Tra poco più di dieci giorni inizieranno i Mondiali di sci alpino ad Åre (Svezia). Come ci arriva l’Italia? Per parlare di questo, e della stagione degli azzurri, abbiamo intervistato Max Blardone.

Max Blardone

SCI ALPINO: L’INTERVISTA A MAX BLARDONE

Max Blardone è stato uno dei grandi dello sci alpino azzurro: lo sciatore nato a Domodossola, classe ’79, si è tolto tantissime soddisfazioni nello slalom gigante. Max, che ha fatto parte di una delle migliori squadre di gigante del periodo recente, ha uno score di 7 vittorie e 25 podi complessivi in Coppa del Mondo, al quale manca purtroppo una medaglia olimpica e/o mondiale. Blardone, elemento esperto della squadra azzurra, si è ritirato nel 2016 e ha subito iniziato una carriera da commentatore tecnico per RaiSport: segue tutta la Coppa del Mondo al maschile e al femminile, e inoltre si dedica anche al ruolo di allenatore. Quest’estate ha lavorato con Lara Gut e col fratello in Nuova Zelanda, e chissà che non possa entrare a far parte della Nazionale: nel mentre, è uno dei migliori commentatori tecnici dello sci alpino, e ha commentato con noi la stagione degli azzurri e dei nostri big. Come arriverà l’Italia ai Mondiali di Åre, e come si stanno comportando i nostri atleti? Scopritelo nella nostra chiacchierata con Max Blardone.

LA STAGIONE DEGLI AZZURRI E I MONDIALI: IL PARERE DI MAX BLARDONE

Ciao Max, partiamo dall’attualità: cosa ti aspetti dal weekend che sta arrivando, con le ragazze in gara a Garmisch e gli uomini a Kitzbühel? E come giudichi le prestazioni della velocità azzurra?

”Innanzitutto partirei dalla grande notizia al femminile. Sofia Goggia disputerà le prove cronometrate della discesa libera di Garmisch, e da lì deciderà quale sarà il cammino futuro e scopriremo qual è il suo status. Quello che conta è stare bene, aspettiamo di capire se potrà gareggiare o meno e speriamo che la gamba risponda bene: l’ho incontrata a Cortina, mi ha detto che sta molto bene e negli ultimi giorni c’è stato un miglioramento esponenziale, dunque speriamo. Chiudendo il settore femminile, mi aspetto molto da Nicol Delago: ha ottenuto un grande podio in Val Gardena sulla sua pista di casa, una pista bella, tecnica e molto particolare nonchè nuova al femminile. Secondo me ha un grande margine di miglioramento, è molto forte e potrà puntare presto alla CdM della discesa di libera, avvicinandosi ai livelli di Sofia Goggia e puntando con regolarità alla top-5 in ogni gara. Per quel che riguarda invece il maschile, puntiamo tutto su Paris e Innerhofer: erano partiti molto bene, chiudendo 2° e 3° a Lake Louise, poi ci siamo ripetuti col podio di Inner in Val Gardena e con la doppietta di Bormio. E poi abbiamo avuto piazzamenti nei primi 15-20 posti con Marsaglia e Buzzi, e non dimentichiamo che ci manca Fill. Ha avuto un problema fisico, e sembra che addirittura rientrerà direttamente nella prossima stagione. È caduto in slalom appena prima di Natale, aggravando il problema fisico già in essere e riscontrandone un altro, quindi ha deciso di fermarsi e curarsi al meglio. Abbiamo un settore maschile di alto livello, peccato per l’infortunio di Buzzi che dovrà chiudere di fatto la stagione proprio quando si stava comportando bene: è un giovane su cui puntiamo molto”.

L’Italia dunque può essere soddisfatta della squadra della velocità, ma cosa ci possiamo aspettare dal Mondiale?

”Nel maschile abbiamo due atleti da podio, Paris e Innerhofer, sia in discesa che in Super-G. Al femminile invece, con un’eventuale Goggia recuperata e questa Delago, abbiamo un’altra bella coppia veloce che può puntare alle medaglie. Io sono convinto che nella velocità, con o senza Goggia, potremmo centrare 3-4 medaglie: medaglie che potrebbero diventare 5 con Federica Brignone o qualche sorpresa. Questo sarebbe il Mondiale perfetto, poi ovviamente ricordiamoci che Mondiali/Olimpiadi sono eventi particolari e condizionati dalle piste. Cosa che non accadrà a mio avviso a Cortina nei Mondiali 2021, dove avremo delle piste da Mondiale e vincerà chi sta dominando in Coppa del Mondo: Cortina, con le sue piste belle e tecniche, dovrebbe premiare i protagonisti della CdM e non eventuali outsider. Sono piste impegnative, e questo mi fa ben sperare perchè tecnicamente siamo tra i migliori, e dunque speriamo di poter riuscire a fare ”il botto”.

