La storia di Francesco Damiani: dalla vittoria contro il mito della boxe olimpica Teofilo Stevenson, fino al raggiungimento del titolo WBO dei pesi massimi.

Fonte foto: Flickr.com

FRANCESCO DAMIANI: DALL’ARGENTO OLIMPICO AL TITOLO MONDIALE WBO DEI PESI MASSIMI

Quest’oggi, in occasione del suo compleanno, vi raccontiamo la storia di un mito della boxe italiana, Francesco Damiani, il secondo italiano nella storia dei pesi massimi a salire sul tetto del mondo della divisione regina del pugilato. Nato a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna, il 4 ottobre 1958, entrò per la prima volta in palestra a quattordici anni, accompagnato dal fratello e, dopo aver assistito ad alcune sedute di sparring, decise di non voler avere niente a che fare con questo sport. Fortunatamente, dopo qualche anno, incoraggiato dal presidente della Boxe Lugo, cambiò idea e capì che la boxe sarebbe stata parte integrante della sua vita.
Nel 1981 divenne campione europeo dei dilettanti e l’anno dopo partecipò ai campionati mondiali dei dilettanti a Monaco di Baviera: in Germania ottenne la medaglia d’argento (sconfitto in finale da Tyrell Biggs con un verdetto molto discutibile), ma la vera impresa realizzata fu quella di mettere fuori gioco il mito della boxe dilettantistica, il cubano Teofilo Stevenson (all’epoca detentore di tre ori olimpici e due mondiali), imbattuto da ben undici anni. L’errore di Stevenson fu quello di sottovalutare Damiani: l’italiano aveva un record fatto di 48 incontri vinti su un totale di 56 ed era di 7 cm più basso del cubano (alto 1.97), ma più pesante di tre chili. Nei primi due round gli attacchi di Damiani mandarono in difficoltà Stevenson, sorpreso dalla forza del ravennate che nel terzo round riuscì a contenere la furia del fenomeno cubano. Alla fine del terzo round il verdetto fu unanime: 5-0 per Damiani.
Nel 1983 si confermò campione europei dei dilettanti e l’anno successivo prese parte ai Giochi olimpici di Los Angeles: dopo la vittoria in semifinale per ko alla terza ripresa contro il britannico Robert Wells, perse in finale ancora una volta contro l’americano Tyrell Biggs, che si aggiudicò il match con un verdetto di 4-1.
Nel 1985 passò al professionismo: il 9 ottobre del 1987 , dopo 18 successi consecutivi, conquistò il titolo europeo superando per ko Anders Eklund, ad Aosta. Il 29 ottobre del 1988, al PalaTrussardi di Milano, si prese la rivincita sul suo rivale di sempre Tyrell Biggs, sconfitto per ko tecnico alla quinta ripresa. Il 6 maggio del 1989, allo stadio Nicola De Simone di Siracusa, Francesco Damiani scrisse il suo nome nella storia della boxe italiana e mondiale, diventando il primo campione dei pesi massimi per la sigla WBO (la boxe mondiale aveva iniziato a frammentarsi dando vita ad altre nuove federazioni), nonché il secondo italiano della storia a salire sul tetto de mondo dei massimi (dopo Primo Carnera), in virtù del successo ottenuto contro Johnny Du Plooy, sconfitto al terzo round. Le restanti sigle, chiaramente, erano detenute dall’allora star dei pesi massimi, Mike Tyson.
Damiani difese il titolo fino al 11 gennaio del 1991, sconfitto da Ray Mercer. Concluse la sua carriera da professionista con un record di 30 vittorie (24 per ko) e due sconfitte. E’ stato vicinissimo a un match contro Evander Holfield, ma un infortunio alla caviglia fece saltare la trattativa. Appesi i guantoni al chiodo, Damiani ha iniziato a lavorare per la Nazionale italiana, guidando gli azzurri alle Olimpiadi di Pechino, Londra e Rio.
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Marco De Silvo
Classe 1991, malato di boxe e calcio, segue con interesse anche altri sport. Oltre a scrivere per Azzurri di Gloria, collabora con Boxe-Mania e Bandiera a Scacchi.

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