Il bob alle Olimpiadi. I trionfi del bob italiano ai Giochi Olimpici: la leggenda di Eugenio Monti.

IL BOB ALLE OLIMPIADI INVERNALI

La disciplina del bob nasce dall’evoluzione della slitta. Le vecchie slitte costruite in legno vennero sostituite da quelle di acciaio e presero il nome di bob dal movimento che l’equipaggio doveva effettuare per acquisire maggiore velocità (in inglese “bobbing”). Questa tecnica è stata ormai superata, ma ciononostante è rimasto il termine bob per descrivere questo sport. Il bob fu inserito nel programma olimpico invernale sin dalla prima edizione del 1924. E’ diviso in due discipline: il bob a quattro (da sempre presente alle Olimpiadi, anche se nel 1928 l’equipaggio contava un elemento in più), e il bob a due (presente dal 1932). Nel 2002 venne inserito anche il bob a due femminile.

I PROTAGONISTI AZZURRI DEL BOB OLIMPICO: EUGENIO MONTI

L’Italia ha vinto un totale di 12 medaglie. La stella più luminosa del panorama italiano è stata senza dubbio quella di Eugenio Monti, vincitore di 9 mondiali e 6 medaglie olimpiche. E pensare che da giovanissimo sembrava destinato a un futuro radioso nello sci: Monti, soprannominato “Rosso Volante” da Gianni Brera (in riferimento al colore dei suoi capelli), nel 1949 si laureò campione italiano di slalom gigante e un anno dopo ottenne il massimo riconoscimento nazionale anche nello slalom gigante speciale, distinguendosi anche nella discesa libera, piazzandosi al secondo posto alle spalle di James Coutette.

Il 23 dicembre 1951, a soli vent’anni, si ruppe il legamento crociato del ginocchio e l’anno successivo, un altro incidente lo costrinse a ritirarsi dall’attività agonistica. Così nel 1954 decise di dedicarsi al bob, con la stessa passione profusa nello sci, diventando ben presto il numero uno degli azzurri: alle Olimpiadi di Cortina del 1966 conquistò due medaglie d’argento, una nel bob a due (in coppia con Renzo Alverà) e l’altra nel bob a quattro (la formazione era composta, oltre che da Monti e Alverà, da Ulrico Girardi e Renato Mocellini). Nel 1964, a Innsbruck, portò a casa due bronzi (nel bob a due in coppia con Sergio Siorpaes e in quello a quattro con Gildo e Sergio Siorpaes e Benito Rigoni)e, quattro anni dopo, a Grenoble, riuscì finalmente a salire due volte sul gradino più alto del podio olimpico (con Luciano de Paolis nel bob a due e nel quattro con de Paolis, Mario Armano e Roberto Zandonella).

Ma il bobbista italiano fu anche un campione di sportività e, alle Olimpiadi austriache del 1964, divenne il primo atleta della storia a ricevere la medaglia Pierre de Coubertin: all’equipaggio britannico, composto da Tony Nash e Robert Dixon, si era guastato un bullone e l’atleta nativo di G decise di prestarne uno che era in dotazione alla truppa italiana. Furono proprio gli inglesi ad aggiudicarsi l’oro, mentre il bob italiano concluse al terzo posto. Monti non si pentì mai di quel gesto, consegnando alla memoria sportiva, una frase bellissima, che riassume il valore dello sport al di là della pura competizione sportiva: “Nash non ha vinto perché gli ho dato il bullone. Ha vinto perché è andato più veloce”.

IL MEDAGLIERE DEL BOB ITALIANO ALLE OLIMPIADI INVERNALI

La Nazionale azzurra si trova al quarto posto del medagliere con 4 medaglie d’oro, 4 d’argento e 4 di bronzo, per un totale di 12 medaglie.

Simone Lo Giudice
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