Manca poco all’inizio dell’edizione del Giro d’Italia numero 100. Andiamo a ripercorrere insieme i momenti più intensi e significativi della corsa rosa.

Gilberto Simoni trionfa sullo Zoncolan nel 2007 (fonte Cycling News)

IL KAISER DELLE SALITE

Ogni salita è speciale, ha qualcosa di unico. La strada che si impenna emana sempre un fascino particolare. Ci sono salite che paiono fatte appositamente per esaltare le doti di un ciclista in particolare. Sembra che siano state create su misura di un atleta e non potrebbero essere realizzate diversamente. È il caso dello Zoncolan. Si tratta di un monte della Carnia, in Friuli. È alto 1750 m. E, soprattutto, è una salita spietata. Presenta due versanti, uno da Sutrio ed uno da Ovaro. Il Giro d’Italia ci è passato per due volte ed in entrambi i casi il protagonista è stato sempre lo stesso: Gilberto Simoni.

IL GUERRIERO TRENTINO

Classe 1971, nativo di Giovo, fisico da scalatore (170 centimetri d’altezza per 62 chili): Simoni è stato indubbiamente uno dei grandi protagonisti della storia del Giro d’Italia. Probabilmente, era destino che la corsa rosa lo avrebbe consacrato come uno dei più grandi corridori. Uno che è imparentato con la famiglia Moser ha le gare in bici nel sangue ed il successo scritto nel proprio DNA. Non potrebbe essere altrimenti. Gilberto inizia la sua carriera correndo con la mountain bike, prima di passare alla strada. Si dimostra un ottimo scalatore, anche se, inizialmente, è oscurato dal mito di Pantani. Quando la stella del romagnolo inizia la fase calante, è pronto ad emergere. Il Giro del 2001 diventa il primo assolo di “Gibo”. Stravince, dimostrando una tempra notevole in salita. Forse non sarà spettacolare, ma i suoi allunghi fanno malissimo. È resistente, non cede mai un centimetro. È spietato quando è consapevole della propria superiorità. Il popolo del ciclismo si schiera: c’è chi lo ama e chi lo detesta. Niente compromessi, niente sfumature.

LA RINASCITA DEL 2003

Fa discutere anche la sua presunta positività alla cocaina nel 2002, mentre sta disputando il Giro d’Italia. Il campione trentino si difende affermando di aver ingerito la sostanza con alcune caramelle, che gli erano state regalate. Assolto dall’accusa, torna alla corsa rosa l’anno successivo, dove lo attende il duello con Stefano Garzelli. Inizialmente, è il varesino ad andare in testa, grazie al successo sul Terminillo. A Faenza, il trentino si prende la rivincita e va al comando per soli 2 secondi sul rivale. Si arriva all’ascesa inedita dello Zoncolan, dal versante di Sutrio. È una salita durissima, con chilometri dalla pendenza superiore all’11%. Non ci sono strategie, servono solamente le gambe. È una sfida di resistenza. Simoni è il più caparbio. Lotta, si arrampica, sembra non ostentare troppa fatica. Il suo passo è insostenibile per tutti. Vince per distacco, lasciando Garzelli a 34’’. È il primo passo verso il secondo Giro d’Italia della sua carriera.

L’ULTIMO SQUILLO NEL 2007

La carriera di Simoni continua a regalargli soddisfazioni, anche se sulla sua strada trova un rivale inaspettato come Cunego nel 2004, una beffa incredibile nel 2005 ad opera di Savoldelli ed un Basso travolgente nel 2006. “Gibo” è sempre lì, un punto di riferimento per gli appassionati. Uno capace di animare sempre la corsa. Tuttavia, nel 2007, il trentino ha 36 anni ed i rivali sono sempre più giovani. Gilberto si batte, ma in quell’edizione il dominatore è Danilo Di Luca, mentre la nuova stella è il lussemburghese Andy Schleck. Si arriva alla tappa dello Zoncolan, con l’abruzzese in rosa ed il giovane talento pronto a stupire ancora. “Gibo” è virtualmente tagliato fuori dalla lotta per la vittoria, ma vuole comunque ritagliarsi una giornata di gloria. Stavolta si sale dal versante di Ovaro. Se possibile, è ancora più duro rispetto a quello affrontato nel 2003. Fa impressione vedere i ciclisti letteralmente piantati su veri e propri muri. La pendenza è notevole, fa venir male alle gambe solamente a guardare la strada. È una gara ad eliminazione. Cede presto Eddy Mazzoleni, secondo in classifica, seguito da Damiano Cunego. Quando la strada si fa più dura, si arrende anche Di Luca. La maglia rosa non riesce a reggere il ritmo scandito dal duo della Saunier Duval, Simoni e Piepoli. Con loro resiste solamente Schleck. Il lussemburghese ricorda Charly Gaul. È magro, e va fortissimo in salita. Ha un futuro radioso. Ma quel giorno “Gibo” non vuole arrendersi. I chilometri scorrono via lentamente e faticosamente. I ciclisti sono intrisi di sudore e acido lattico. Nella sua feroce pendenza, lo Zoncolan esalta l’essenza del ciclismo. Ci siamo: ultimo chilometro. Simoni guarda il suo fido gregario. Piepoli ha più risorse di lui? Forse dovrebbe dargli via libera? E Schleck, quel pennellone lussemburghese così talentuoso per la giovane età, come sta? Gibo inizia ad aumentare il ritmo, insieme al compagno ed una smorfia si intravede sul viso del giovanissimo atleta della CSC. Centimetro dopo centimetro, metro dopo metro, i due italiani prendono il largo e distanziano il rivale. Gli ultimi metri sono una parata. E Piepoli che fa? Decide di lasciare la scena a lui, al suo capitano, che a 36 anni ancora da compiere va a prendersi la vetta di una delle salite più dure al mondo.

LE STORIE OLIMPICHE DI AZZURRI DI GLORIA

Scopri tutte le storie olimpiche di Azzurri di Gloria anche sui nostri social: FacebookTwitter, Instagram, YouTube e Google +

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

    Potrebbero anche piacerti...

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *