Oggi è il compleanno di Daniele Garozzo, campione olimpico di fioretto a Rio 2016. Oggi il catanese compie 25 anni e sogna di ripetere l’impresa a cinque cerchi anche nelle prossime stagioni.

UN TALENTO PRECOCE

Daniele Garozzo ha la vittoria nel destino. Vien da pensarlo vedendo i risultati conseguiti anno dopo anno, in ogni competizione. Universiadi, Europei, Mondiali, Olimpiadi: non importa il tipo o l’importanza della gara, lui riesce ad ottenere sempre il miglior risultato possibile. Un pregio notevole, anche in virtù della giovane età. Classe 1992, ha imparato presto a tirare di scherma, anche per influenza del fratello spadista Enrico. Una passione condivisa in famiglia dunque, anche se con differenze nell’attrezzo utilizzato. Tuttavia, presto Daniele ha scartato la spada a favore del fioretto, che è parso esaltarne perfettamente le doti fin da subito. Un colpo di fulmine. Il primo metallo conquistato è l’argento nei campionati mondiali junior a cui ha fatto seguito il bronzo alle Universiadi di Kazan nel 2013. Un modo per rompere il ghiaccio, in vista di altri appuntamenti di maggiore importanza. L’anno di svolta è sicuramente il 2015: argento all’Europeo, battuto solamente da Andrea Cassarà, e oro nel fioretto a squadre. Tutto ciò prima di Rio 2016.

L’ORO A RIO 2016

L’Olimpiade, la gloria ed una strada verso l’oro da percorrere a 15 stoccate alla volta. Garozzo si trova improvvisamente ad avere un’occasione incredibile, ma a doversi anche misurare con la pressione, con il timore di incappare in un fallimento. I Giochi Olimpici hanno sempre avuto il potere di amplificare vittorie e sconfitte, successi ed insuccessi. Eppure la favola di Daniele prosegue, sempre a 15 stoccata alla volta. L’appuntamento con la storia il 7 agosto 2016. L’avversario Alexander Massialas, americano di origini greche, numero 1 del ranking. Apparentemente dovrebbe essere uno scontro impari, vista la differenza nella classifica (Garozzo è il numero 201). Eppure, le Olimpiadi hanno un alone di magia, qualcosa di speciale che rende ogni gara imprevedibile. Ed anche la finalissima di fioretto individuale non si sottrae a questa condizione. A sorpresa, la parità regge fino al 7-7, ma in seguito l’equilibrio si rompe. E non per mano del numero 1. Stavolta, Massialas deve arretrare e cedere il passo di fronte alle stoccate di Daniele, precise e letali. L’americano è imbrigliato dalla rete di mosse e contromosse attuate dal siciliano, non trova il cambio di ritmo, va in affanno, perde le misure. E Garozzo ne approfitta, con un cinismo impressionante. Il tabellone recita 14-7 per l’italiano. Un risultato clamoroso. Ma per la gloria manca ancora un ultimo passo, il più difficile. Massialas sente le spalle al muro e reagisce da campionissimo. Arrivano quattro stoccate consecutive. Match nuovamente in bilico ed un filo di tensione sembra farsi largo tra l’entourage di Garozzo. Dunque, è questa la paura di vincere, quel timore improvviso capace di bloccare ed abbassare anche il braccio più potente? Come si può superarla? Come si può battere? Massialas continua a pressare, conscio di non poter sbagliare, ma di non avere pressione. Ancora un altro assalto. Garozzo si toglie di dosso l’ansia, si scrolla i fantasmi della beffa. Ed affonda il colpo. L’attimo è colto. Ha vinto la medaglia d’oro. Daniele è euforico, sopraffatto dalla gioia. Ha la lucidità di cercare il volto della sua Alice, la fidanzata che lo ha seguito fin lì. Un momento unico, che, insieme ai ricordi dei recenti mondiali ed europei nelle competizioni individuali ed a squadre, forse farà capolino anche in questo giorno speciale di festeggiamenti.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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