Ricorre oggi l’anniversario della nascita di Marco Pantani, lo scalatore romagnolo scomparso nel 2004, ma rimasto nel cuore degli appassionati.

Marco Pantani in azione sulle strade del Tour de France

UN CAMPIONE UNICO

Mani basse sul manubrio. Via la bandana. In piedi sui pedali. Lo scatto. Duro eppure allo stesso tempo leggero, quasi senza fatica. Marco Pantani era magico. Riusciva a far sembrare tutto estremamente semplice. Addirittura, sfidare i 21 tornanti della leggendaria salita dell’Alpe d’Huez o scattare sulle severe pendenze del Mortirolo apparivano un esercizio facile per lui. Il Pirata di Cesenatico aggrediva la strada che si alzava con una forza inaudita. Quel fisico minuto e fragile diventava straordinariamente poderoso nella sua cavalcata. La magia delle sue azioni stava nel miracolo con cui un fuscello riusciva ad essere più resistente di fusti e tronchi apparentemente indistruttibili.

LE IMPRESE DEL “PIRATA”

Imbattibile. Era così che appariva a tutti Miguel Indurain, il cannibale spagnolo, nel 1994, prima di inchinarsi di fronte alle stoccate di quell’uomo piccolo piccolo, ma dannatamente ostinato e forte, sulle strade del Giro d’Italia. Anche Pavel Tonkov e Jan Ullrich sembravano due ostacoli troppo grandi nella corsa verso la doppietta leggendaria Giro-Tour del 1998; eppure quel Marco dalla parlata spiccatamente romagnola era riuscito ad entrare nel mito, nonostante i loro sforzi. Merito di una forza d’animo fuori dal comune. Quella voglia di farcela e di non arrendersi che gli aveva fatto superare delusioni e dolori immani, come in occasione del drammatico infortunio alla Milano-Torino del 1995.

MADONNA DI CAMPIGLIO E SIDNEY 2000

La domanda ricorrente tra gli appassionati di ciclismo e gli ammiratori di Pantani è sempre la stessa: cosa sarebbe successo senza quel controverso controllo ematico di Madonna di Campiglio? Probabilmente avrebbe tentato di realizzare la seconda doppietta tra due dei tre Grandi Giri e poi avrebbe guardato all’anno successivo, con la speranza di essere protagonista anche ai Giochi Olimpici di Sidney 2000. Olimpiadi a cui il Pirata partecipò con il morale sotto i tacchi, per via delle tante inchieste giudiziarie ed accuse sorte dopo quel drammatico 5 giugno 1999. Il 69esimo posto in terra australiana fu l’inizio del declino, umano prima che sportivo. Un pugno allo stomaco, dopo aver ritrovato il sorriso sulle strade francesi.

MARCO PANTANI: UN UOMO FRAGILE

Chissà come sarebbe andata a finire senza quel drammatico biennio 1999-2000. Un macigno troppo pesante da portare per le sue spalle, temprate da tante battaglie, e soprattutto per il suo carattere timido e riservato, troppo fragile per resistere a quell’onda. Quello tsunami si è abbattuto come una furia sul piccolo romagnolo, ma non ha cancellato la memoria delle sue gesta. Oggi, il popolo del ciclismo si ferma a celebrare il compleanno di una delle sue icone. Il 13 gennaio 1970 resterà una data storica per questo sport: a Cesena nacque un bimbo destinato a grandi imprese. Un uomo che amava semplicemente alzarsi sui pedali e volare via.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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