Atletica leggera: Fiona May, la leggenda del salto in lungo italiano, due medaglie olimpiche, record e podi nazionali e internazionali. Questa è la sua storia.

Fiona May in azione

FIONA MAY, DALLA GRAN BRETAGNA CON TALENTO

Slough, Berkshire, Inghilterra. Il 12 dicembre 1969 da una coppia giamaicana di grandi lavoratori nasce Fiona May.

La bambina cresce in un periodo non facile, nell’Inghilterra degli anni ’80: è la sola ragazza di colore a scuola, e studiare non le piace molto. Preferisce fare sport, scusa perfetta per stare lontana dai libri.

Ogni anno, a scuola, viene organizzato lo “Sports Day”, con gli studenti impegnati in varie discipline e i genitori orgogliosi a fare il tifo. Fiona si cimenta ogni volta nelle 50 yard e vince sempre, anche contro i ragazzi. Approccia l’atletica leggera per gioco, la guarda in televisione, ma non ha ancora l’ambizione di diventare un’atleta professionista.

Un giorno, un suo professore chiama i suoi genitori e li convince a portarla al campo di atletica per una prova. Ci vanno una domenica e Fiona rimane affascinata da tutti quei giovani che corrono, saltano, fanno sport divertendosi con grazia e disciplina. Il presidente la approccia, chiedendole se le piace correre. La giovane Fiona risponde che certo, le piace, ma non come quei ragazzi, lei lo fa per gioco. Il presidente allora le propone di fare un giro di prova. Fiona May si lancia sui 400 metri, corre leggera, sciolta, come se non avesse mai fatto null’altro nella vita. Lo stupore è grande per tutti, soprattutto per la sua giovanissima età: Fiona ha solo 11 anni, troppo pochi per iscriversi ufficialmente. Deve aspettare ancora un anno.

Già da ragazzina Fiona May ha un carattere deciso: cerca di far cambiare idea al presidente, ma nulla di fatto. Piange per tre giorni e fa promettere a suo padre che a 12 anni sarebbero tornati a quel campo di atletica.

Per un anno Fiona prende lezioni di danza, fa corsi di teatro, si dedica agli sport proposti dalla scuola, dall’hockey su prato al netball. Ma il pensiero della giovane Fiona va a quella data, segnata sul calendario, quando vuole e pretende di tornare a quel campo di atletica. Il papà non la delude e mantiene la parola data.

Arrivata dal presidente, la dodicenne Fiona May gli chiede se si ricorda di lei e se deve fare un altro giro di pista. Il presidente si mette a ridere, le dice che non è necessario e sottolinea al papà quanto sia furba la sua figliola.

Da quel momento in poi, la crescita di Fiona May è costante, naturale, la pista di atletica è il suo elemento.

FIONA MAY, UNA VITA IN CONTINUA ASCESA E CAMBIAMENTO

Fiona May, alta 1,81m e con una spinta esplosiva da pantera, si concentra principalmente su salto triplo ma soprattutto salto in lungo, che diventa la sua specialità prediletta che le donerà tante soddisfazioni.

La sua carriera sportiva infatti è ricca di successi. Ancora ragazzina partecipa alle Olimpiadi di Seul del 1988, ma è già la migliore saltatrice britannica. Si presenta da campionessa mondiale juniores e per questo molti conoscono il suo nome. Quando nel villaggio olimpico incrocia Carl Lewis, lui la saluta con un sorriso e Fiona rimane pietrificata, non si capacita di essere lì, in mezzo a tutti quei grandi campioni.

Grazie all’atletica, Fiona May viaggia molto e cambia completamente vita. Nel 1992 si laurea in materie economiche all’Università di Leeds e partecipa alle Olimpiadi di Barcellona, dove non dà il meglio di sé, arriva scarica dopo le energie fisiche e mentali dedicate allo studio.

Ottenuto quell’importante traguardo personale, Fiona vuole dedicarsi completamente all’atletica, ad allenarsi al meglio. È il momento in cui si trasferisce in Italia, stravolgendo la sua carriera e la sua vita.

La Federazione inglese, nonostante i suoi risultati, non le offre quello di cui ha bisogno per continuare a crescere e a migliorarsi, per arrivare a vincere importanti medaglie internazionali. Anche il suo allenatore le suggerisce di andare altrove e i suoi genitori la supportano in tutto: male che vada, avrà sempre una casa dove tornare.

All’inizio non è facile ambientarsi: siamo agli inizi degli anni ’90, senza voli low cost, senza internet, senza mezzi di comunicazione veloci. Ma l’Italia la accoglie subito con gentilezza e lei non delude. E in Italia trova anche l’amore.

Diventa cittadina italiana per naturalizzazione dopo il matrimonio con Gianni Iapichino, astista e multiplista toscano, avvenuto nel 1994.

L’esordio nella Nazionale azzurra avviene nello stesso anno agli Europei di Helsinki, dove conquista la medaglia di bronzo nel salto in lungo. Nel 1995 arriva anche un inaspettato oro ai Mondiali di Goteborg, che la lega a filo doppio al suo nuovo Paese.

