Giovedì la FISI ha celebrato i suoi campioni e i medagliati mondiali durante il suo consueto Media day alla Terrazza Martini di Milano: abbiamo realizzato svariate interviste, ecco quella a Dominik Windisch!

Dominik Windisch festeggia la medaglia d’oro conquistata nella mass start dei Mondiali di Östersund 2019 (fonte: pagina Facebook ufficiale di Dominik Wndisch)

FISI MEDIA DAY, L’INTERVISTA A DOMINIK WINDISCH

Dominik Windisch è stato uno dei grandi protagonisti della stagione del biathlon azzurro, arrivando in forma al momento giusto e ai Mondiali di Ostersunds: il bronzo olimpico ha conquistato l’oro individuale, ottenuto con una rimonta strepitosa nell’ultimo poligono e un giro finale al cardiopalma. L’ha fatto a poche ore dall’oro di Dorothea Wierer, in una giornata storica per il biathlon italiano: abbiamo intervistato Dominik Windisch durante il FISI Media day, ecco le sue parole.

Ciao Dominik, partiamo dal tuo oro mondiale. Hai vinto dopo una fantastica rimonta dal 13° posto con l’ultimo poligono, ci racconti le sensazioni di quella giornata? Ti eri accorto di essere in testa, oppure no?

”Non me n’ero minimamente accorto. Ero concentrato su di me e sul mio lavoro, e ci ho creduto fino alla fine. Sapevo che con le condizioni che c’erano poteva succedere di tutto, infatti gli altri hanno fatto errori, io no e li ho presi tutti. Uscendo dal poligono, fino alla prima salita non sapevo neanche di essere in testa: quando me l’hanno detto ero sorpreso e scioccato, mi tremavano anche le gambe. Mi sono ripreso subito, e ho dato tutto per portare la gara fino alla fine e vincere”.

La tua è stata una grande vittoria a livello mentale. Quanto è importante questo aspetto nel biathlon?

”Fondamentale. Bisogna crederci sempre. Se una gara va male, quella dopo può andare bene: bisogna lavorare, lavorare e lavorare. Se non funziona qualcosa, si analizzano gli errori e si cerca di migliorare, senza mollare mai. Questa è una cosa che ho imparato da bambino, quando ero spesso ultimo e arrivavo sempre indietro: lì ho imparato a perdere e non arrendermi, e sono arrivato qui”.

Diciamo che l’insegnamento è arrivato all’intera nazionale italiana, che probabilmente ha vissuto la sua miglior stagione tra CdM e Mondiali, raccogliendo il frutto del duro lavoro.

‘Ci abbiamo sempre creduto, ma non ci aspettavamo una stagione così. È andato tutto benissimo, soprattutto alle donne che hanno vinto la CdM generale, ottenendo un risultato speciale e indimenticabile. È stata una vittoria importantissima per l’Italia e per il nostro sport. Ora sappiamo che possiamo giocarcela ogni volta, e questo ci stimola ad allenarci sempre più duramente”.

Bronzo olimpico a PyeongChang, oro mondiale: dove vuoi arrivare ora? Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi?

”L’obiettivo è sempre lo stesso, vincere, ma ormai ho raggiunto dei grandi risultati e sono contento. Questo mi rende più tranquillo per il futuro, ma non ho perso la motivazione e ho tanta fame: voglio ancora tanti successi”.

Prima abbiamo parlato dell’aspetto mentale, e ora ti chiedo: ma quanto e come si allena un biatleta?

”Non è facile fare una tabella dei nostri allenamenti, ma ci ritroviamo a pensare sempre al biathlon. Anche quando torni a casa, magari anche di notte mentre sei a letto, ti ritrovi a pensare a dove potresti migliorare, agli accorgimenti da prendere per diventare più forte e soprattutto al tiro. Nel fondo fai il tuo allenamento e poi finisce tutto lì, mentre il tiro è molto ”cerebrale”: ti devi gestire, devi essere sempre concentrato, quando va bene e quando va male, e non puoi perderti a fare altre cose. Per questo motivo, ci ritroviamo a fare tanti sacrifici”. 

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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