Scherma. La storia di Daniele Garozzo, l’outsider di Rio 2016. Dagli inizi ad Acireale, con un compagno di allenamenti molto speciale, Billy, all’oro olimpico nel fioretto maschile individuale, sempre con il supporto dei genitori e del fratello Enrico, spadista tra i migliori al mondo.

Daniele Garozzo esulta sul podio di Rio 2016: è campione olimpico del fioretto maschile individuale (fonte: profilo Twitter ufficiale CONI)

Daniele Garozzo: l’eroe di Rio de Janeiro 2016

Nello sport, e in particolare nella scherma, ci sono attimi che durano in eterno. Mesi di preparazione e avvicinamento, anni di sacrificio e allenamenti, secoli di storia e tradizione si condensano in secondi, se non decimi o centesimi, istanti nei quali una stoccata, per pochi millimetri, può definire un’intera carriera. Il tempo, in pedana, è relativo: una giornata di gare può durare un’eternità e, allo stesso tempo, un assalto può finire in un momento. C’è poi, nella migliore delle ipotesi, il tempo che intercorre tra l’ultima, decisiva stoccata, valevole un oro olimpico, e la cerimonia di premiazione: l’attimo tra l’istante e l’eternità, tra la l’euforia e la gioia consapevole, il momento in cui passato, presente e futuro si fondono, regalando un istante senza tempo, da consegnare alla storia.

7 agosto 2016, Carioca Arena 3 di Rio del Janeiro: il pugno all’indirizzo degli spalti, verso suo padre Salvatore, che è solito occupare i posti più in alto, con le sue urla leitmotiv di ogni incontro; l’abbraccio con il fratello Enrico, dapprima indicato con il dito, perché nonostante un palazzetto gremito di pubblico la sua voce è la prima, se non l’unica, che sente, e il suo volto spicca costantemente; la corsa verso mamma Giuliana, che durante tutto il torneo ha stretto una bandierina tricolore per allentare la tensione; e le lacrime della sua ragazza, Alice, fiorettista anche lei, dunque ancor più consapevole di cosa significhi un oro olimpico. Per giunta, il numero “duecentouno” della storia dell’Italia alle Olimpiadi

Giochi di Rio de Janeiro, 7 agosto 2016, Carioca Arena 3: Daniele Garozzo è campione olimpico del fioretto maschile individuale.

La corsa di Daniele Garozzo dopo l’ultima stoccata della finale di Rio 2016, ancora prima dell’ufficialità dell’arbitro (fonte: pagina Facebook ufficiale FederScherma / Augusto Bizzi Team)

Il “Rocky siciliano”: dagli allenamenti con Billy all’oro di Acireale 2008

Daniele ha solo sette anni quando, quasi per caso, inizia a tirare di scherma. Lo fa perché è assolutamente inseparabile dal fratello maggiore, Enrico, di tre anni più grande. È con lui quando esce con gli amici e quando sale per la prima volta in pedana, perché il “fratellone” ha iniziato a praticare quello sport, la scherma, dopo che un amico di famiglia, Sebastiano Manzoni, ha riaperto una palestra in disuso. 

Oltre che a Enrico, Daniele è molto legato a papà Salvatore e a Billy, il suo compagno di allenamenti. Papà, quando Daniele è ancora un bimbo, lo accompagna due volte a settimana da Acireale a Modica: inizia presto presto a lavoro, salta la pausa pranzo per chiudere lo studio da angiologo alle 17:30, 130km di auto, un’ora e mezzo di andata, due ore di allenamento e un’altra ora e mezzo per tornare a casa. Perché nella palestra di Acireale c’è passione e affetto, sì, ma mancano i fiorettisti. Se non altro, se mai diventerà un grande fiorettista, confessa a volte il piccolo al padre, almeno passano del tempo insieme. Con loro, spesso, c’è anche mamma Giuliana, sopratutto quando ci sono le gare, con pasta al forno e frutta al seguito: tirare a dieci minuti dal pranzo non è sempre facile, ma completa al meglio una divertente giornata in famiglia.

