Il nuoto alle Paralimpiadi. La storia di Luca Pancalli, il futuro con Federico Morlacchi e Cecilia Camellini, l’intervista agli atleti delle Paralimpiadi di Rio 2016 e molte altre notizie paralimpiche.

Il nuoto alle ParalimpiadiL’ITALIA DEL NUOTO ALLE PARALIMPIADI

Sport presente fin dalla prima edizione delle Paralimpiadi di Roma 1960, il nuoto paralimpico è, come la sua versione olimpica, uno degli sport portanti per l’Italia: delle 530 medaglie vinte dalla Penisola nella storia paralimpica, ben 130 arrivano dal nuoto paralimpico.

La divisione in categoria del nuoto paralimpico si basa sulle funzioni che l’atleta in questione può ancora esprimere, accomunando perciò quelle che a prima vista potrebbero sembrare disabilità diverse. La categoria viene poi espressa tramite una sigla che rappresenta la specialità (S per lo stile libero, il dorso e la farfalla, SB per la rana e SM per il misto) e da un numero che indica la tipologia di disabilità: i numeri da 1 (più grave) a 10 (più lieve) indicano una disabilità di tipo fisica, da 11 (cecità) a 13 (ipovisione) disabilità visive e infine il 14 indica una disabilità di tipo intellettiva.

I PROTAGONISTI AZZURRI DEL NUOTO PARALIMPICO

Non si può parlare di nuoto paralimpico italiano senza parlare di Luca Pancalli, il nostro nuotatore paralimpico più vincente e in generale uno dei più vincenti al mondo. Affetto da paralisi agli arti inferiori causata da una caduta da cavallo, la sua carriera alle Paralimpiadi nasce e finisce negli Stati Uniti: la sua prima edizione è infatti quella dei Giochi Paralimpici di New York 1984, mentre si chiuderà alle Paralimpiadi di Atlanta 1996, l’anno in cui si riprese con 5 medaglie (2 ori e 3 argenti) dall’opaca prestazione a Barcellona 1992, chiusa senza mai andare sul podio. Semplicemente eccezionale le edizioni di New York 1984 (3 ori e 2 argenti) e soprattutto quella di Seul 1988, chiusa con un bronzo, un argento, 3 ori e 2 record mondiali nei 50 m e 100 m stile libero.

Tuttavia anche il futuro del nuoto paralimpico sorride all’Italia. Due in particolare sono i nomi degli enfant prodige della vasca: Federico Morlacchi e Cecilia Camellini.
Federico, duplice campione del mondo e dieci volte campione europeo, in due sole edizioni paralimpiche (Londra 2012 e Rio 2016) è riuscito a vincere 7 medaglie. Dopo i 3 bronzi di Londra, alle Paralimpiadi di Rio 2016 Fedelfino, come è stato soprannominato, mostra a tutti il suo enorme potenziale, vincendo 3 argenti e diventano campione paralimpico nei 200 m misti SM9 (categoria in cui rientra in quanto affetto da ipoplasia congenita al femore sinistro).

Straordinaria anche la carriera di Cecilia Camellini: non vedente, viene convocata per la prima volta alle Paralimpiadi di Pechino 2008 a soli 16 anni. Nelle 3 edizioni a cui ha partecipato è sempre salita sul podio, collezionando 7 medaglie (la nuotatrice paralimpica italiana più medagliata di sempre), di cui 2 ori, 3 argenti e 2 bronzi. La sua edizione migliore finora è stata senza dubbio quella di Londra 2012, in cui ha vinto 2 ori e 2 bronzi.

IL MEDAGLIERE DEL NUOTO ITALIANO ALLE PARALIMPIADI

130 medaglie: questo il bottino del nuoto paralimpico italiano, divise in 36 ori, 48 argenti e 46 bronzi. Ciò ci classifica al 17° posto di un medagliere del nuoto paralimpico dominato da Stati Uniti e Gran Bretagna, che con un totale, rispettivamente, di 689 e 681 medaglie staccano di oltre 200 medaglie l’Olanda terza classificata.

Simone Lo Giudice
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