Si conclude la quarantesima edizione degli Europei di basket: per l’Italbasket, dopo lo stop ai quarti di finale nel torneo, inizia il post Ettore Messina.

Coach Ettore Messina e Daniel Hackett durante un allenamento al Pala Piratsu di Cagliari (fonte: pagina Facebook ufficiale dell’Italbasket)

EUROBASKET 2017: EQUILIBRIO, NOVITÀ E SORPRESE

Gli Europei di basket 2017 si sono conclusi settimana scorsa, con la Slovenia inaspettatamente sul tetto d’Europa, vittoriosa, 93-85, in finale contro la Serbia. Alla nazionale di Goran Dragić (MVP del torneo), Luka Dončić e compagni, oltre a quella di coach Djordjević, si è affiancata, sul gradino di basso del podio, la Spagna dei fratelli Gasol, terza dopo il 93-85 nella finalina contro la Russia.

Ma oltre a passare alla storia come “la più equilibrata di sempre” (almeno secondo Gregg Popovich, allenatore dei San Antonio Spurs e spettatore interessato dell’evento), questa edizione di EuroBasket sarà ricordata come quella delle novità. Per la prima volta, infatti, la fase a gironi si è svolta in quattro location differenti: Finlandia, Romania, Israele e Turchia (la fase finale, invece, si è giocata integralmente a Istanbul). Inoltre, dalla prossima edizione, gli Europei non si giocheranno più ogni due anni, ma ogni quattro.

Equilibrio e incertezza, scompaginando gli equilibri del basket europeo, hanno portato con sé molte sorprese. Prima su tutte: la Slovenia, appunto. La squadra di coach Kokoškov ha ben impressionato per tutto il torneo, dalla prima partita del girone, concluso con un bilancio di sei vittorie e zero sconfitte, fino all’ultima con la Serbia, passando per una semifinale, 92-72 contro la Spagna, splendidamente interpretata.

EuroBasket 2017 ci ha raccontato la favola della Finlandia, sospinta agli ottavi dal tifo della City Arena di Helsinki e dal talento di Markkanen, delle piccole (realtà cestistiche) Ungheria e Lettonia, oltre al capitolo conclusivo di Navarro con la Roja. E sarà, almeno momentaneamente, l’ultima avventura di coach Ettore Messina con la nazionale azzurra.

Coach Ettore Messina impartisce consigli agli azzurri (fonte: pagina Facebook ufficiale Italbasket)

L’ITALBASKET AGLI EUROPEI: “COESIONE, DIGNITÀ E IMPEGNO”

Chiudiamo nelle prime otto dell’EuroBasket. Oggi va in archivio una grande estate per noi: abbiamo dovuto cambiare in corsa molte cose, ma non ci siamo mai abbattuti. Voglio ringraziare i ragazzi per aver giocato sempre con cuore e coraggio e per quanto hanno fatto dal primo giorno di raduno. Coesione, dignità e impegno ci hanno accompagnato [sin dal primo giorno, ndr]”.

Ha commentato così, dopo la sconfitta ai quarti contro la Serbia, 67-83, e la relativa eliminazione dall’Europeo, Ettore Messina, nell’ultima conferenza stampa in azzurro. Rendendo omaggio ad una nazionale che, soprattutto nei momenti difficili (e dalla preparazione agli ottavi non sono mancati), ha avuto il coraggio e la forza di lottare. Contro i propri limiti, in primis, ma anche dinnanzi ad avversari talentuosi, situazioni di emergenza ed infortuni importanti.

Coach Ettore Messina ha creato un gruppo in grado di metabolizzare la mancanza di Danilo Gallinari e Dada Pascolo, forgiando un sistema difensivo tenace ed uno offensivo in grado di massimizzare i pregi della squadra, limitandone i difetti. Sapendo, inoltre, tornare sulle proprie decisioni, come dimostrato dall’esclusione, all’ultimo, di Riccardo Cervi in favore di Marco Cusin.