L’abbraccio tra Daniele Garozzo e papà Salvatore alla Carioca Arena 3 (fonte: pagina Facebook ufficiale FederScherma / Augusto Bizzi Team)

Daniele ha anche un fido compagno di allenamenti: Billy. Lo ha conosciuto nella sua prima palestra, quella del maestro Domenico Patti, detto Mimmo, un coriaceo educatore di grande carattere. Più che in una palestra, in realtà, il maestro Patti insegna in un garage, in stile Rocky, con tre pedane incastrate; tante quante gli atleti che coach Patti porterà alle Olimpiadi: Enrico e Daniele Garozzo e Marco Fichera. La quasi totalità degli allievi, però, tira di spada: Daniele è l’unico fiorettista. In palestra, fortunatamente, c’è un manichino, usato per sponsorizzare la divisa sociale: i due fratelli lo requisiscono, lo agghindano con una divisa da gara e gli disegnano un viso. Si chiama Billy: Daniele trascorre ore e ore ad allenarsi con lui.

Passati dall’essere piccoli prodigi a diventare giovani promesse, le strade dei due fratelli sono destinate a separarsi. Ma solo momentaneamente. E non solo perché Enrico sceglie la spada e Daniele il fioretto: il maggiore dei fratelli si trasferirà a Roma; il minore, invece, appena diciottenne, a Frascati. Si rincontreranno, sono destinati a farlo. Dapprima ad Acireale, ai Mondiali Cadetti e Giovani del 2008: Daniele sarà medaglia d’oro nel fioretto individuale, categoria “cadetti”, ed Enrico vincerà l’oro nella spada individuale “giovani”. E poi, ovviamente in compagnia di papà Salvatore e mamma Giuliana, alle Olimpiadi di Rio 2016.

Un principe sulle pedane di Rio

Per l’Italia, storicamente, la scherma è la fucina delle medaglie olimpiche. E tra le sue varie discipline, il fioretto maschile non fa certamente eccezione

Ai Giochi di Rio 2016, a rappresentare i colori azzurri, c’è un autentico poker d’assi: Andrea Cassarà, quattro titoli mondiali e cinque Coppe del Mondo, sul gradino più alto del podio in ogni gara a squadre olimpica cui ha partecipato; Giorgio Avola, bronzo individuale agli Europei di Torun di quell’anno e parte del quartetto d’oro a Londra 2012; Andrea Baldini, tre volte campione europeo e un titolo del mondo nel contesto individuale, quarto nell’individuale e anch’egli d’oro nella rassegna olimpica precedente; e Daniele Garozzo, giovane prospetto oro nella gara a squadre dei Mondiali di Mosca 2015 e secondo nell’individuale della kermesse continentale di Torun 2016.

Due le modifiche nella squadra italiana rispetto a Londra 2012: non c’è Valerio Aspromonte, che è da poco entrato nel cast di “Ballando con le stelle”, sostituito da Garozzo; e Baldini, dopo aver guardato dalla tribuna l’individuale, dove l’Italia può schierare solo tre atleti, partirà dalla panchina nella gara a squadre. 

Giorgio Avola, Daniele Garozzo, Andrea Baldini e Andrea Cassarà: la squadra azzurra a Rio 2016 (fonte: pagina Facebook ufficiale FederScherma / Augusto Bizzi Team)

Tra i quattro, nonostante abbia già un palmares di tutto rispetto, l’outsider è indubbiamente “Garozzino”, uno dei soprannomi di Daniele. L’altro è “il principe”, perché a differenza di Avola, “il conte”, anch’egli siciliano, ma con occhi e barba scuri, irruente ed emotivo, è biondo, ha gli occhia chiari e in pedana è spietato e freddo. Qualità che il maestro azzurro Andrea Cipressa ha immediatamente compreso, facendone, nonostante i soli ventiquattro anni, uno dei cardini della squadra del fioretto italiano.  

