Gianluca Basile ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dal basket giocato. Costretto a stare fuori dall’inzio della stagione per vari problem fisici ha comunicato la sua decisione. Inventore del tiro ignorante e vincente in patria e all’estero, Gianluca Basile è tutto e di più.

Gianluca Basile nel match vinto contro gli USA in cui mise a segno ben 31 punti

Il ritiro era nell’aria, ora è ufficiale

Ha detto basta. Ha deciso di appendere le scarpetta al chiodo uno dei più grandi cestisti italiani. Gianluca Basile ha annunciato il suo ritiro dal basket, ufficialmente. La notizia era nell’aria, quasi scontata, visto che da inizio anno non ha mai potuto allenarsi per guai fisici che lo hanno convinto a smettere. Un’icona, un simbolo. Un idolo, anche oltre i confini nazionali. Da Reggio Emilia a Capo d’Orlando il passo è breve, ma il tragitto infinito. Il Baso è tutto ed il contrario di tutto. E’ l’uomo  che ha inventato il tiro ignorante ma con la faccia da bravo ragazzo. Lo stesso identico sorriso che lo ha accompagnato dai campetti di scuola fino al tetto d’Italia prima e d’Europa poi. A Barcellona lo hanno amato a tal punto da ritirare la sua maglia una volta che ha lasciato la città spagnola.

Tiro ignorante e sorriso da bravo ragazzo

Lui è il tiro ignorante fatto persona. E’ l’uomo decisivo a cui aggrapparsi quando tutto sembra perso o impossibile. E’ l’uomo dei tiri impossibili, quelli allo scadere, sulla sirena. Quante volte: palla a Basile, tre, due, uno…tripla. Ingannava il tempo ancor prima che il difensore. Lo controllava, lo gestiva e lo faceva suo amico. La tripla con la Lituania che ci manda in finale ad Atene 2004 è l’emblema del giocatore formidabile che era. E che resterà sempre nella memoria di chi ama il basket. Nella sua bacheca tanti trofei, due scudetti a Bologna di cui l’ultimo da capitano e poi i successi spagnoli, culminati con quell’Eurolega alzata al cielo di Parigi. E poi i successi con la maglia azzurra addosso. L’oro europeo nel 1999, il bronzo del 2003 e l’argento di Atene, da protagonista, sempre.

Esempio di classe e professionalità

Esempio per i più giovani e motivo d’orgoglio per tutto il movimento italiano. Il Baso nazionale è questo ma molto, molto altro. E’ la storia di un bimbo che amava il basket e viveva per diventare un campione, senza eccessi, senza sregolatezze. Fin da subito, da bambino, quando “Tornavo da casa a scuola e dovevo fare circa un km a piedi, per tutto il tragitto non facevo che imitare il gesto del tiro”. Gesto che sarà imitato, emulato, ad ogni latitudine e longitudine, ma difficilmente sarà mai eguagliato. In tutti i campetti si chiudono gli occhi e ci si immagina Basile. Palla in mano e raddoppio immediato, a pochi secondi dal termine. Palleggio, palleggio, finta. Mentre in testa ci si ripete tre, due, uno. Tiro. Anzi, per la precisione, tiro ignorante. Chi ha fatto tanto in realtà non lascia mai davvero. E allora ci sarà ancora tempo e spazio per immaginare uno dei suoi canestri. Ma adesso basta, fuori dal parquet, stavolta il tempo non si può ingannare. E allora tre, due, uno…ma stavolta niente tiro, stavolta cala il sipario, su uno dei più grandi giocatori di basket italiano.

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