Il basket in carrozzina alle Paralimpiadi. La pallacanestro in carrozzina raccontata dalle nostre storie sulle Paraolimpiadi estive di Londra 2012, ma non solo. L’attesa per la prima medaglia italiana.

Il basket in carrozina alle Paralimpiadi

L’ITALIA DELLA PALLACANESTRO ALLE PARALIMPIADI

La pallacanestro in carrozzina è una delle discipline con storia maggiore, essendo stato il basket uno dei primi sport utilizzati per le terapie riabilitative – in particolare dal neurologo Ludwig Guttmann – già per i reduci della seconda guerra mondiale: da una parte, perché la complessità tecnico-tattica paralimpica non ha nulla da invidiare a quella dei normodotati; dall’altra, a causa della sua natura di sport di squadra, caratterizzante l’invenzione dal dottor Naismith.

Le principali differenze riguardano determinati accorgimenti regolamentari: gli atleti, infatti, per poter essere schierati in una determinata squadra, non devono superare collettivamente un determinato punteggio – 14,5 – assegnato internazionalmente in relazione alle disabilità dei componenti (ciò perché molte squadre erano solite schierare atleti normodotati), che va da 0,5 a 4,5. Ulteriori differenze riguardano poi determinate infrazioni: gli atleti non possono sollevarsi dal sedile della carrozzina, non possono avanzare senza palleggiare dopo due spinte (l’equivalente dell’“infrazione di passi”), né sollevare da terra le due ruote posteriori o trattenere la carrozzina d’un avversario.

La pallacanestro in carrozzina è stata parte del programma dei Giochi Paralimpici sin dalla prima edizione, quella di Roma 1960 – edizione a cui partecipò anche l’Italia. Nel nostro paese, la FIPIC (Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina) è la federazione responsabile dell’organizzazione dei campionati italiani di Serie A e B, nonché della promozione del movimento.

I PROTAGONISTI AZZURRI DELLA PALLACANESTRO PARALIMPICA

I cestiti paralimpici azzurri hanno preso parte a otto delle quindici edizioni disputate; tuttavia, per quanto concerne la pallacanestro in carrozzina, a nessuna spedizione ha mai partecipato una delegazione femminile.

La nazionale italiana impegnata contro Team USA ai Giochi Paralimpici di Londra 2012

La nazionale italiana impegnata contro Team USA ai Giochi Paralimpici di Londra 2012

L’Italia ha debuttato aggiudicandosi il proprio miglior risultato, avendo ottenuto un quarto porto ai I Giochi paralimpici di Roma 1960, posizionandosi dietro Stati Uniti (autentica mattatrice della disciplina, insieme a Israele), Paesi Bassi (altra nazione dai costantemente buoni risultati) e Gran Bretagna. Dopo un’edizione di assenza, alle Paralimpiadi di Tel Aviv 1968 la pallacanestro in carrozzina azzurra è costretta a fermarsi ai quarti di finale, classificandosi settima. Nelle successive due edizioni (Heidelberg 1972 e  Toronto 1976) – e a quella dei Giochi di Mandeville 1984 –, tuttavia, l’Italia non riuscirà ad andare oltre la fase a gruppi; alle Paralimpiadi di Arnhem 1980, invece, l’Italia, sconfiggendo il Giappone, si classificherà quindicesima.

Dopo vent’anni d’assenza, la pallacanestro in carrozzina italiana torna ai Giochi di Atene 2004, ottenendo uno straordinario sesto posto; un’ottima prova, replicata otto anni più tardi, all’ultima – non avendo preso parte a Rio 2016 – partecipazione azzurra nella suddetta disciplina: un decimo posto arrivato dopo un girone difficilissimo, che ci vedeva opposti, a Londra 2012, a Stati Uniti, Australia, Turchia, Spagna e Sud Africa.

IL MEDAGLIERE DELLA PALLACANESTRO ITALIANA ALLE PARALIMPIADI

Il medagliere dell’azzurra pallacanestro in carrozzina fin’ora non vede la presenza di medaglia alcuna; i  migliori risultati ottenuti sono quelli delle Paralimpiadi di Roma 1960, un quarto posto, e dei Giochi paralimpici di Atene 2004, un sesto. Si rimane in attesa, dunque, di una nuova partecipazione – vista l’assenza a Rio 2016 – e della prima medaglia.

Simone Lo Giudice
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