Quest’oggi compie gli anni Jury Chechi, nato proprio l’11 ottobre 1969: il nostro omaggio al ”Signore degli anelli”, leggenda dello sport azzurro e della ginnastica artistica. Auguri Jury!

Jury Chechi

Jury Chechi in azione durante i Giochi di Atlanta ’96

DAL POKERISSIMO MONDIALE ALL’ORO DI ATLANTA E NON SOLO: LA FANTASTICA CARRIERA DI JURY CHECHI

Un ex bambino prodigio, che quest’oggi compie 48 anni: Jury Chechi è nato l’11 ottobre 1969, e la ginnastica era nel suo destino sin dalla tenerissima età. Il piccolo Jury (nome ”ereditato” da Gagarin) è uno scricciolo, ma si appassiona alla ginnastica per ”colpa” della sorella che era iscritta in una palestra di Prato, e dopo qualche anno passato a far ammattire la mamma e tentare evoluzioni in casa (”a cinque anni ho eseguito il mio Tzukahara alzandomi per andare all’asilo”), si iscrive a sua volta nel 1976, dando il via a una carriera fantastica. Benedetto il giorno in cui Chechi scelse di passare alla ginnastica, benedetto il giorno in cui si trasferì a Varese (1984) per allenarsi duramente dopo l’ingresso nella nazionale juniores e conobbe il suo maestro storico Bruno Franceschetti, colui che l’ha convinto a specializzarsi negli anelli e trasformarsi nel campione di cui l’Italia aveva bisogno. È un binomio epico, quello tra Jury Chechi e Bruno Franceschetti, che regala all’Italia ori e medaglie a profusione a livello internazionale: il giovane Jury parte con due argenti mondiali (Stoccarda 1989 e Indianapolis 1991), ma poi finisce con lo spiccare il volo ed entrare nella storia della ginnastica artistica. 5 ori mondiali consecutivi negli anelli, un dominio durato da Birmingham 1993 a Losanna 1997, passando per Brisbane, Sabae e San Juan, che va a risarcire Chechi della delusione del 1992: l’azzurro era il grande favorito per la gara degli anelli ai Giochi di Barcellona 1992, ma si rompe il tendine d’Achille e decide di riciclarsi come commentatore tv. Ad Atlanta 1996, però, la storia è totalmente diversa, e arriva quella medaglia che ogni atleta sogna: l’azzurro è semplicemente perfetto nel suo esercizio, si rende imbattibile e conquista l’oro olimpico negli USA. Un oro che lo rende appagato, insieme al pokerissimo mondiale (e alle altre medaglie internazionali), e così Jury Chechi decide di porre fine alla sua carriera alla fine del 1997, in quello che sarà il suo primo ritiro.

IL DOPPIO RITORNO DAL RITIRO, L’APOTEOSI AD ATENE E IL POST-CARRIERA: L’ALTRO JURY CHECHI

Un ritiro che dura due anni, poi il richiamo della palestra diventa troppo forte e Jury Chechi torna in gara, inseguendo la qualificazione a Sydney 2000 e il bis olimpico: un bis che salta per un brutto infortunio al tendine brachiale del bicipite, che spinge ”Il signore degli anelli” al nuovo addio alla ginnastica. Nel 2003, però, ecco il rientro alle gare per una promessa fatta al padre, un comeback che lo porta all’ingresso nella leggenda: Chechi approda alle Olimpiadi di Atene 2004, si conferma tra i migliori della disciplina nonostante i 34 anni e conquista uno strepitoso bronzo, togliendosi anche lo sfizio di contestare il successo del greco Tampakos, premiato inspiegabilmente dai giudici nonostante qualche errore a scapito della leggenda Jordan Jovtchev. Jury alza il braccio del bulgaro e mostra alla giuria che ”lui è il vero vincitore”, e poi chiude la sua carriera proprio dopo quel bronzo.
Una carriera straordinaria, con due medaglie olimpiche (oro ad Atlanta, bronzo ad Atene), 4 ori europei consecutivi negli anelli (da Losanna 1990 a Copenhagen 1996, più due argenti nel concorso generale e nel corpo libero), 7 medaglie mondiali (5 ori consecutivi, due bronzi), quattro medaglie alle Universiadi (tre ori e un argento) e 16 medaglie ai Giochi del Mediterraneo: una rassegna che lo vede conquistare 13 ori (13!), con un’edizione fantastica ad Atene 1991, quando Jury Chechi vince l’oro nel corpo libero, nel cavallo, negli anelli, nelle parallele, nel concorso a squadre e nel concorso generale. 6 ori, sei nella stessa edizione, un’edizione dominata che, sommata agli altri risultati del favoloso atleta azzurro, ben dimostra la forza di Jury Chechi: dopo il ritiro e dopo quegli anni da presidente della Commissione Atleti (2001-04), il signore degli anelli si reinventa pian piano, iniziando una carriera televisiva come ospite (”Buona la prima”), giudice (”Si può fare”), co-conduttore (”Ninja Warrior”), commentatore tecnico per Sky a Londra 2012 e addirittura maestro di ”Amici” quando i ragazzi si cimentavano ancora nella ginnastica artistica, figura di spicco nell’inaugurazione dei Giochi invernali di Torino 2006 e ingresso in politica nella sua Prato. Un’esperienza, quella politica, che sommata all’affetto e alla stima degli atleti attuali e passati, lo stimola a candidarsi per la presidenza della Federginnastica a fine 2016: Jury Chechi le prove tutte, ”disegna” una squadra di lavoro nella quale figura anche Igor Cassina, ma viene sconfitto di misura da Tecchi (52.3% contro 47.7%) e si mette a disposizione della Federazione per lavorare al quadriennio che ci porterà a Tokyo 2020, realizzando anche un suo training camp di qualche giorno (Jury Chechi gym academy).
Insomma, il futuro di Jury Chechi è ancora tutto da definire, ma tutto quello che ha lasciato allo sport e ai tifosi italiani resta: tantissime gioie, una strepitosa medaglia d’oro olimpica che mancava da 32 anni (Menichelli, corpo libero a Tokyo 1964) e la voglia di non mollare mai e lottare sempre per i traguardi prefissati, ben testimoniata anche nel suo libro ”Semplicemente Jury”. E allora tanti auguri a Jury Chechi, che quest’oggi compie 48 anni!

Jury Chechi

Jury Chechi ai giorni nostri: l’ex atleta è stato recentemente sconfitto nelle elezioni per la presidenza della Federginnastica

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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