Le Olimpiadi e la Seconda guerra mondiale, un capitolo del grande conflitto che non sempre viene ricordato ma che contribuisce a dare, nel suo piccolo, l’idea di quello che fu uno dei momenti più devastanti della storia dell’uomo e del quale oggi, in Italia, si celebra la fine.

Il 25 aprile in Italia si festeggia la Liberazione. In quella data, nel 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l’insurrezione generale in tutti quei territori che erano ancora controllati dalle truppe nazifasciste. Quel giorno non tutte le città italiane vennero liberate: a Piacenza, per esempio, si dovette attendere il 29 aprile, in Veneto si continuò a combattere fino ai primi di maggio, mentre nella stessa Milano, sede del CLNAI presieduto tra gli altri dal futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, le truppe americane arrivarono quattro giorni dopo il 25 aprile.

Questa data, però, è stata scelta per ricordare la fine della più terribile delle guerre che la storia ricordi. Una guerra, per l’appunto, mondiale che uccise decine di milioni di persone e che distrusse città intere oggi irriconoscibili per chi nacque negli anni Venti e Trenta, come Berlino o Rotterdam.

Quella guerra, tra le tante atrocità che si portò dietro, riuscì anche a bloccare le Olimpiadi. Con buona pace del barone De Coubertin, infatti, i Giochi non furono disputati né nel 1940 né nel 1944.

Le Olimpiadi e la Seconda guerra mondiale: Tokyo 1940

La città scelta per organizzare i Giochi dopo Berlino fu Tokyo. Nel luglio 1936, a pochi giorni dalla cerimonia di apertura di quelle che saranno le Olimpiadi della propaganda nazista e delle vittorie di Jesse Owens, il CIO scelse la capitale giapponese per ospitare quelli che sarebbero stati i Giochi della XII Olimpiade. In quell’occasione vennero indicate anche le date nelle quali si sarebbero dovute svolgere le gare: dal 21 settembre al 6 ottobre 1940.

Il percorso per la candidatura di Tokyo partì, come sempre avviene in questi casi, da molto lontano. Nel 1932, infatti, quando in Germania la repubblica di Weimar, ormai al collasso, era retta dal cancelliere Heinrich Brüning, il Comitato olimpico fu chiamato a scegliere tra quattro città. A rivaleggiare con la capitale giapponese furono Helsinki, Roma e Barcellona, con queste ultime considerate in vantaggio data la situazione internazionale. Il Giappone, infatti, invadendo la regione cinese della Manciuria e creandovi uno stato fantaccio era stato escluso dalla Società delle Nazioni, l’organizzazione sovranazionale nata per volere del presidente americano Wilson e antenata dell’ONU.

Nonostante ciò, Tokyo superò la concorrenza delle città europee e divenne così la prima organizzatrice non occidentale a ospitare i Giochi olimpici. Nel 1937, però, allo scoppio della guerra Sino-giapponese i Giochi della XII Olimpiade vennero riassegnati a Helsinki. Le nuove date dell’evento sarebbero dovute essere 20 luglio – 4 agosto 1941, ma anche in questo caso non si arrivò mai alla cerimonia d’apertura.

L’invasione della Polonia da parte delle truppe naziste il 1° settembre 1939 e la conseguente entrata in guerra di molti Paesi, tra i quali anche la stessa Finlandia impegnata nella Guerra d’inverno contro l’Unione Sovietica, portarono non solo al blocco di questa iniziativa, ma anche alla sospensione a tempo indeterminato delle attività del CIO.

Le Olimpiadi e la Seconda guerra mondiale: Sapporo 1940

Contestualmente all’organizzazione dei Giochi di Tokyo, l’Impero giapponese fu chiamato a organizzare anche le Olimpiadi invernali. I V Giochi olimpici invernali, infatti, si sarebbero dovuti disputare a Sapporo, tra il 3 e il 12 febbraio del 1940.

