Il pugilato dilettantistico è stato inserito nei giochi olimpici estivi a partire dalla terza edizione del 1904 e da allora è sempre stato presente nel programma olimpico ad eccezione dell’edizione di Stoccolma 1912, in quanto si trattava di una disciplina bandita dalla legge svedese. Dal 2012 è stato introdotto anche il pugilato femminile e dal 2016 i Giochi sono stati aperti anche agli atleti professionisti: Carmine Tommasone è stato il primo professionista a qualificarsi alle Olimpiadi di Rio.

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L’ITALIA DELLA BOXE ALLE OLIMPIADI

La boxe olimpica ha regalato grosse soddisfazione all’Italia. Sono tanti gli atleti azzurri che hanno scritto il proprio nome nella storia delle Olimpiadi. Per molti di loro le Olimpiadi sono servite da trampolino di lancio per il raggiungimento del titolo mondiale tra i professionisti: tra gli atleti olimpici passati alla storia anche nel professionismo possiamo citare Sandro Lopopolo, Nino Benvenuti, Patrizio Oliva e Giovanni Parisi. Negli ultimi anni, però, il dilettantismo ha fatto da padrone in Italia, complice le difficoltà economiche affrontate dai pro. In questa ultima fase, atleti come Clemente Russo e Roberto Cammarelle hanno monopolizzato i pesi massimi e supermassimi, partecipando (e spesso vincendo) a più edizioni olimpiche. Domenico Valentino, dopo anni nei dilettanti, ha già annunciato il suo passaggio nei professionisti.

I PROTAGONISTI AZZURRI DELLA BOXE OLIMPICA

I primi grandi protagonisti della boxe olimpica furono Vittorio Tamagnini, Carlo Orlandi e Pietro Toscani, i cosiddetti “Tre moschettieri di Amsterdam”: tutti e tre si guadagnarono la medaglia d’oro rispettivamente nelle categorie dei pesi gallo, leggeri e medi. A loro tre si aggiunse anche Carlo Cavagnoli, bronzo nei mosca.

Alle Olimpiadi di Roma del 1960, i protagonisti assoluti furono Sandro Lopopolo e Nino Benvenuti: il pugile milanese, fu premiato con l’argento nei pesi leggeri, mentre l’istriano ottenne la medaglia più importante nei pesi welter. Le Olimpiadi di Mosca 1980 misero in mostra il talento di Patrizio Oliva, vincitore della medaglia d’oro nei pesi superleggeri.

Nel 2000 fu Paolo Vidoz a mettersi in luce con la conquista della medaglia di bronzo nei supermassimi, categoria che, a partire dal 2004, vide come protagonista Roberto Cammarelle: il gigante di Cinisello Balsamo (MI) salì sul podio in tre occasioni: ad Atene 2004 vinse il bronzo, mentre a Pechino fu premiato con la medaglia d’oro e, infine, a Londra, una decisione molto discutibile assegnò il massimo riconoscimento al locale Anthony Joshua (attuale campione mondiale dei pesi massimi per la sigla IBF), e al gigante di origini lucane andò l’argento. Nei pesi massimi, Clemente Russo ha vinto due argenti: a Pechino 2008 e a Londra 2012.

IL MEDAGLIERE DELLA BOXE ITALIANA ALLE OLIMPIADI

Nonostante la disfatta di Rio, l’Italia resta a ridosso del podio nel medagliere olimpico: la selezione azzurra è al quarto posto con 48 medaglie (15 ori, 16 argenti e 17 bronzi), dietro al Regno Unito (56 medaglie, 18 ori, 14 argenti e 24 bronzi), Cuba (73, 37 ori, 19 argenti e 17 bronzi) e USA (113, 54 ori, 25 argenti e 38 bronzi).

Simone Lo Giudice
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