Le Olimpiadi invernali 1972. La vittoria di Gustav Thoeni nello sci alpino. Il medagliere olimpico italiano alle Olimpiadi invernali di Sapporo 1972 raccontato da Azzurri di Gloria.

Le Olimpiadi invernali 1972, disputate a Sapporo

L’ITALIA AI GIOCHI OLIMPICI INVERNALI 1972

Le Olimpiadi invernali 1972 sono i primi svoltisi al di fuori di Europa e nord America, i terzi in assoluto, considerando anche le Olimpiadi estive, dopo Melbourne 1956 e Tokyo 1964. Sapporo, in realtà, ebbe dal CIO il via libera per l’organizzazione della manifestazione già nel 1940, ma lo scoppio della guerra tra Giappone e Cina costrinse la nazione nipponica a rinunciare; così, finalmente, nel 1966, a Roma, il Comitato Olimpico Internazionale diede il via libera per la disputa delle Olimpiadi nella località giapponese: vi presero parte trentasei nazioni.

Alla spedizione azzurra alle Olimpiadi invernali di Sapporo 1972 parteciparono 44 atleti (41 uomini e 3 donne), impegnati in nove sport – biathlon, bob, combinata nordica, pattinaggio di figura, pattinaggio di velocità, salto con sci, sci alpino, sci di fondo e slittino (l’Italia non prese parte soltanto alle competizioni di hockey su ghiaccio). Il portabandiera fu Luciano De Paolis, due volte campione olimpico alle precedenti Olimpiadi di Grenoble 1968. La compagine tricolore non brillò particolarmente in alcune discipline, mentre in altre ottenne importanti risultati: il sesto posto di Eberardo Schmalzl nello slalom dello sci alpino, il quarto di Gianfranco Gaspari e Mario Armano nel bob e il settimo di Rita Trapanese nel pattinaggio di figura. Oltre, chiaramente, alle medaglie: l’oro, a pari merito con la Germania dell’Est, nello slittino, con Paul Hildgartner e Walter Plaikner; l’argento nel bob di Nevio De Zordo, Adriano Frassinelli, Corrado Dal Fabbro e Gianni Bonichon.

Ma i veri mattatori azzurri furono i cugini Thöeni, Gustav e Roland, autori rispettivamente di un oro e un argento il primo, di un bronzo il secondo.

L’ORO DI GUSTAV THÖENI

I cugini Gustav e Roland Thöeni, originari di Trafoi, frazione di Stelvio, Trentino-Alto Adige, erano alla loro prima esperienza olimpica. Due giovani promettenti, che alle Olimpiadi invernali 1972 si rivelarono degli autentici fenomeni. Roland, il più grande dei due, riuscì a conquistare una medaglia di bronzo nello slalom, specialità dello sci alpino: sullo stesso podio, un gradino più in alto, c’era il cugino Gustav.

Quest’ultimo, dopo la coppa del mondo dell’anno precedente, è pronto a bissare il successo nello slalom gigante, ma un infortunio in allenamento rimediato ad inizio stagione pone più di un dubbio sulla sua prestazione. Gustavo, dopo la tredicesima piazza nella discesa libera, non può e non vuole sbagliare: qualche giorno prima dello slalom, va in scena lo slalom gigante. La difficoltà della prova è certa, testimoniate dalle innumerevoli cadute e dai copiosi errori, sin dalla primo muro: per il primo giorno la strategia scelta da Gustav è quella della prudenza, che lo porta a chiudere in terza posizione, dietro il norvegese Haker e il tedesco Hagn, mentre il temutissimo francese Duvillard cade. «Sono sicuro di vincere, o la medaglia d’oro o nient’altro, dell’argento e del bronzo non so cosa farmene» si sbilancia la sera con un cronista. Passa la notte ed è un nuovo giorno: per Gustav quel mattino avrà davvero l’oro in bocca. Il secondo giorno si parte a ordine invertito e Thöeni ha il tempo di vedere il suo rivale Haker sbagliare clamorosamente a metà pista: è la sua occasione. L’azzurro, tanto spavaldo nelle dichiarazioni quanto maturo e prudente in gara, non forza. Una volta conclusasi la gara, il cronometro non mente: Gustav Thöeni chiude davanti agli svizzeri Bruggmann e Matt. “Soddisfatto?” – «Abbastanza. È una gran bella vittoria, però anche la Coppa del Mondo mi aveva dato molta soddisfazione» la sua dichiarazione a fine gara, probabilmente con la testa allo slalom, che lo avrebbe portato sul podio col cugino. Un oro incredibile, ma allo stesso tempo credibile, per talento, consapevolezza e freddezza, tutte doti che Gustav riuscirà a trasmettere, una volta conclusasi la carriera da atleta ed iniziata quella da allenatore, al suo allievo Alberto Tomba.

Alberto Tomba in posa con il suo maestro Gustav Thoeni

Alberto Tomba e il suo maestro Gustav Thoeni (fonte: bella-vista.it)

IL MEDAGLIERE ALLE OLIMPIADI INVERNALI 1972

Il medagliere italiano alle Olimpiadi invernali di Sapporo 1972 si chiude con un totale di cinque medaglie: due ori, uno nello slittino, grazie alla coppia Hildgartner-Plaikner, l’altro firmato da Gustav Thöeni; due argenti, uno vinto da quest’ultimo nello slalom (sci alpino), l’altro vinto nel bob a quattro; e un bronzo – sul podio, insieme al cugino – di Roland Thöeni. L’Italia chiude in ottava posizione, ma con ben cinque buone ragioni per dirsi soddisfatta.

Simone Lo Giudice
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