Tanti auguri a Stefano Garzelli, campione indimenticato di ciclismo, vincitore del Giro d’Italia 2000, che oggi compie 44 anni.

Stefano Garzelli

IN PRINCIPIO FU… “IL PICCOLO PANTANI”

<<Stefano era un piccolo Pantani, un corridore forte e un ragazzo serio>>. Parole pronunciate da un direttore sportivo esperto e vincente come Beppe Martinelli. Effettivamente, quel varesino classe 1973 che si affacciava timidamente al ciclismo professionistico nella leggendaria Mercatone Uno 1997 aveva qualcosa di speciale. Non era spettacolare come il compagno di squadra più celebre, Marco Pantani, ma aveva altre qualità. Era dotato di una duttilità straordinaria: riusciva ad andare forte su tutti i terreni, in salita, in pianura ed in discesa. Martinelli lo aveva capito. Anche per quello lo prese con sé nella sua squadra, con la speranza che il giovane Stefano apprendesse dal capitano i segreti del faticoso ed al contempo nobile mestiere del vincente. Due anni di apprendistato furono più che sufficienti, prima che il destino sparigliasse le carte delle vite di Pantani e Garzelli.

DA MADONNA DI CAMPIGLIO AL SESTRIERE

Il caso controverso della squalifica del Pirata dal Giro d’Italia 1999 aprì scenari inediti. Marco perse la voglia di correre e la Mercatone Uno trovò improvvisamente in quel ragazzo di 26 anni la speranza per ripartire dal grande shock. Stefano dovette crescere improvvisamente. D’un colpo ecco la pressione e la difficoltà di chi deve assolutamente fare risultato. Giro d’Italia 2000, il grande appuntamento. Non una corsa come le altre. A sorpresa si aggregò anche Marco Pantani, non senza dubbi e perplessità. La prime ascese decretarono l’inizio del declino sportivo del campione romagnolo, mentre lanciarono il varesino in un duello serrato contro altri pretendenti per la vittoria finale. Su tutti spiccava Francesco Casagrande, divenuto presto padrone della gara. E poi c’era anche Gilberto Simoni, lo scalatore trentino. Una lotta inaspritasi nella seconda settimana. Casagrande al comando saldamente, con una trentina di secondi su Stefano e quasi un minuto su Simoni. Poi le tre tappe della verità. Nella Genova-Prato Nevoso, il “piccolo Pantani” si impose davanti ai diretti rivali e, grazie agli abbuoni, iniziò a ridurre lo svantaggio. Ecco la Saluzzo-Briançon, ecco gli spunti di Gilberto, finalmente a suo agio. Qualche difficoltà per Garzelli, la pedalata legnosa, le gambe apparentemente meno scattanti. Forse la fine del sogno. Anzi no, perché gli aiuti talvolta sono insperati. Ecco Pantani, quello vero, pronto a sostenere il compagno, rintuzzando gli assalti dei rivali e facendo esplodere l’Izoard. Leale e sincero, Marco diede una mano fondamentale e questo gli valse la riconoscenza di Stefano. Appuntamento con la storia: Briançon-Sestriere, 34 km a cronometro. Garzelli partì forte e proseguì andando in una progressione costante. Casagrande, invece, accusò un leggero fastidio alla gamba. Il ritmo della Maglia Rosa si fece sempre più fievole e debole, metro dopo metro, perdendo secondo su secondo. La beffa delle beffe per il corridore della Vini Caldirola, l’apoteosi per il “piccolo Pantani”, finalmente giunto alla propria consacrazione. Una vetta mai più toccata negli anni successivi, tra sfortune ed episodi controversi. Probabilmente il pupillo di Martinelli avrebbe meritato molto di più, ma ha raccolto meno di quanto il suo talento gli avrebbe concesso. Difficile e forse eccessivo ricercare un colpevole per questa mancanza. Semplicemente, è giusto ricordare della sua impresa nel 2000 in un giorno speciale come questo.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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