Nella serata di ieri si sono concluse le semifinali della Louis Vuitton Cup, anticamera dell’America’s Cup vera e propria: avanzano New Zealand e Artemis, autore di una rimonta epica. Da stasera la finalissima, che determinerà la sfidante di Oracle per il trofeo.

America's Cup 2017

Il duello tra Artemis e Team New Zealand, che si riproporrà nella finale della Louis Vuitton Cup

AMERICA’S CUP 2017: TEAM NEW ZEALAND E ARTEMIS SI SFIDERANNO NELLA FINALE DELLA LOUIS VUITTON CUP, ORACLE ATTENDE

Emirates Team New Zealand contro Land Rover BAR, Artemis Racing contro Softbank Team Japan: il doppio round robin dell’America’s Cup aveva stabilito queste due semifinali per la Louis Vuitton Cup, il torneo degli sfidanti che andrà a determinare l’avversaria di Oracle nella finalissima per il trofeo detenuto dagli statunitensi, fautori della vela dei catamarani (mentre NZL riporterebbe tutto com’era), e non sono mancate le emozioni nelle due sfide che si sono dipanate dal 4 giugno alla serata di ieri, con una giornata di pausa (8 giugno) a causa dell’eccessivo vento. Da un lato, una sfida scontata, quella tra i neozelandesi e i britannici, dall’altro un’autentica battaglia all’ultimo colpo, che ha portato a un comeback che entrerà nella storia, e finirà col demolire l’immagine di Dean Barker, condottiero dei giapponesi: partiamo proprio da questa sfida, che vede l’ex skipper di Team New Zealand subire un’altra rimonta. Nel 2013 Oracle sconfisse 9-8 Barker dopo essere stata sotto 8-1, ora invece è Artemis Racing ad avere ragione di Softbank Team Japan con un fantastico recupero: fino a giovedì, infatti, i nipponici erano avanti 3-1, salvo poi venire ribaltati da Nathan Outteridge (oro a Londra 2012 e argento a Rio 2016 nel 49er) in una sola giornata. Ieri si partiva dal 4-3, e la tattica dello skipper degli svedesi, ”giustizieri” di Oracle nel round robin, è stata encomiabile: vittoria per 13”, ottenuta bloccando Barker nella virata e prendendo poi vantaggio.

Artemis vince 5-3, e raggiunge Emirates Team New Zealand nella finale della Louis Vuitton Cup: i neozelandesi, infatti, avevano sbrigato con una certa rapidità la pratica Land Rover BAR, scelta con cura proprio per la fragilità della barca guidata da Ben Ainslie, che infatti non si smentisce e dimostra subito delle evidenti difficoltà. Nella prima giornata di gare, i neozelandesi, che hanno la barca più veloce e possono gareggiare con relativa calma, sono già sul 2-0 senza neppure sfidare l’avversaria, che va ko ancora prima della partenza della prima regata e non riesce a tornare in acqua per la seconda: Ainslie vince una regata nel giorno seguente per il ribaltone di New Zealand (ne parleremo in seguito), ma New Zealand si riporta subito sul 3-1 e poi chiude nella giornata seguente con un perentorio 5-2. La finalissima della Louis Vuitton Cup, dunque, sarà tra Artemis Racing ed Emirates Team New Zealand, che si sfideranno da stasera a lunedì con i neozelandesi nettamente favoriti dopo le due vittorie per distacco nello scontro diretto durante il round robin: Oracle aspetta la vincitrice per la finalissima (si gareggerà dal 17 al 27 giugno, al meglio delle 9 gare), e non sa per chi tifare: New Zealand ha una barca velocissima, mentre Artemis ha messo in seria difficoltà gli americani nel girone preliminare.

AMERICA’S CUP: L’ENORME RISCHIO PRESO DA TEAM NEW ZEALAND

Un clamoroso ribaltone, che poteva costare caro all’intero equipaggio di quella che è la barca più veloce del lotto: quanto è successo il 7 giugno poteva portare delle serie conseguenze a Team New Zealand, incappata nel più classico e rischioso degli incidenti ”da catamarano”. Si sapeva, questo tipo di barca, per la sua capacità di prendere fortemente il vento e ”volare” letteralmente sull’acqua, era molto pericolosa, e il capottone dei neozelandesi lo dimostra: Ainslie lancia la partenza anticipata, New Zealand lo segue annullando ogni eventuale penalità, ma nel farlo prende un’onda e si ribalta, lanciando parte dell’equipaggio in acqua. Nessuno si fa male e la barca guidata da Glenn Ashby trionfa nella sua semifinale vincendo le successive regate, ma poteva accadere l’esatto opposto, vista la forza del vento delle Bermuda: e allora torna spontanea la domanda primigenia, l’uso dei catamarani è davvero necessario, visti i rischi? La nostra risposta, da amanti della vecchia America’s Cup, è un secco no, e dunque speriamo nel successo di Emirates Team New Zealand, anche perchè il ritorno alle vecchie barche potrebbe riaprire la strada all’iscrizione di un team italiano.

https://twitter.com/traread/status/872228894056697858

ULTIME NOTIZIE SPORTIVE AGGIORNATE SU AZZURRI DI GLORIA

News di sport a cinque cerchi tutti i giorni sul nostro sito.

Scopri tutte le ultime notizie di vela anche sui nostri social: Facebook, Twitter, Instagram, YouTube e Google +.

Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

Potrebbero anche piacerti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Altro in:Vela