La nostra intervista a Emanuele Buzzi, giovane sciatore della nazionale azzurra che si sta affacciando nel circus della Coppa del Mondo, e ha come miglior piazzamento un 22° posto in discesa: le sue parole ai nostri microfoni.

Emanuele Buzzi: il giovane sciatore ha rilasciato un'intervista ai nostri microfoni, raccontandoci la sua carriera e le sue speranze per il futuro

Fonte foto: mondoudinese.it

UN GIOVANE TALENTO IN MEZZO AI GRANDI: L’ESPERIENZA DI EMANUELE BUZZI NELLO SCI ALPINO

22 anni e tanta voglia di emergere e dimostrare che le qualità sfoderate in Coppa Europa, ”palestra” per i giovani campioni che l’ha visto centrare il 3° posto nella classifica generale nel 2016 (trionfando nella coppa di Super-G e accumulando 7 podi, con due vittorie), non erano solo un fuoco di paglia: Emanuele Buzzi è uno dei nomi nuovi dello sci alpino italiano, un atleta classe ’94 che ha esordito in CdM nel 2014 nella discesa della Val Gardena, e ha vissuto un autentico anno magico nel 2016.

Al 3° posto in Coppa Europa, infatti, si sono aggiunte le prime soddisfazioni in Coppa del Mondo, col 22° posto nella discesa libera della Val d’Isere come miglior piazzamento in carriera: ma Emanuele ha centrato diversi piazzamenti nei trenta, da ultimo il 28° posto nel Super-G sulla storica Streif di Kitzbühel, una pista leggendaria che mette i brividi.

E non è finita qui, dato che coi suoi risultati Emanuele Buzzi è ancora in lizza per conquistare un posto nella rosa azzurra per i Mondiali di sci, come lui stesso ci ha svelato: sarà la tre giorni di Garmisch a definire le gerarchie e i convocati azzurri. È un’intervista a tutto tondo, dunque, quella con Emanuele, che ci ha parlato anche dei suoi esordi e delle sue aspettative ed emozioni.

EMANUELE BUZZI: L’INTERVISTA ESCLUSIVA DI AZZURRI DI GLORIA

Ciao Emanuele, cominciamo dai tuoi esordi: perchè hai scelto lo sci alpino?

”Beh, diciamo che la scelta dello sci è stata indirizzata anche dalla realtà in cui vivo: sono di Sappada, un ambiente che respira sci, e poi comunque mia mamma è stata uno sciatrice, mio papà ha praticato il biathlon e anche mio nonno era uno sportivo che faceva salto con gli sci. Diciamo che la tradizione sportiva c’è sempre stata in famiglia, io ho provato sia lo sci di fondo che lo sci ”di discesa”, mi sono appassionato alla discesa e ho scelto quella strada: la realtà di Sappada mi ha anche aiutato, dato che le piste sono vicino a casa ed è sempre stato comodo andare ad allenarsi, anche dopo la scuola (anche se ora, essendo sempre in giro per la CdM, mi alleno pochissimo in paese). Di fatto, ho sempre fatto questo da quando ho 4 anni”.

Hai esordito in Coppa del Mondo a 20 anni, in una discesa in Val Gardena (nel dicembre 2014, arrivò 50°): cosa ricordi di quel giorno? Che emozioni hai provato?

”Le emozioni dell’esordio in CdM ti rimangono, perchè è da quando hai iniziato a fare lo sciatore e pensare di fare di questo sport il tuo futuro, che hai l’obiettivo di gareggiare in Coppa del Mondo: è stata una bella emozione, anche perchè ho esordito in casa, davanti alla mia famiglia che era venuta a vedermi e ai miei amici, quindi è stata una bella esperienza. L’emozione passa in fretta, perchè alla fine vuoi sempre di più e inizi a cercare i risultati di livello, però è stato senza dubbio un bel ricordo”.

Il 2016 è stato il tuo anno: hai ottenuto un grande risultato in Coppa Europa, arrivando 3° nella generale e vincendo la coppa di Super-G…

”Sì esatto, sono arrivato 3° nella generale (2 vittorie, 3 secondi posti e due terzi posti), ho vinto la coppa di Super-G e sono arrivato 2° in quella di discesa: è stata un’ottima stagione, perchè alla fine ho centrato il mio obiettivo, che era quello di farmi spazio in Coppa Europa per guadagnarmi il posto fisso in CdM, e tra l’altro sono riuscito ad andare a punti sia in discesa che in Super-G in Coppa del Mondo, e quindi è stata senz’altro una stagione soddisfacente e positiva”.

Il tuo miglior piazzamento sin qui è un 22° posto nella discesa in Val d’Isere, senti di essere vicino a centrare un piazzamento nei primi 15-20? E quali sono le tue aspettative per il finale di stagione e per il futuro?

