La pallamano, presente alle Olimpiadi in via sperimentale (al maschile) nel 1936, ma poi abbandonata fino al rientro in gioco del 1972 (la versione femminile è divenuta olimpica quattro anni più tardi), non ha mai dato grandi gioie all’Italia: gli azzurri infatti non si sono mai qualificati ai Giochi.

La pallamano alle Olimpiadi

L’ITALIA DELLA PALLAMANO ALLE OLIMPIADI

Come dicevamo, la storia della pallamano olimpica è stata abbastanza travagliata: dopo essere stata inserita nel 1936 sulla spinta della Germania hitleriana, e solo al maschile, questa disciplina è stata eliminata dai Giochi per sei edizioni, facendo nuovamente capolino nell’edizione di Monaco 1972 (ancora una volta, la Germania) e diventando sport olimpico al femminile nel 1976. La Germania dunque è stata la grande promotrice della pallamano alle Olimpiadi, ma non la dominatrice della specialità, che da anni ormai vede nella Francia la guida del movimento: i galletti, però, hanno vissuto una sorta d’anno zero a Rio, perdendo sia la finale maschile (contro la Danimarca), che quella femminile (vittoria per la Russia). E l’Italia? Gli azzurri, denotando tutti i problemi di un movimento ancora acerbo a livello internazionale, non si sono mai qualificati ai Giochi in questa specialità, che pure ci ha regalato un sorprendente oro al femminile nei Giochi del Mediterraneo 1987 (competizione che, con due argenti al maschile nel 1979 e nel 1997, è l’unica ad aver regalato gioie al movimento).

LO STATO DELLA PALLAMANO IN ITALIA

È un movimento acerbo a livello internazionale ed in difficoltà, quello della pallamano italiana, che mostra gli stessi problemi sia al maschile, che al femminile: questo sport infatti, nel Bel Paese, è ancora dilettantistico, e solo gli stranieri ed i giocatori di maggior prestigio finiscono col ricevere un salario vero e proprio. Un dato che dunque frena la pratica della pallamano in Italia, anche se ci sono circa 27mila tesserati e 464 società iscritte alla FIGH, che però spesso vivono momenti di crisi economica: anche per questo motivo la Serie A maschile (nata nel 1969) è stata ridisegnata con tre gironi da 9 squadre, così da ridurre gli spostamenti e le spese, mentre l’A1 femminile comprende sole 8 squadre. La pallamano italiana dunque è inferiore rispetto a quella di molti paesi, ed i risultati delle nazionali ne rispecchiano lo stato attuale: sia al maschile che al femminile, infatti, la pallamano italiana non è mai approdata ai Giochi, ed ha disputato un solo Mondiale. Gli azzurri si sono qualificati all’edizione 1997, chiudendo 17mi, mentre le azzurre hanno ospitato il Mondiale 2001 ed hanno chiuso 16me: ed agli Europei lo scenario non cambia, con la nazionale maschile che ha disputato solo l’edizione 1998 (da ospitante), con l’11° posto finale, e quella femminile che non si è mai qualificata. Insomma, i Giochi del Mediterraneo sono l’unica competizione che ha dato soddisfazioni ad un movimento che, allo stato attuale delle cose, sembra ancora decisamente lontano dalla prima qualificazione olimpica della pallamano azzurra.

Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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