Prima abbiamo parlato di Sofia Goggia: si può dire che le due prove di discesa decideranno quale sarà il suo destino in ottica-Mondiale? Potrebbe saltare la manifestazione, in caso di ulteriore dolore?

”Lei si sente molto bene. Ovviamente mancano i giorni d’allenamento, il ritmo-gara e l’ambiente. Fisicamente si sente bene, quindi le due prove di domani e dopodomani sono la prova del nove: se riuscirà ad andare forte e sentirsi sicura, allora farà il Mondiale, altrimenti dovrà valutare bene cosa fare. Ma lo dico perchè le gare di Super-G e discesa iniziano subito il 5 febbraio e occupano la prima settimana, quindi non c’è tempo per pensare o sperare di poter stare meglio: finiscono a Garmisch, prendono l’aereo e vanno subito in Svezia ad ambientarsi per i Mondiali, con le prove di discesa il 4 e il Super-G il giorno seguente. La decisione verrà svelata dopo Garmisch, speriamo che Sofia possa esserci”.

Parlando di Nicol Delago, abbiamo introdotto l’argomento riguardo ai giovani talenti. In questo 2018-19 l’Italia sta iniziando ad avere giovani di livello: oltre a lei e al già citato Buzzi, cito Vinatzer e Lara Della Mea.

”I nostri giovani iniziano a farsi vedere, vero. Ma a parte Delago, 2a in Val Gardena e miglior tempo assoluto a Cortina finchè non è uscita, nonchè atleta veloce e destinata a grandi risultati, gli altri ragazzi che hai citato devono crescere. Su Vinatzer dobbiamo lavorare ancora tanto: gli manca la continuità e gli manca qualcosa nella gestione tattica della gara, non si può paragonare a Noel, che è di un anno e mezzo più grande. Un anno e mezzo di differenza a quell’età equivale alla differenza tra un 27enne a un 35enne in termini di esperienza: credo che abbia bisogno ancora una stagione per esprimersi al meglio. Però punterei tutto su di lui nelle discipline tecniche, sia in gigante che slalom, perchè ne ha i mezzi. Buzzi è l’unico che ha dimostrato qualcosa tra i talenti della discesa, mentre Lara Della Mea è un’altra atleta che potrà dare molto: scia molto bene, tecnicamente e fisicamente è preparata per la CdM, riesce a sfruttare molto bene lo sci e ha una bella sciata, molto efficace. Tatticamente secondo me è molto brava, e pur essendo alle prime armi in CdM ha fatto vedere dei passaggi interessanti e maturi: secondo me va portata ai Mondiali, non brucerebbe le tappe, ma potrebbe ottenere un grande risultato. Ha dimostrato in queste due-tre gare di essere un’atleta molto preparata, sulla quale puntare per il futuro”.

Veniamo a Federica Brignone, che a mio avviso quest’anno ha fatto un passo indietro: l’anno scorso aveva ottenuto risultati quasi in ogni disciplina, eccellendo anche in Super-G e discesa oltre che in gigante, quest’anno non si sta ripetendo e fatica nelle prove veloci. Come te lo spieghi?

”Analizziamo la situazione per quella che è: Brignone, prima di Soelden, ha fatto solo 8-9 giorni di allenamento per colpa del suo problema fisico. Rispetto ai 40-45gg che vengono fatti solitamente, è come se non si fosse allenata: l’ho vista a inizio ottobre e faceva molta fatica perchè aveva ancora male. Da lì, in quei 15-20gg, ha fatto un lavoro pazzesco e ha recuperato una situazione allarmante, iniziando di fatto la sua vera stagione e chiudendo seconda a Soelden: si è allenata duramente durante i camp pre-gara, però a differenza delle altre atlete ha dovuto mettere km nelle gambe e costruire, mentre le avversarie avevano già una base avanzata. Pensando a questa situazione, quello che sta facendo attualmente con 40gg in meno di sci è impensabile a livello positivo, perchè era rimasta indietro anche nella preparazione fisica, non riuscendo ad allenarsi neppure in palestra. Questo non va sottovalutato e secondo me, arrivata a novembre in quelle condizioni, avrebbe dovuto focalizzarsi di più su una singola disciplina, facendone anche altre per variare, ma tenendo come priorità lo slalom gigante: l’ha fatto, perchè ha vinto a Killington, ha fatto bene a Courchevel e Kronplatz ed è rimasta a lottare per la CdM con Mikaela Shiffrin. La sua, secondo me, è stata una scelta giusta, e si vede che ha scelto di concentarsi maggiormente sul gigante dall’assenza in Val Gardena: ha fatto bene invece a Cortina, su una pista tecnica e adatta a lei”.