È domenica 7 giugno. La cerimonia d’apertura s’è svolta il 5 e il 6 è iniziato il programma della scherma: l’Italia ha già conquistato una medaglia, un argento, nella spada femminile individuale, con Rossella Fiamingo. Il 7, alla Carioca Arena 3 di Rio, va in scena la gara del fioretto maschile individuale. Il primo a essere eliminato è Andrea Cassarà, sconfitto ai quarti dal britannico Kruse. A un assalto, anzi, a una stoccata dalla vittoria è costretto alla resa anche il “conte”, Giorgio Avola, beffato sul 15-14 dallo statunitense Alexander Massialas. Daniele, invece, è un fiume in piena: domina contro i portacolori dell’Egitto Ayad e Abouelkassem, rispettivamente nel primo e nel secondo turno, e ai quarti supera 15-8, nonostante la bolgia carioca, Guilherme Toldo, brasiliano di cui è molto amico, perché i due si allenano nella stessa sala, la Frascati Scherma. Ad attendere Daniele, in semifinale, c’è il russo Timur Safin, contro il quale, una manciata di settimane prima, ha perso l’oro agli Europei. L’azzurro è semplicemente perfetto: 15-8. È in finale. Ad attenderlo: Alexander Massialas. 

L’azzurro, nell’ultima gara del tabellone, parte al meglio. L’attenzione di Garozzo, però, resta massima. I due, infatti, si conoscono molto bene: rivali nelle giovanili, si sono più volte affrontati anche “tra i grandi”, spesso contendendosi una medaglia, nonostante abbiano entrambi meno di venticinque anni. Daniele sa che Massialas è uno specialista delle rimonte: nell’ultima prova di Coppa del Mondo l’azzurro era in vantaggio, sul 12-5, e l’americano ha vinto 15-13; ai quarti lo statunitense ha eliminato Avola, 15-14, all’ultima stoccata, partendo dal 14-8 in favore dell’italiano. È la gara più importante della sua carriera, ma il “principe”, in pedana, nonostante il calore del pubblico, è glaciale. È consapevole: Massialas rimonterà, sì, ma lui, comunque andrà, metterà la stoccata della vittoria. Perché per molti in quella finale il favorito non è certo l’azzurro, l’outsider della spedizione italiana; per tutti l’oro è quantomeno in bilico, protetto da un pronostico imponderabile. Ma per una persona, per Daniele Garozzo, quella gara è già scritta. E, come da lui pronosticato, Massialas mette un paio di stoccate, ma alla prima occasione l’azzurro piazza la stoccata decisiva: a vent’anni dal successo di Puccini ad Atlanta, Daniele Garozzo è medaglia d’oro nel fioretto maschile individuale.

Daniele Garozzo festeggia sulle pedane olimpiche di Rio 2016 (fonte: profilo Twitter ufficiale CONI)

Una “strana” road to Tokyo 2020

Daniele chiude la prima rassegna olimpica della carriera con una medaglia d’oro e un quarto posto nella gara a squadre, con gli USA a prendersi la rivincita nella “finalina”. Tornerà in pedana dopo qualche settimana, sarà tra i primi, e chiuderà la stagione 2016/2017 mettendo in bacheca la prima medaglia iridata nel contesto individuale, bronzo a Lipsia 2017, dove difenderà l’oro nella gara a squadre, e il primo titolo europeo individuale, a Tbilisi 2017. Seguiranno un successo mondiale, nella gara a squadre di Wuxi 2018; due argenti europei a livello individuale, Novi Sad 2018 e Düsseldorf 2019; oltre a due bronzi, in quartetto ai Mondiali di Budapest 2019 e agli Europei in Germania, e un argento nella gara a squadre di Novi Sad.

Al momento, come tutta la Nazionale italiana, Daniele attende l’inizio della nuova stagione, dopo un lockdown che l’ha costretto lontano dalle pedane, al sesto posto in Coppa del Mondo. Il tempo lo ha passato a casa della compagna Alice Volpi, fiorettista terza nell’ultimo ranking di Coppa, tra un po’ di allenamento in giardino e molte ore sui libri di medicina. Con il proposito, il prossimo anno, di laurearsi e diventare medico, ma anche di confermarsi campione olimpico del fioretto

Daniele Garozzo festeggia insieme ai compagni la medaglia d’oro azzurra ai Mondiali di Wuxi 2018 (fonte: profilo Twitter ufficiale Italia Team)

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Niki Figus
Giornalista pubblicista. Naufrago del mare che sta tra il dire e il fare. Un libro, punk-rock, wrestling, carta e penna.

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