L’Italbasket ha sì avuto un rendimento ondivago nel girone: ad un’ottimo inizio, due nette vittorie contro Israele (69-48) e Ucraina (78-66), è seguito un momento di difficoltà, due sconfitte, con Lituania (73-78) e Germania (55-61). Ma nell’ultima gara, nell’elimination game contro la Georgia (71-69), l’Italia ha mostrato tutto il proprio carattere e la voglia di andare oltre i propri limiti. Gli azzurri, agli ottavi dopo la stoppata di Datome sulla sirena, hanno poi sconfitto la Finlandia (70-57), difendendo egregiamente su Markkanen e compagni, dovendo però capitolare ai quarti contro la Serbia (67-83).

I dodici in rosa hanno ottimamente interpretato il sistema di coach Messina, mescolando sacrificio ed umiltà ad un basket di sostanza, costruito sulle qualità dei singoli (Marco Bellinelli in primis), ma da interpretarsi collettivamente. I leader affermati (Beli, Datome e Hackett) hanno saputo integrare i debuttanti (Biligha su tutti, ma anche Burns, Baldi Rossi e Abass), grazie al contributo di nuove pedine fondamentali (Filloy, al debutto ma subito imprescindibile, e Melli, ormai pronto per un ruolo da protagonista in Europa) e del rimanente core storico (Cusin, Aradori e Cinciarini).

Posso solo ringraziare per l’impegno questi ragazzi: quando si dà tutto si esce sempre con la coscienza a posto” – ha dichiarato il presidente del CONI Petrucci. “A Ettore Messina, che è un grandissimo allenatore, auguro tutto il meglio per la sua carriera nella NBA. Grazie a lui e a tutto il suo staff per lo splendido lavoro svolto. I ragazzi sono stati straordinari, hanno sempre messo in campo un grande cuore. Il risultato del campo è giusto: ora si riparte da Sacchetti e da un’analisi serena che faremo insieme al Consiglio Federale, alle Leghe, alla GIBA e al territorio”.

Gigi Datome, perfetto contro la Finlandia: capitano (fonte: pagina Facebook ufficiale Italbasket)

RIPARTIRE DA EUROBASKET 2017

Gli Europei, per l’Italia del basket, sono stati un successo oppure una disfatta?

Scontando ogni (inutile) giustificazione legata alle imprevedibilità di infortuni, sorteggi o chiamate arbitrali, l’Italbasket si è ben comportata. In particolare, la rosa degli azzurri è nata dalle ceneri dei fallimenti di Lille e Torino, tant’è che al primo giorno di ritiro Messina ripartì proprio dagli ultimi minuti del pre-olimpico dell’anno scorso: quegli errori non sono stati commessi. Ne sono stati fatti di altri, certo, ma il miglioramento sul piano, oltre che dell’organizzazione (difensiva e offensiva), dell’atteggiamento è apparso importante. Fondamentale nell’ottica pluriennale dei futuri impegni continentali e non. E da qui dovrà ripartire, dal punto di vista tecnico, Meo Sacchetti.

La nazionale, d’altro canto, dovrà cominciare il post Messina partendo dal dato più scottante, il vero squilibrio tra questa nazionale e le maggiori forze del torneo, non riscontrabile nei giochi disegnati sulla lavagna né sul parquet, non calcolabile da nessuna voce statistica: l’esistenza d’un importante gap culturale tra il nostro basket e quello di molte altre (anche piccole) realtà europee. Non tra l’Italbasket e altre selezioni, dunque, ma tra l’Italia e altre nazioni, come paese e relative istituzioni sportive e di promozione, leghe e società, eventi e infrastrutture. Ma da questo punto di vista né Meo Sacchetti, né Ettore Messina, possono molto.

Ariel Filloy serve Marco Belinelli in uscita dai blocchi (fonte: pagina Facebook ufficiale Italbasket)

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Niki Figus
Giornalista pubblicista. Naufrago del mare che sta tra il dire e il fare. Un libro, punk-rock, wrestling, carta e penna.

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