Fiona May ai Mondiali di Goteborg 1995

FIONA MAY E IL DOPPIO SOGNO OLIMPICO CON LA MAGLIA AZZURRA

Il grande spettacolo arriva alle Olimpiadi di Atlanta 1996: Fiona May vince la sua prima medaglia a cinque cerchi, salendo sul secondo gradino del podio

Fiona May con l’argento di Atlanta 1996

Fiona è un’atleta che non si accontenta mai, è sempre alla ricerca della perfezione. E in quella edizione olimpica si sente veramente parte di un gruppo molto unito quando Alessandro Lambruschi, che corre i 3.000 siepi, vince il bronzo e travolto dalla gioia la abbraccia gridando. Lei da britannica è imbarazzatissima, ma il calore italiano la fa sentire amata e accettata.

Dagli italiani, compagni di squadra e tifosi, trova sempre affetto e comprensione: non percepisce mai sentori di discriminazione, ma solo apprezzamento e voglia di conoscerla e di ringraziarla per i grandi risultati che ottiene con la maglia azzurra. Non viene mai indicata come l’inglese naturalizzata, non come quella che ha sposato un italiano, non come la ragazza di colore. Sottolineando che lo sport è un linguaggio universale, che unisce e non divide.

Diverso da quello che accade oggi, quando per straordinarie atlete azzurre di seconda o terza generazione, nate e cresciute in Italia, viene sottolineato il loro essere simbolo di qualcos’altro che non siano i loro risultati sportivi.

Il suo cammino prosegue con un bronzo ad Atene 1997, un argento a Siviglia 1999, la medaglia d’argento conquistata agli Europei di Budapest 1998, e con un altro oro mondiale a Edmonton 2001. Fiona è anche campionessa mondiale indoor nel 1997 e campionessa europea, sempre indoor, nel 1998; in quest’ultima occasione sigla il primato italiano di salto in lungo al coperto con la misura di 6,91 m.

Arriva anche un’altra partecipazione olimpica, a Sydney 2000, e un altro podio a cinque cerchi: in Australia Fiona May si mette al collo il secondo argento olimpico nella sua specialità, l’amato salto in lungo. Dopo questo ennesimo traguardo, su suggerimento del Presidente della Repubblica, il 3 ottobre 2000 Fiona viene insignita del titolo di Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Fiona May con l’argento di Sydney 2000

Fiona May detiene il record italiano nel salto in lungo, sia indoor che outdoor, che migliora sette volte, fino ad arrivare all’ultimo in occasione di una medaglia, quella di Budapest 1998, con 7,11 m. Firma per due volte anche il record nel salto triplo fino a portarlo a 14,65 m, successivamente superato da Magdelín Martínez.

Con quattro medaglie iridate – due ori, un argento e un bronzo –, Fiona May è a oggi l’italiana che ha ottenuto più podi ai Mondiali di atletica leggera.

FIONA MAY: DALLE PISTE DI ATLETICA AL MONDO DELLO SPETTACOLO

Fiona May viene allenata dal marito da cui ha avuto due figlie, Larissa Iapichino, che sta seguendo con grande successo le orme della mamma, nel 2002, e Anastasia nel 2009.

Fiona May con la figlia Larissa e l’ex marito Gianni Iapichino

Abbandonata la carriera sportiva, Fiona non finisce di stupire e entra nel mondo dello spettacolo, partecipando tra il 2006 e il 2007 alla terza edizione della trasmissione di Rai 1 Ballando con le stelle, condotta da Milly Carlucci, in coppia con Raimondo Todaro, e uscendone vincitrice con l’81% dei voti.

Fiona è anche protagonista della fiction Butta la luna, tratta da un best seller di Maria Venturi, e prende parte, insieme alla figlia Larissa, a una serie di spot per il marchio Kinder della Ferrero.

Vive con la famiglia vicino a Firenze nella località di Calenzano, e nell’estate del 2011 annuncia la sua separazione dal marito Gianni Iapichino.  

Dal 13 aprile 2015 prende parte come concorrente alla seconda edizione del programma Si può fare!, con la conduzione di Carlo Conti, su Rai 1.

In pedana nessuna come lei. In tutta la storia dell’atletica italiana. Fiona May, la signora del salto in lungo, ha alle spalle una carriera senza eguali. Per medaglie conquistate e longevità. Tra il 1994 e il 2001 è salita sul podio di Olimpiadi, Mondiali ed Europei. Due ori iridati, 4 argenti di cui 2 ai Giochi, e 2 bronzi: il suo è un passato da regina. E il presente, interpretato in molteplici ruoli, non è da meno. 

Fiona May
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Giornalista, onnivora di cultura a 360º. Lavoro nel campo dei media, in particolare nel mondo dell'informazione e social. Lo sport è una delle mie tante passioni, coltivata sul campo, sui libri e sullo schermo.

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