Passiamo alle discipline tecniche al maschile: non abbiamo più il grande campione, ma abbiamo due squadre equilibrate che stanno ottenendo qualche risultato/piazzamento. Come le vedi?

”Per quel che riguarda gigante e slalom, a mio avviso c’è grande margine per qualificarsi nei trenta o entrare tra i primi 15: il livello medio è molto agguerrito, ma togliendo Hirscher, Kristoffersen e/o Pinturault c’è spazio per tutti per arrivare sul podio o nella top-10, con un po’ di regolarità. Secondo me, però, non siamo competitivi per stare nei primi cinque in gigante: l’unico che poteva farlo era De Aliprandini, che ha avuto un’involuzione tecnica in ogni gara, esclusa quella in Val Badia sulla Gran Risa, dove ha fatto una seconda manche pazzesca. E io mi chiedo: se riesci a fare una seconda manche così su quella neve e su quella pista, perchè non riesci ad esprimerti altrove? A livello giovanile si sta muovendo ben poco: tolto Maurberger, che ha fatto qualche bella gara in CdM, e un’apparizione di Bacher, c’è poco. Io dico che Vinatzer è l’unico giovane che sta uscendo nella squadra italiana: per me i giovani sono quelli, i ’99/2000/2001 che arrivano ora in Coppa del Mondo bypassando magari la Coppa Europa. Fa sorridere sentir parlare di 25-26enni come giovani, per me i giovani sono il Vinatzer di turno: poi per carità, Maurberger è bravo, ma c’è molto da lavorare”.

I GIOVANI ITALIANI, I CAMPIONI DELLA CDM E NON SOLO: LE VALUTAZIONI DI MAX BLARDONE

Diciamo che la questione dei 25enni che vengono ancora considerati ”giovani” da proteggere/gestire è un problema generale dello sport italiano, in ogni sport.

”Succede quando si esaltano delle prestazioni che alla fine dovrebbero essere la normalità. Un atleta che va a fare gare di CdM, ai miei tempi, si era guadagnato il posto con fior fior di tempi cronometrati: ci si allenava due giorni in pista, ci si allenava e si gareggiava due giorni e tempi alla mano si decideva chi andava in Coppa del Mondo. Io mi sono guadagnato la partecipazione in CdM contro Rocca, Holzer, Zucchelli e quella gente lì che era nei primi 15 al mondo, da qualche anno non si fa più così e per me questo è sbagliato. Per me la parola chiave non dev’essere ”abbiamo”, ma ”dimostriamo”: dovrebbe essere la normalità che gli atleti in squadra-B siano buoni atleti, ma in CdM non basta sciare benino, bisogna andare forte ed è diverso. E avere un bel vivaio o dei talenti, per l’Italia, dev’essere normale, poi servono i risultati: Vinatzer è un bravo atleta, che va migliorato e portato a un livello superiore, come anche Vaccari che scia bene ma non è completo. Atleti della loro età, nel resto del mondo, sono più avanti e sono più completi tatticamente e fisicamente: noi magari ”spariamo” la bella manche e poi non si fa nulla dopo”.

Anche perchè Vinatzer, ai Mondiali juniores, è arrivato secondo alle spalle di Noel che ora vince in CdM: questo conferma il suo valore.

”Vero, è arrivato secondo, ma va considerato il quadro complessivo: aveva preso tre secondi dal francese. E quei tre secondi, adesso, rispecchiano ancora il distacco tra i due in Coppa del Mondo. Noel vince, e noi facciamo fatica a qualificarci: non è una critica, ma completare un discorso. Dovessi allenare io questi ragazzi, li mangerei vivi per farli andar forte (ride, ndr): sono molto energico e mi aspetto molto. Così come mi aspetto molto, per il futuro, dall’annata 2001 italiana: abbiamo un’annata che è la migliore al mondo, e lo dicono le liste FIS. Se prendiamo il ranking mondiale 2001, i primi tre sono tutti italiani: uno di questi, Manuel Ploner che proviene da San Cassiano e conosco bene, ha conquistato 15 punti FIS in slalom una settimana fa. Ma non sono punti ”regalati”, come a volta succede quando gli atleti forti aiutano i giovani a vincere rallentando nel finale, ma conquistati vincendo e dominando una gara: credo che non sia mai successo a un atleta della sua età di conquistare 15 punti FIS, ed è un talento cristallino. E lo sono anche Matteo Bendotti e Alessandro Pizio dello Sci Club Radici di Bergamo, Della Vite, i due fratelli Talacci: abbiamo 7-8 atleti del 2001 che sono i più forti al mondo. Abbiamo una situazione su cui lavorare per costruirci un futuro roseo e di altissimo livello: nel giro di 2-3 anni potremmo ben sperare, se riuscissimo a mantenere questi talenti. Sono atleti freschi e giovani che potrebbero dare tanto, ed essere maturi al punto giusto già a Cortina, oppure maturi alla perfezione in ottica-Olimpiadi 2026. Voglio anche sottolineare il fatto che ci sono dei bravi atleti del ’97 e ’98, su cui bisogna però lavorare tantissimo, ma un’annata come quella del 2001 non deve andare sprecata”.

