Probabilmente la maggior parte degli italiani conosce Annalisa Minetti come personaggio televisivo e come cantante vincitrice di un Sanremo, ma forse non tutti sanno che è anche un’atleta paralimpica. Ma andiamo con ordine.

Annalisa da piccola si dedica alla danza e poi, grazie allo zio, scopre la musica iniziando ad esibirsi in locali e piano bar. A partire dall’età di 6 anni, però, una malattia progressiva agli occhi, la retinite pigmentosa, le crea problemi alla vista aggravati dai responsi contraddittori dei numerosi medici consultati.

Quando, nel 1995, tenta per la prima volta di entrare a Sanremo Giovani, non venendo ammessa, la malattia l’ha già resa cieca, vede ombre di giorno e nulla di notte o in assenza di forti sorgenti di luce.

Torna quindi ai pianobar con lo zio ma viene notata da un talent scout che la iscrive a Miss Lombardia. Vince ed arriva a Miss Italia 1997 che conclude sesta e con il titolo di “Miss in Gambissima”.

Forte del pizzico di celebrità datole da Miss Italia, ci riprova a Sanremo dove viene ammessa alla categoria “Giovani” che vince e poi, con lo stesso brano “Senza te o con te” vince anche tra i big.

Toccato l’apice con Sanremo, la musica non le darà più questi picchi di soddisfazioni e sia l’album di Sanremo che il successivo saranno dei flop commerciali. Farà anche qualche apparizione in TV e tenterà, con scarso successo, la carriera di attrice.

Questi avvenimenti, insieme al matrimonio con il calciatore Gennaro Esposito, le fanno cambiare vita e la fanno avvicinare allo sport. Ottiene il diploma di insegnante di step e spinning e conosce l’ex mezzofondista Andrea Giocondi insieme al quale, come sua guida, si avvicina all’atletica leggera competitiva già dal 2001.

L’impegno inizia quasi per hobby e Annalisa scopre di essere portata per il mezzofondo, in particolare per la distanza di 800 mt. Vince gare a livello italiano ma gli impegni televisivi, canori (partecipa di nuovo a Sanremo nel 2005) e la maternità nel 2008, le impediscono di dedicarsi con costanza allo sport.

E’ verso la fine del 2009 che iniziano ad accarezzare lei ed Andrea l’idea delle olimpiadi in vista di Londra 2012. Ma c’è un problema: la distanza degli 800 mt, dove Annalisa è la migliore azzurra, non è inclusa nel programma olimpico e quindi si dedicano alla preparazione dei 1500.

Le difficoltà sono duplici: da un lato preparare una distanza quasi doppia, dall’altro a Londra la categoria ammessa è la T11-T12 che include anche atlete ipovedenti e quindi avvantaggiate rispetto a lei (corrono senza guida).

Il banco di prova sono gli Europei in Olanda ed Annalisa coglie uno straordinario bronzo con il record del mondo del T11 (non vedenti). Annalisa ed Andrea sono pronti per le Paralimpiadi dove in finale l’azzurra vince in scioltezza il bronzo migliorando il record del mondo e piazzandosi, ovviamente, prima dei non vedenti.

Il successo e la fama pregressa la fanno diventare un icona del movimento paralimpico con il sostegno diretto dello stesso Pancalli. Il suo percorso verso Rio la vede protagonista ai mondiali paralimpici 2013 di Lione dove i non vedenti corrono da soli e, soprattutto, ci sono i suoi amatissimi 800 mt nei quali vince la medaglia d’oro.

Purtroppo ripetuti infortuni con uno un po’ più grave nel 2014 la allontanano definitivamente dalla corsa ma le fanno conoscere il suo futuro secondo marito sposato questo autunno. Annalisa non si perde d’animo e, guarita grazie anche al fidanzato che è fisioterapista, decide di dedicarsi al ciclismo in ottica Rio 2016.

Si allena duramente e, nella categoria Tandem con la guida Claudia Gentili, alla prima vera competizione, i Mondiali in Svizzera nel 2015, arriva nona. Il fisico però la tradisce nuovamente con un infortunio a pochi mesi dalle olimpiadi che la costringe a rinunciare all’appuntamento. Qualcuno però dice che non mollerà e si preparerà per esserci a Tokyo. Un altro capitolo della vita di una donna straordinaria.

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