Quest’oggi compie 33 anni Giuliano Razzoli, campione olimpionico nello slalom speciale a Vancouver 2010 e ultimo oro a cinque cerchi dello sci alpino: il nostro omaggio al Razzo.

Giuliano Razzoli

Giuliano Razzoli con la sua medaglia d’oro olimpica

DAGLI ESORDI A VANCOUVER: I PRIMI PASSI DI GIULIANO RAZZOLI

Da un piccolo comune del Reggiano all’oro olimpico: è questo l’inizio della favola di Giuliano Razzoli, un ragazzo partito da Castelnovo ne’ Monti (10mila anime, considerato il capoluogo dell’Appennino emiliano) e arrivato a coronare il sogno di ogni atleta. Il giovane Razzoli ha le idee chiarissime, e si mette gli sci ai piedi già a quattro anni, iniziando il lungo percorso che lo porterà all’apice di Vancouver 2010: l’esordio in Coppa Europa avviene nel 2004-05, i primi podi nella competizione ”secondaria” dello sci (riservata ai giovani o a chi è uscito dai primissimi pettorali) arrivano invece nel 2007, e Giuliano chiude 3° nella coppetta dello slalom di Coppa Europa. L’anno prima, però, c’era stata la grande soddisfazione di fare da apripista nello slalom di Torino 2006, con tanto di exploit non certificato dai cronometri della rassegna a cinque cerchi: essendo fuori gara, nessuno si era accorto che quel 22enne dalle belle speranze aveva realizzato il 3° miglior tempo nella prima manche. I presupposti per fare grandi cose, dunque, c’erano tutti, e qualche mese dopo ecco anche il debutto in CdM in Alta Badia (36° nel dicembre 2006) e i primi punti (24° a Kitzbühel): le prime soddisfazioni in CdM, però, arrivano nel 2009 e sulla magica pista di Zagabria, una delle preferite del Razzo. Giuliano Razzoli chiude 3° alle spalle di Grange e Kostelic, segnalandosi al mondo intero poichè era partito col pettorale 43: i Mondiali (la sua kryptonite: non è mai arrivato nei primi 20, con 4 ritiri dal 2009 al 2015 e il 22° posto di St. Moritz) vanno male, ma un anno dopo ecco la prima grande gioia in Coppa del Mondo. Ancora Zagabria, ancora una volta la pista croata a far esplodere di gioia Giuliano Razzoli: l’italiano è il più in forma, e conquista il primo successo in slalom speciale precedendo Moelgg e Lizeroux. Non esattamente due pivelli, e lo stato di forma del Razzo lo rende l’outsider in vista delle Olimpiadi invernali.

LA GIORNATA MAGICA DI VANCOUVER, GLI INFORTUNI E LE DIFFICOLTÀ: GIULIANO RAZZOLI DALL’ORO ALLA NORMALITÀ

27 febbraio 2010. È questa la giornata che cambia per sempre la carriera di Giuliano Razzoli, e va a realizzare il sogno di ogni atleta: il Razzo non è assolutamente il favorito sulla pista canadese, ma disputa una grande prima manche e si trova davanti a tutti, confermandosi nella seconda discesa nonostante qualche errore nel finale e conquistando l’oro olimpico (alle sue spalle Ivica Kostelic e Andre Myhrer). La sua prova, per pulizia nell’esecuzione e ritmo, assomiglia tremendamente a una danza, ed emoziona anche lo spettatore più freddo e neutrale: è la prima medaglia olimpica nello sci alpino dopo 16 anni (Tomba), il primo oro a 18 anni da quello di Alberto Tomba ad Albertville 1992 (gigante), un grande successo per l’Italia sportiva che arriva in una giornata magica per i nostri colori. Il 27 febbraio 1988 Alberto Tomba vinceva l’oro nello slalom delle Olimpiadi invernali di Calgary (interrompendo Sanremo!), il 27 febbraio 1994 lo stesso Albertone conquistava l’argento a Lillehammer tra i pali stretti (l’ultima medaglia per lui e per l’Italia, fino a Razzoli), il 27 febbraio 2010 Giuliano Razzoli (sotto gli occhi dello stesso Tomba, in lacrime all’arrivo) riporta l’Italia sul gradino più alto del podio nello sci alpino e nello slalom speciale: sia benedetto il 27 febbraio, apice della carriera del Razzo.

Dopo l’oro olimpico, Razzoli vive mesi complicati, con un infortunio che mina la preparazione e lo costringe a una partenza ad handicap: si spiegano così i piazzamenti altalenanti del 2010-11, una stagione che si conclude però con un bellissimo podio a Kitz e il secondo successo in CdM, ottenuto a Lenzerheide. Secondo e ultimo, dato che gli infortuni inizieranno a tempestare Giuliano Razzoli, che faticherà molto a tornare al livello di Vancouver e, dopo un 2° posto in Alta Badia a fine 2011, entrerà in crisi: il podio successivo arriverà addirittura tre anni dopo a Kranjska Gora (2° dietro Kristoffersen), e in generale saranno i problemi fisici e la scarsa condizione che ne consegue a farla da padrone nella carriera successiva del Razzo, che non è riuscito a difendere l’oro olimpico (non portando a termine lo slalom a Sochi 2014) e si è classificato al 22° posto nei Mondiali di Sankt Moritz del 2017, completando per la prima volta uno slalom iridato. Sin qui il suo 2017-18 non è stato esaltante, con piazzamenti intorno o oltre la 15a posizione, ma chissà che Giuliano Razzoli non riesca a rilanciarsi e regalarsi un’altra Olimpiade da sogno: l’Italia intera lo spera, perchè la storia dell’ultimo oro olimpico italiano non può interrompersi dopo 10 podi in CdM (2 vittorie, 5 secondi posti, 2 terzi posti: ultimo podio il 17 gennaio 2016 a Wengen) e tante delusioni nelle ultime stagioni.

E allora tanti auguri a Giuliano Razzoli, che quest’oggi compie 33 anni e spera di tornare presto ai livelli del 2010!

 

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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