Ti chiedo un parere sui due dominatori della CdM: Shiffrin ormai è arrivata a vincere in ogni disciplina, mentre Hirscher è un pizzico più ”umano”.

Shiffrin crea uno strapotere perchè è l’unica donna che riesce a sciare sfruttando l’elasticità dello sci, e creando una deformazione sullo sci grazie a una posizione tecnica e fisica preparata molto bene. Questo mix di cose fa sì che, con la sua semplicità e senza rischiare nulla, arrivi a vincere tranquillamente le gare e faticare meno delle avversarie. Caso più unico che raro? Può darsi, però non è una coincidenza che gli USA in questi anni abbiamo formato campioni come Shiffrin, Vonn, Mancuso, Ligety, Bode Miller, Daron Rahlves e tanti altri: è incredibile il modo in cui, pur avendo meno praticanti rispetto ad altri paesi, riescono a generare continuamente campioni. È una questione di stili di vita: noi vogliamo già fare i professionisti coi bambini di 7-8 anni, loro li lasciano più liberi, sono modelli diversi e io sono contento di aver avuto più libertà. Ogni cosa a suo tempo. Per quel che riguarda Hirscher, è vero che è un pizzico più umano, anche se fino a un certo punto: la seconda manche di Adelboden è qualcosa di mai visto, neppure ai tempi di Tomba. A Saalbach non è stato impeccabile, ma dopo 7 anni può concedersi qualche passaggio più ”umano”: fisicamente è fuori dal comune, ha una forza disumana che è riuscito a mettere in una tecnica che magari non è bellissima da vedere, ma gli consente di fare meno strada rispetto alla concorrenza. 1m in meno di strada per ogni porta, per due manche, fanno un centinaio di metri in meno: da lì nasce il distacco, anche se poi ovviamente devi lavorare duramente perchè niente arriva per caso. Io sono stato tra i migliori della Coppa del Mondo per 11 anni perchè facevo 6-7 ore di palestra al giorno, mischiate al lavoro sugli sci: non ho mai pensato di poter fare a meno di allenarmi, e quando non l’ho fatto mi sono sentito in colpa. Questo è un elemento che la nuova generazione deve imparare: solo così si può andare forte. Per qualche anno c’è stata meno voglia di sacrificarsi e allenarsi, ora con questa generazione del 2001 abbiamo ritrovato lo spirito di un tempo: è vero che i giovani attuale spesso hanno la tendenza a lavorare meno duramente, ma dipende tutto dalle persone con cui lavori e da come vieni preparato. I risultati arrivano solo col duro lavoro, non con la fortuna: questo i giovani devono capirlo”.

Chiudo chiuedendoti un’opinione riguardo al controverso caso-ossigeno riguardante Stefan Luitz: come valuti questa discussa situazione?

”Purtroppo è stato preso come capro espiatorio, e questo mi spiace: non è la boccata di ossigeno che ha fatto vincere Luitz in CdM, spero che abbia modo di rifarsi e vincere nuovamente. Credo che abbia bypassato il regolamento in buona fede, perchè un atleta che sa di questo divieto non va a inalare ossigeno nell’hospitality davanti a tutti, visto che è stato fotografato e ”denunciato”. Non giustifico il fatto che una federazione non conosca il regolamento, e dunque non abbia evitato questa situazione: mi dispiace per Luitz, è una vittima. Un allenatore ha fatto un video e, senza fare un reclamo ufficiale, l’ha portato al responsabile FIS Markus Waldner: il regolamento va rispettato, ma non è stato quello che ha fatto vincere Luitz. Con l’ossigeno non diventi improvvisamente un fenomeno: quando fai una cosa del genere per 4-5 giorni, ti serve solo per evitare che il fisico vada sotto stress e aiutare il recupero. Visto che lui arriva da infortuni da stress, ha commesso questa ingenuità”.

ULTIME NOTIZIE SPORTIVE AGGIORNATE SU AZZURRI DI GLORIA

News di sport a cinque cerchi tutti i giorni sul nostro sito.

Scopri tutte le ultime interviste anche sui nostri social: FacebookTwitterInstagramYouTube e Google +.

Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

Potrebbero anche piacerti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Altro in:Interviste