Anche in questo caso, la decisione del Paese del Sol levante di dichiarare guerra alla Repubblica di Cina a seguito dell’incidente del ponte di Marco Polo nei pressi di Pechino, avvenuto il 7 luglio 1937, portò allo spostamento della sede, nel 1938, a Sankt Moritz. La località svizzera aveva già ospitato la rassegna invernale nel 1928, in occasione dei II Giochi olimpici invernali.

Non se ne fece nulla: lo scoppio della guerra fermò anche questo evento. Sankt Moritz, comunque, non essendo stata toccata dai combattimenti vista la neutralità svizzera, ospietà le prime Olimpiadi invernali al termine del conflitto, nel 1948.

Le Olimpiadi e la Seconda guerra mondiale: Londra 1944

Anche i Giochi della XIII Olimpiade subirono lo stesso destino dei precendenti. Si sarebbero dovuti disputare a Londra, la capitale britannica infatti era stata scelta dal CIO nella seduta del giugno 1939, ad appena tre mesi dallo scoppio del conflitto. A contendersi l’organizzazione dell’evento furono questa volta anche Roma, Detroit, Losanna, Atene, Budapest, Helsinki e Montreal.

Atene, Budapest, Montreal e Helsinki non ricevettero nemmeno un voto, mentre Losanna e Detroit si fermarono, rispettivamente, a una e due preferenze. L’unica città che impensierì Londra (risultata poi vincente con venti voti) fu Roma: la capitale del Regno d’Italia si fermò però a undici preferenze.

Nel 1944 la guerra era ormai entrata nel suo quinto anno di combattimenti e, nonostante la Germania nazista e i suoi alleati, dai quali si era defilata l’Italia ormai passata per metà sotto il controllo degli Alleati e per metà controllata dallo stato fantoccio della Repubblica di Salò e direttamente dai tedeschi attraverso la Zona operativa delle Prealpi e la Zona d’operazioni del Litorale adriatico, continuassero a resistere, la disparità delle forze messe in campo era ormai schiacciante. Il terzo Reich aveva ormai i giorni contati, ma ci sarebbe voluto un altro anno intero per decretarne la fine, mentre per il Giappone si sarebbe dovuto attendere addirittura il settembre del 1945.

In questo quadro è facile capire come mai i Giochi di Londra non vennero disputati nel 1944: quattro anni più tardi, però, sarà proprio la città britannica a ospitare i primi Giochi post bellici.

Le Olimpiadi e la Seconda guerra mondiale: Cortina 1944

L’ultimo evento olimpico al quale si dovette rinunciare a causa del conflitto che stava martoriando l’Europa e il mondo furono i Giochi olimpici invernali del 1944. Come si è notato, in quegli anni, la versione invernale delle Olimpiadi veniva organizzata nello stesso anno dei più classici Giochi estivi.

© leolimpiadiditalia.it

Nel 1944 sarebbe dovuta essere la volta di Cortina d’Ampezzo, ma la nota località dolomitica non potè ospitare l’evento, così come Londra, proprio a causa della Seconda guerra mondiale.

Anche la Perla delle Dolomiti fu insignita dell’onore di organizzare le Olimpiadi durante la seduta del CIO del giugno 1939. La cittadina italiana vinse la concorrenza di Olso e della stessa Montreal, candidatasi al doppio impegno estivo e invernale e rimasta a bocca asciutta.

Inutile aggiungere che la guerra e le lunghe lotte portate avanti dalla Resistenza sulle montagne italiane martoriarono quel territorio, che poté effettivamente ospitare le Olimpiadi solamente nel 1952.

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Federico Sanzovo
Neolaureato e aspirante giornalista, scrivo su carta dal 2008. Sono tra i fondatori di Azzurri di Gloria. Mi occupo di blogging, web writing e social media managing. Amo il web, ma il profumo della carta stampata...

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1 Comment

  1. Le Olimpiadi a Cortina d’Ampezzo si svolsero solo nel 1956, grazie, bell’articolo.

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