La spedizione azzurra a PyeongChang 2018 ha visto scendere sul ghiaccio della Gangneung Ice Arena di 11 atleti in 5 diversi eventi. Le speranze di una medaglia si sono accese e spente come luci a intermittenza, a delle performance da applausi, che hanno portato la squadra di ItaliaTeam a pochi passi dal podio, si sono alternate altre sotto le aspettative, che hanno lasciato ben poche possibilità a un trionfo olimpico. Vediamo nel dettaglio i migliori e le speranze che ci hanno accompagnato in questa avventura a cinque cerci.

Carolina Kostner dopo il programma libero di Team Event

Foto di Luca Lovelli per Azzurri di Gloria


 

CAROLINA SI ARRENDE ALL’ARMATA DELLE GIOVANISSIME

I fari erano puntati su Carolina Kostner, già portabandiera a Torino2006 e con un bronzo in bacheca dopo Sochi2014. Pasava da lei il sogno azzurro di ripetere l’impresa di una medaglia. Impresa obiettivamente al limite dell’impossibile con gli addetti ai lavori già pronti a vedere due gare nel femminile: la prima quella della coppia Zagitova-Medvedeva a contendersi oro e argento, questione esclusiva tra le due zarine, la seconda quella per il bronzo. Carolina non ce l’ha fatta, nemmeno a entrare davvero del tutto nel vivo della lotta. La sicurezza mostrata in pista a gennaio negli Europei di Mosca non si è rivista sul ghiaccio coreano, con l’azzurra che è parsa meno concreta già a partire dal Team Event. Per una speranza di podio era necessaria la perfezione, consapevoli che poteva non essere abbastanza, ma gli errori nei salti in entrambi i programmi hanno tolto ogni possibilità. L’atleta altoatesina ha parlato tuttavia di un trionfo personale dopo un periodo difficile lontano dalle competizioni e dopo Torino è stata ancora una volta l’alfiere italiano alla cerimonia di chiusura.

MOMENTO DOLCEAMARO PER CAPPELLINI-LANOTTE

La seconda luce che si sperava brillasse oltre i propri limiti era quella di Anna Cappellini e Luca Lanotte. Il duo azzurro della danza ha avuto delle difficoltà nei mesi di avvicinamento alle Olimpiadi, per la prima volta dopo 5 podi consecutivi la coppia d’oro della danza italiana non è salita sul podio agli Europei e il programma presentato durante tutta la stagione ha ottenuto pareri contrastanti. Durante il Team Event c’era già stato un po’ di malumore per i punti ottenuti nella performance della coppia, ma nemmeno il cambio giuria ha sortito gli effetti sperati. Gli avversari di Anna e Luca hanno poi dato uno strappo netto alla gara scavando un solco quasi incolmabile già dopo lo short program. I canadesi Virtue-Scott e i francesi Papadakis-Cizeron hanno giocato in un’altra serie contendendosi prima e seconda piazza, mentre i fratelli Shibutani sono riusciti a dare il meglio nella free dance e scavalcare l’altra coppia americana. Dispiace come la capacità di emozionare del duo italiano non abbiamo avuto un vero riconoscimento a parte quello ad honorem del pubblico.

I MIGLIORI: MARCHEI-HOTAREK

Viene da pensare che sia un vero peccato si siano incontrati così tardi, perché Valentina Marchei e Ondrej Hotarek in appena 4 anni hanno fatto un percorso a dir poco eccezionale. La coppia di artistico è riuscita a superarsi agli Europei chiudendo in quinta posizione con record italiano, record ritoccato ancora a PyeongChang prima nel programma corto con un favoloso 74.50 e poi nel free con 216.59 e la sesta piazza. I due pattinatori sono i migliori della spedizione azzurra per quanto mostrato sia nel Team Event sia nella gara di artistico e se solo avessero iniziato ad allenarsi insieme prima ci sarebbero state ottime possibilità di vederli spesso in lotta per il podio e scrivere pagine ancora più importanti del pattinaggio. Se solo si potessero mandare indietro le lancette del tempo.
 

INIZIO COL BOTTO

Non era in corsa per una medaglia, ma il debutto a cinque cerchi di Matteo Rizzo è di quelli da incorniciare. Primo a scendere in pista nel Team Event e con un corto impeccabile da 77.77 l’atleta di IceLab è riuscito a tenere i nervi saldi anche nel lungo con un’altra performance sublime che lo fa chiudere al quarto posto. Qualche incertezza in più invece quando si è trattato della gara singola, centrata tuttavia la finale e questo era l’obiettivo. Matteo è ancora giovane e ha tutto il tempo per crescere e maturare, le premesse per fare bene anche in futuro ci sono tutte.
 
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Giulia Cannarella
Giornalista pubblicista, collaboratrice per Runner's World Italia. In precedenza redattrice per Agr-agenzia giornalistica radiotelevisiva e collaboratrice per la Gazzetta dello Sport inserto Milano-Lombardia

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