25 anni fa Luca Sacchi coronava la sua ottima carriera da nuotatore con il bronzo olimpico a Barcellona 1992: ecco la storia di un’atleta tanto bravo in vasca, quanto dietro al microfono!

Luca Sacchi

Un’istantanea del Luca Sacchi atleta

UNA VITA DA MISTISTA E IL FAVOLOSO BRONZO DI BARCELLONA: LA CARRIERA DI LUCA SACCHI

Una vita da mistista. Ligabue riassumerebbe così la carriera di Luca Sacchi, che tutti conosciamo come puntuale e preciso commentatore tecnico del nuoto, ma è stato anche un grande atleta e un nuotatore di livello mondiale in un’epoca che non vedeva l’Italia centrare tre medaglie mondiali in una sola giornata. Il nuoto nel sangue e nel destino, per Luca, nato il 10 gennaio 1968 da una famiglia cresciuta a pane e vasche d’allenamento: il padre, la madre e due zii erano stati nuotatori e avevano fatto parte (con alterne fortune) della nazionale italiana, e papà Remo aveva anche fondato una società natatoria, la ”Dimensione dello Sport” (che ora vede lo stesso Sacchi presidente), nella quale il figlio ha vissuto tutta la sua carriera. Luca Sacchi si rivela al mondo nel 1984, centrando due medaglie agli Europei giovanili (argento nei 200 rana, bronzo nei ”suoi” 400 misti), e non si ferma più: è una carriera sfolgorante quella dell’azzurro, che inizia alternando rana e misti, e poi si dedica solo alla distanza che negli anni ha incoronato Phelps e Lochte, e in ambito italiano ha portato tante gioie a Boggiatto e Luca Marin. I 200 misti sono la gara preferita di Luca Sacchi, che nei 10 anni della sua carriera perderà un solo titolo italiano (da Battistelli, nel 1989), ma è coi 400 misti che l’azzurro si fa conoscere al mondo, vincendo l’oro ai Giochi del Mediterraneo 1991 e agli Europei di Atene dello stesso anno, e coronando la sua carriera con un 1992 fantastico. Luca inizia l’anno ottenendo il record mondiale in vasca corta col tempo di 4.08.77 (impressionante il raffronto con l’attuale WR, il 3.55.50 di Lochte), e poi sublima la sua stagione con una prova superba nella finale olimpica di Barcellona 1992: siamo al 27 luglio, esattamente 25 anni fa, e l’azzurro è uno dei possibili outsider di una finale che si preannuncia molto combattuta. Luca Sacchi parte lento, dato che la farfalla (o delfino) non è il suo stile, inizia la sua rimonta a dorso e la completa a rana, lo stile a lui più congeniale, nel quale sapeva rimontare come pochi: ai 300m l’azzurro è saldamente in terza posizione, e si difende nel finale dal ritorno dell’australiano Whalton, che era crollato dopo la prima frazione e si è ripreso nello stile libero. 4.16.34 il tempo dell’azzurro, che vale il bronzo (alle spalle di Darnyi e Namesnik) e il record italiano: un record strappato a Battistelli, che aveva conquistato la prima medaglia olimpica nella storia del nuoto maschile a Seul 1988 proprio con un bronzo nei 400 misti. E così Luca Sacchi bissa quel successo, ottenendo a 24 anni la medaglia tanto attesa.

IL RITIRO E LA NUOVA VITA DA COMMENTATORE TECNICO: L’ALTRA VITA DI LUCA SACCHI

È un bronzo che scandisce una carriera, quello di Sacchi, che dopo la medaglia olimpica rallenta i ritmi: l’azzurro salta l’Europeo, va a studiare per un anno all’estero e torna in gara ad altissimo livello nel 1994, chiudendo al 6° posto nei Mondiali italiani di Roma. Un 6° posto che viene ripetuto anche nella finale dei 400mx delle Olimpiadi di Atlanta 1996, in quella che sarà la sua ultima gara da atleta: Luca Sacchi si ritira proprio dopo i Giochi a soli 28 anni, e dà il via a una nuova carriera. L’ex atleta azzurro diventa presidente della sua società di nuoto, ma soprattutto si sposta dietro al microfono, diventando giornalista e commentatore tecnico delle gare per Raisport: un ruolo che Luca Sacchi ha sempre vissuto con grande passione e puntualità negli interventi, riuscendo spesso a prevedere gli exploit degli azzurri e sbagliando raramente le analisi. Da commentatore e voce tecnica, il medagliato di Barcellona 1992 ha vissuto in prima persona le gesta di Fioravanti, Rosolino, Paltrinieri, Pellegrini e di tutti i campioni del nuoto azzurro e mondiale dal 1999 in poi, e anche oggi (a 49 anni) è pronto a commentare le gare dei Mondiali di Budapest: e chissà come li festeggerà, Luca Sacchi, i 25 anni dalla sua medaglia olimpica

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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