”Quest’anno mi ero posto l’obiettivo di arrivare sempre nei primi 30 e/o nella zona-punti in Coppa del Mondo, più che altro perchè questo è il primo anno che faccio una stagione completa in CdM, quindi ho visto molte piste per la prima volta, e soprattutto nelle gare di velocità l’esperienza e l’abitudine a certe piste aiuta tantissimo. Lo sto rispettando, e quindi sarà questo il mio scopo nei prossimi mesi, anche se sento che in alcune gare posso fare anche meglio ed entrare nei 20. Dipenderà tantissimo dalle gare, ad esempio nell’ultimo weekend di Kitz gareggiavo per la prima volta sulla pista più difficile del circuito (la Streif, ndr), e quindi già andare a punti era un bellissimo risultato”.

E la Streif ti ha visto arrivare 28° nel Super-G. Quanto è difficile gareggiare su una pista di quel tipo, che trasuda storia e tradizione, ed ha portato molte gioie all’Italia?

”Beh, è una bella emozione, un qualcosa di diverso: è una gara che ha molto seguito, con un’atmosfera bellissima (spesso si è visto Schwarzenegger premiare il vincitore della discesa, ndr) e una pista difficile e totalmente diversa dalle altre. Gareggiare lì è davvero entusiasmante, la pista soprattutto in discesa ti impegna molto, mentre in Super-G, saltando la prima parte, si perde un po’ di spettacolarità”.

Facendo parte della squadra dei discesisti azzurri, ti alleni costantemente coi vari Innerhofer, Paris ecc.: come sono ”dal vivo” questi grandi campioni?

”Da quest’anno sì, mi alleno sempre con loro. È un’ottima cosa, perchè stai fianco a fianco con gente che ha vinto e può vincere gare, e comunque ha un posto fisso nei primi in classifica: è uno stimolo grande, sai che loro possono ottenere grandi risultati, quindi anche in allenamento, che comunque è diverso dalle gare, arrivarci vicino nelle prove cronometrate ti dà grande sicurezza nei tuoi mezzi e ti stimola molto. E poi, soprattutto, riesci ad imparare tante cose sulla preparazione, l’organizzazione delle gare, lo stile con cui affrontano le piste, la professionalità che deve avere un atleta di un certo livello… È un po’ come andare a scuola, insomma”.

Quali sono le tue speranze di andare ai Giochi di Pyeongchang 2018?

”Diciamo che è ancora prematuro parlare delle Olimpiadi, anche perchè intanto quest’anno ci sono i Mondiali: ci sono quattro posti a disciplina e tre di questi (sia in Super-G che in discesa) sono ovviamente già assegnati a Fill, Innerhofer e Paris, mentre per il quarto c’è ancora una speranza, dato che il posto è ancora vacante. Le ultime due gare a Garmisch (una discesa venerdì a recupero di quella saltata a Wengen, e un’altra sabato) saranno importanti per la decisione del ct, perchè nessuno degli altri componenti della squadra è qualificato, e quindi sarà la direzione tecnica della squadra a selezionare l’ultimo atleta: sarà importante far bene, di fatto posso giocarmi il posto con Casse e De Aliprandini, che ha fatto bene in Super-G quest’anno ed è un papabile convocato”.

Tu gareggi in discesa libera e Super-G, quale disciplina preferisci tra le due o ti dà maggior sicurezza? Anche se immagino che sia un po’ come chiederti di scegliere tra padre e madre (scoppiamo entrambi a ridere, ndr)…

”Questo è vero! (ride) Un paio di anni fa ero un po’ più orientato verso il Super-G, perchè arrivavo dal gigante e in discesa facevo più fatica, adesso come adesso quasi quasi sceglierei la discesa, se devo essere sincero: lì c’è ancora un gap a livello di esperienza e abitudine, però comunque le discese sono più o meno tracciate uguale, mentre il Super-G alla fine cambia molto da tracciatura a tracciatura anche se la pista rimane la stessa. Mi piacerebbe fare molto bene in discesa, perchè in molti luoghi è la discesa quella che conta maggiormente e crea più pathos: ti faccio l’esempio di Kitz o della Val Gardena”.

La discesa vince anche per l’ebbrezza della velocità, come direbbe Paris che ha definito la sensazione provata durante una discesa ”mistica”…

”Sicuro, lì c’è ancora una forte componente d’istinto, quella pazzia di buttarsi giù pensando un po’ meno alla tecnica e a tante cose diverse: è una gara istintiva, e questo mi affascina”.

I NUOVI APPUNTAMENTI DELLO SCI ALPINO: DALLA TAPPA DI CDM AI MONDIALI

Come ci ha più volte ripetuto Emanuele, che tra martedì e mercoledì era andato ad allenarsi in Alto Adige e poi è partito per Garmisch, la tappa ”tedesca” di CdM sarà fondamentale per le convocazioni del Mondiale: venerdì ci sarà una discesa libera a recupero di quella persa a Wengen, seguita da un’altra discesa sabato e dal gigante di domenica nella località che ospitò le Olimpiadi invernali del 1936. Poi, tutti gli occhi saranno puntati sui Mondiali di Sankt-Moritz, che terranno banco dal 6 febbraio al 19 febbraio: e chissà se tra i partecipanti ci sarà proprio Emanuele Buzzi

Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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