image

Sara Cardin, campionessa mondiale di Karate. Foto dal profilo Twitter @cardinofficial

Per sei edizioni è stato uno sport olimpico il tiro alla fune (1900-1920), il polo ha resistito per cinque rassegne, ma anche il croquet tanto caro ad “Alice nel Paese delle Meraviglie” (1900 a Parigi) e la pallacorda (1908 a Londra), un mix tra tennis e Badminton, hanno avuto il loro momento di gloria ai Giochi. Nel 2020 a Tokyo sarà la volta di 5 nuove discipline: skateboard, surf, arrampicata sportiva, karate, baseball-softball (la sua versione femminile). Per queste ultime due non si tratterebbe però di un debutto, erano infatti già stati sport olimpici separatamente, il baseball in 12 edizioni e il softball in quattro. Entrambi hanno subito la stessa sorte quando, nel luglio 2005, il CIO ha decretato la loro esclusione dall’Olimpiade di Londra 2012.

L’assenza però non è durata a lungo. Nella riunione del 3 agosto a Rio de Janeiro il Comitato Olimpico Internazionale ha deciso l’introduzione delle nuove discipline, con l’aggiunta di 18 eventi e 474 atleti alla rassegna nipponica. L’obiettivo, ha spiegato il presidente Thomas Bach, è quello di avvicinare alle Olimpiadi anche i più giovani. Una motivazione che ha destato qualche perplessità, come se si parlasse più di moda che di sport. A questo punto anche il Futsal dovrebbe essere a cinque cerchi, invece no. Allora quali sono le caratteristiche che deve avere uno sport per diventare disciplina degna di partecipare ai Giochi? La Carta Olimpica prevede una caratteristica di universalità, con gli sport maschili che devono essere praticati su larga scala in almeno 75 Paesi di 4 continenti, quelli femminili in 40 Paesi di 3 continenti. Inoltre devono avere una federazione, aderire al codice della Wada e promuovere il proprio sport. Fino al 2014 c’era un limite di 28 federazioni partecipanti, adesso è stato abolito.

In Giappone avremo quindi due “vecchie conoscenze” e tre “neofiti”, con il Karate che avrà l’occasione di mostrarsi per la prima volta come disciplina olimpica proprio nel paese in cui ha avuto origine. Il Presidente federale Domenico Falcone, sul sito della Fijlkam, non ha trattenuto la propria soddisfazione: “Era ora! Dopo tanto lavoro e le tante volte che il Karate si era presentato con le carte in regola per l’inclusione olimpica senza risultati, ce l’abbiamo fatta! Grazie alla piccola rivoluzione introdotta dal nuovo Presidente del CIO, Thomas Bach, con la sua Agenda Olimpica che prevede la proposta di un pacchetto di sport da parte del Comitato Organizzatore del Paese ospitante l’evento”. La strada per Tokyo 2020 è segnata, con 474 nuovi atleti che potranno sognare una nuova medaglia da stringere e baciare sul podio.

Giulia Cannarella
Giornalista pubblicista, collaboratrice per Runner's World Italia. In precedenza redattrice per Agr-agenzia giornalistica radiotelevisiva e collaboratrice per la Gazzetta dello Sport inserto Milano-Lombardia

Potrebbero anche piacerti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *