Fonte Foto: pechino2008.coni.it

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All’alba del ventesimo secolo, in occasione della seconda Olimpiade dell’era moderna, quella di Parigi del 1900, la struttura dei Giochi Olimpici era molto differente da quella attuale: lo spirito sportivo la faceva da padrone e non c’erano televisioni, non c’era ancora la piaga del doping, non c’erano nemmeno le medaglie. I primi vincitori delle gare olimpiche, sia ad Atene sia a Parigi, infatti, non ricevevano una medaglia a simbolizzare la loro vittoria o il loro piazzamento sul podio, ma venivano premiati con coppe e trofei di vario tipo.

A testimonianza di quanto le primissime Olimpiadi potessero essere diverse da quelle a cui noi siamo abituati oggi, infatti, basti pensare che ai Giochi di Parigi 1900 in discipline come la scherma erano previste due tipologie di gare: quella per schermidori dilettanti e quella per i maestri d’armi. Non partecipavano quindi solo gli atleti nel senso attuale del termine, ma anche i loro “allenatori”.

Per fare un esempio alquanto esemplificativo, è come se agli ultimi Europei di Calcio il Commissario Tecnico Antonio Conte avesse affrontato in una competizione parallela Vicente Del Bosque, Joachim Loew e così via. Se però l’attuale tecnico del Chelsea non è riuscito ad andare oltre i quarti di finale, un altro Antonio Conte ha scritto, in un lontano giorno di 116 anni fa, il proprio nome nella Storia Olimpica dell’Italia.

Antonio Conte, nato l’11 dicembre 1867 a Traetto, ha conquistato infatti la seconda storica medaglia d’oro della Nazionale Olimpica Italiana, la prima delle 121 medaglie conquistate ad oggi dalla Scherma Azzurra. Carattere irrequieto, capello riccio e baffi irriverente, era un patito della tecnica che arrivò a perfezionare l’impugnatura della spada, seppur non avesse mai nascosto la sua predilezione per la sciabola. Talento sopraffino, da allievo vinse diverse gare, ma è da maestro che ottenne i risultati più importanti, seppur avendo iniziato molto giovane (a soli 22 anni): poco prima della sua vittoria nel campionato Maestri, infatti, il suo allievo Georges de la Falaise si laureò Campione Olimpico.

Si dice che il nome assegnato possa segnare la vita di una persona: se però ti chiami Antonio Conte, questa teoria può essere tranquillamente essere allargata anche al cognome. In questo caso, è palese, l’accoppiata all’anagrafe è perfettamente riuscita e ha assegnato ai fortunati una grande mentalità vincente.

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