Quest’oggi Alberto Cova compie 59 anni e abbiamo deciso di rendere omaggio all’olimpionico di Los Angeles 1984. Gustatevi la nostra storia olimpica
Alberto Cova

DA INVERIGO A LOS ANGELES: GLI INIZI DI ALBERTO COVA

Alberto Cova, una leggenda dell’atletica italiana, compie 59 anni oggi. Nato nel 1958 ad Inverigo (Como) inizia ad approcciarsi all’atletica, al podismo, durante gli studi superiori in ragioneria e “Il Ragioniere” sarà il soprannome che lo accompagnerà durante la carriera; la tradizione italiana nei soprannomi agli sportivi presentano raramente epiteti più azzeccati: Alberto Cova è alto 1,76 m, fisico filiforme, molto magro, ha ottenuto il diploma ma soprattutto Cova è ragioniere in gara, un gran calcolatore e gestore della fatica.Il primo squillo di una carriera che sarà poi brillante arriva nel 1977 quando si laurea campione italiano juniores nei 5000 m piani. Il 1980 è l’anno della svolta, Cova conosce Giorgio Rondelli, il suo nuovo allenatore alla Pro Patria, Rondelli intuisce le potenzialità del comasco sui 10000 m ed Alberto lo segue, i due preparano gli europei di Atene del 1982 a cui l’italiano parteciperà senza grandi pretese iniziali, un outsider a tutti gli effetti.
I favoriti in quel momento sono essenzialmente due atleti: Werner Schildhauer dalla Germania Est e Martti Vainio finlandese; saranno poi i rivali storici del podista italiano. La gara mette in mostra le qualità di Cova: resistere ai cambi di ritmo imposti dagli avversari senza mai forzare, rimanere attaccato al gruppo in testa per poi sferrare l’allungo decisivo nello sprint finale vincendo, a sorpresa, con 18 centesimi di vantaggio sul tedesco.
Il triennio da Atene 1982 alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 è il periodo d’oro della carriera di Alberto Cova.
Nel 1983 si tengono ad Helsinki i mondiali di Atletica leggera alla partenza della finale dei 10000 m piani il terzetto che si giocò gli Europei è pronto nuovamente a darsi battaglia, a Cova, Schildhauer e Vainio, padrone di casa, si aggiungono l’altro tedesco orientale Kunze ed il portoghese Carlos lopes, veterano del gruppo.
La gara non presenta un ritmo forsennato ed il gruppo fino all’ultimo giro resta compatto, Schildhauer aumenta l’andatura, lo scatto sembra fare il vuoto con solo Kunze ad inseguire il connazionale e gli altri che paiono in seria difficoltà, Cova sembra in crisi come se fosse sul punto di staccarsi definitivamente; agli ultimi 150 metri però il gruppo recupera e si ricongiunge con i tedeschi. Ultima curva, Cova si allarga sulla corsia di destra e aumenta il passo, sembra rinato e inizia il suo formidabile sprint quei metri, quei secondi sono ormai celebri, uniti indelebilmente alla telecronaca di Franco Rosi quel “Cova! Cova! Cova!” resterà indimenticabile mentre l’atleta azzurro infila gli avversari e taglia il traguardo mettendosi alle spalle Schildhauer e Kunze.

ALBERTO COVA È ORO OLIMPICO, LA GARA DI LOS ANGELES

Alle Olimpiadi di Los Angeles Cova non è più un outsider ma l’uomo da battere. La finale si presenta impoverita dalle assenze di Kunze e Schildhauer a causa del boicottaggio del blocco Comunista; a sfidare l’atleta azzurro c’è Martti Vainio e il sorprendente Fernando Mamede, portoghese, che nelle batterie di qualificazione ha riscritto il record del mondo. Il portoghese però complice probabilmente una tenuta mentale non al livello degli avversari lascia il passo e la gara è tra l’italiano ed il finlandese: Vainio prova a forzare e spezzare il ritmo a metà gara ma Cova resiste, agli ultimi 800 metri il finnico prova l’allungo decisivo e Cova come ai mondiali finlandesi sembra patire ma resiste, il contrattacco arriva, rapido e incontrastabile nei “suoi” ultimi 200 m con il comasco che va a vincere l’oro con distacco.

IL POST OLIMPIADI E IL RITIRO

Alberto Cova ha registrato una tripletta leggendaria, è il primo infatti ad aver vinto, nei 10000 metri, l’oro ad Europei, Mondiali ed Olimpiadi, per trovare un altro atleta capace di ciò bisognerà aspettare 28 anni quando ci riuscirà il somalo-britannico Mohamed Farah. Nel 1986, agli Europei di Stoccarda, in fale il ragioniere è fiancheggiato da due italiani:Salvatore Antibo che già disputò la finale a Los Angeles ed un giovane Stefano Mei; i tre attaccano congiunti ed arrivano insieme agli ultimi 400 m, il cambio di passo l’ha forzato Mei e Cova sembra far fatica a seguirlo, arrivati al rush finale con il comasco che sembra pronto a dare l’assalto decisivo è ancora Mei a forzare il passo stroncando il campione olimpico. Il podio sarà tutto italiano con Mei, Cova ed Antibo arrivato terzo.
Quella di Stoccarda è l’ultima grande gara di Alberto Cova su pista, quello stesso anno trionfa nella gara cross Cinque Mulini, a cui la vittoria italiana mancava dal 1964.
Ai mondiali di Roma, 1987, il Ragioniere da Inverigo non riesce a qualificarsi per la finale così come l’anno seguente alle Olimpiadi di Seul 1988.
Dopo i giochi Olimpici sudcoreani Cova, trentenne, da addio all’atletica.
Per descrivere Cova ed il suo modo di correre, la capacità in gara di resistere, fare i conti con la fatica e gestire le proprie risorse, l’epiteto non è il caso di inventarselo: buon compleanno Ragioniere.

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