-Olimpiadi a Rio 2016, e vanta statistiche fantastiche: 20 ori e 29 medaglie complessive agli Europei (8 ori consecutivi nel sincro con Francesca Dallapé), 10 medaglie mondiali (oro a Kazan 2015, ma anche tre argenti e sei bronzi) e due a cinque cerchi: a Rio ha conquistato l’argento nel sincro da 3m con la Dallapé (dopo due argenti mondiali) e il bronzo individuale. Un’atleta leggendaria, che si è raccontata sul palco del Teatro Sociale di Trento, e ha raccontato anche il sogno che l’ha spinta a rimettersi in gioco.

LA CARRIERA, L’AMICIZIA CON LA DALLAPÉ E IL SOGNO-TOKYO 2020: TANIA CAGNOTTO SI RACCONTA

Il racconto di Tania Cagnotto inizia in modo soft, con papà Giorgio che spiega le difficoltà del dover allenare la propria figlia (”A volte la vedevo stravolta e allora la facevo smettere: un tecnico non dovrebbe fare così, ma primeggiava il papà”) e qualche litigata ”mitigata” dalla mamma di Tania, e poi diventa dirompente. Si parte dalle origini, e da quella Cagnotto che inizialmente non avrebbe dovuto vivere tra piattaforme e trampolini: ”I miei genitori mi spingevano a praticare altri sport: ho provato lo sci, ma soffrivo troppo il freddo della montagna, mentre a tennis non ero per niente brava. Il mio posto era in piscina, mi divertivo e si sono arresi: i tuffi sono diventati la mia vita, prima dalla piattaforma e poi dal trampolino”. Una vita non facile, visto che Tania Cagnotto si è ritrovata a fronteggiare le mostruose cinesi, e a vivere qualche delusione di troppo: ha partecipato a cinque Olimpiadi, partendo da Sydney 2000 per chiudere a Rio 2016 col bronzo, e a Londra 2012 aveva perso la medaglia (chiudendo quarta) per pochi centesimi.

Tania racconta come sia stata proprio la delusione londinese a darle una dimensione nuova, fondamentale per sfatare il tabù olimpico e per vincere l’oro mondiale di Kazan: ”Dopo Londra ho passato un quadriennio bellissimo, e ho ottenuto quei risultati anche perchè mi sono imposta di vivere lo sport con meno apprensione. Mi sono rilassata, ho limitato le pressioni esterne e vissuto meglio il mio sport, e i risultati sono arrivati: i Mondiali di Barcellona hanno rappresentato un nuovo inizio, a Kazan ho vinto un fantastico oro e poi è arrivata la grande soddisfazione di Rio 2016”. La medaglia individuale, preceduta però da quell’argento nel sincro con Francesca Dallapé, un risultato che è andato a premiare un duo affiatato e indissolubile, caratterizzato dalla sincera amicizia tra le due. Per spiegare meglio questo legame, sale sul palco anche Francesca, che ormai è un membro adottivo della famiglia Cagnotto: Viviamo i tuffi sincronizzati assieme dal 2007, e ormai viviamo quasi in simbiosi. Inizialmente avevamo iniziato a lavorare assieme per la vicinanza geografica, dato che io sono di Trento e Tania è di Bolzano, ma ci siamo subito trovate bene e siamo diventate inseparabili in piscina e grandi amiche fuori: ci alleniamo in modo simile, è stato molto facile dare vita all’accoppiata che tutti avete conosciuto”.

Un’accoppiata che ora vive un sogno a cinque cerchi: Francesca Dallapé si era fermata subito dopo Rio perchè sarebbe diventata mamma con la nascita di Ludovica, Tania l’ha seguita un anno dopo col ritiro, la gara-show e una maternità che ha dato vita alla piccola Maya: le due hanno vissuto la maternità con pochi mesi di scarto, e qualche mese dopo la nascita di Maya è iniziato il pressing di Francesca, che ha chiesto alla Cagnotto di riconsiderare il ritiro. Perchè non tornare a gareggiare assieme nel sincro a Tokyo 2020? È questa la grande idea che frulla nella mente delle due atlete, nata proprio dal forcing della Dallapé, come racconta Tania: ”Francesca mi ha tartassato di messaggi, e la sua determinazione, unita al rientro nel mondo dei tuffi da voce tecnica per la Rai, mi ha spinto a riconsiderare il ritiro. Ho iniziato ad allenarmi col mio preparatore atletico qualche giorno fa, e tra qualche settimana tornerò a tuffarmi per capire come muovermi da qui in poi: il sogno è quello di tentare la qualificazione a Tokyo 2020 nel sincro, ovviamente con Francesca (che ha già ricominciato a tuffarsi, ndr). La prospettiva di arrivare alle Olimpiadi con il duo ”delle mamme” è molto stimolante, e tornare ad allenarmi mi ha dato una grande gioia. Non porterò via del tempo a Maya e anzi, sono convinta che l’allenamento possa rendermi ancor più serena”. Insomma, Tania Cagnotto e Francesca Dallapé stanno lavorando seriamente al grande ritorno della coppia più forte dei tuffi italiani: riusciranno a realizzare il loro sogno olimpico? Lo scopriremo presto, ma intanto Tania deve fare i conti con lo scetticismo di papà Giorgio, che le aveva sconsigliato di tornare a gareggiare.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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