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Virginia Raggi ancora indecisa: sì o no ai Giochi?

Crescono le tensioni e le divisioni in seno alla giunta di Roma e al Movimento 5 Stelle. Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica del comune di Roma, ha lanciato segnali di apertura: “Dico sì ai Giochi solo se si faranno per la città di Roma e se si costituiranno una grande opera per i cittadini. Se verranno rispettate queste condizioni allora non si può dire di no”.

Berdini è un indipendente senza trascorsi nel movimento fondato da Beppe Grillo e GianRoberto Casaleggio, ma ha dalla sua parte anche alcuni esponenti di spicco dei Cinquestelle: Luigi Di Maio temporeggia ma allo stesso tempo è in stretto contatto con Giovanni Malagò; Virginia Raggi è in sintonia con la linea del vicepresidente della Camera, nonostante i pareri contrari di Alessandro Di Battista e Paola Taverna, i più accesi sostenitori del no. Per la decisione definitiva bisognerà attendere ancora, perché l’atteso incontro tra la sindaca e il presidente del Coni avverrà non prima di venti giorni, dopo le Paralimpiadi, per rispettare la tregua stabilità alla vigilia delle Olimpiadi brasiliane.

Eppure il tempo stringe. Il 7 ottobre il comune di Roma dovrà inviare un nuovo dossier al Cio. L’ala oltranzista dei Cinquestelle spinge per far scadere i termini della candidatura. E la sindaca? Prende tempo, valuta ogni scenario possibile, ma non chiude ancora la partita. Tra le richieste mosse da Berdini ci sono lo spostamento del villaggio olimpico lontano dai terreni posseduti da Francesco Gaetano Caltagirone e dell’area del canottaggio dalla zona di Ponte Galeria.

Per il momento la posizione di Raggi sembra più vicina al no, salvo clamorosi ripensamenti. Infatti, come annunciato da Bertini ad Agorà Estate, la preoccupazione della giunta romana è quella di vedersi sfilare un’occasione ghiotta in nome di una promessa elettorale, per giunta, se al posto della Capitale l’eredità fosse trasmessa a Milano: “Massimo dieci giorni prenderemo una decisione definitiva. Chiaramente ci dispiacerebbe se Milano ci sfilasse l’occasione”. Ma per l’assessore non mancherebbero le controindicazioni: “L’Expo ha devastato il territorio meneghino. Hanno urbanizzato a vuoto 120 ettari di terreno. A quelle condizioni dico di no”. In caso di opportunità, però, la risposta sarebbe diversa:  “Se serviranno per fare le quattro linee tram e la messa in sicurezza degli impianti sportivi, allora la risposta sarebbe positiva”.

Parole di apertura che non sono state accolte con piacere dalla Casaleggio Associati: “Non dobbiamo mostrarci ambigui”. Il fronte del no prosegue la sua battaglia: dopo la pretesa che i Giochi non gravino sulle tasche dei romani, come scongiurato da Coni e governo, ora è stata avanzata la richiesta di un piano di sponsorizzazione in grado di coprire le intere spese organizzative (che ammonterebbero a 5 miliardi), anche se, guardando alla realtà dei fatti, gli sponsor potranno accollarsi al massimo un paio di miliardi.

Come se non bastasse, ad alimentare una situazione di per sé già incandescente, ci ha pensato Matteo Renzi. Il premier ha lanciato una sorta di ultimatum, attivando un canale preferenziale per mettere pressione al Movimento 5 Stelle. Eugenio Ciani, presidente del consiglio regionale della Toscana, ha candidato Firenze come sostituta di Roma: “Se Roma non se la sente, io propongo Firenze per i Giochi”.

Insomma, il tempo scorre velocemente ma una decisione definitiva non è stata ancora presa. Le parti sono ancora distanti, ma in tempi brevi dovranno sedersi a un tavolo per confrontarsi.

 

Marco De Silvo
Classe 1991, malato di boxe e calcio, segue con interesse anche altri sport. Oltre a scrivere per Azzurri di Gloria, collabora con Boxe-Mania e Bandiera a Scacchi.

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