La Coppa del mondo di biathlon è ormai in archivio: a molti mesi dai prossimi eventi, è tempo di bilanci. Com’è andata l’avventura della nazionale italiana del biathlon?

Gli atleti al poligono di Anterselva

Gli atleti al poligono di Anterselva (fonte: fondoitalia)

LA COPPA DEL MONDO DI BIATHLON: I VINCITORI DELLA COPPA DI CRISTALLO

La Coppa del mondo di biathlon 2016/2017, la IBU World Cup Biathlon, è ormai in archivio, conclusasi il 19 marzo: a qualche mese dal prossimo evento, l’IBU Summer Biathlon World Championship, che si terrà in Russia, a Tschaikovsky, dal 24 al 27 agosto, rimane un po’ di tempo per riflettere sull’evento appena terminato.

La Coppa del mondo di biathlon di quest’anno ha visto, tra gli atleti, la riconferma di Martin Fourcade, già vincitore lo scorso anno e autentico mattatore della competizione da poco conclusasi: oltre alla Coppa di cristallo, assegnata al vincitore della classifica generale, infatti, a lui sono andate anche tutte le altre coppe, assegnate in relazione alle classifiche delle varie specialità (sprint, inseguimento, partenza in linea e individuale) – con eccezione del trofeo assegnato ai migliori staffettisti, vinto dalla Russia, e quella alla nazionale con più punti, assegnato agli atleti tedeschi. Tre le atlete, invece, ad accaparrarsi la Coppa di cristallo è stata la tedesca Laura Dahlmeier, vincitrice anche della Coppa di inseguimento di quella individuale (con la Germania ad alzare il trofeo della staffetta femminile e della mista, oltre a quello delle nazionali); mentre la ceca Gabriela Koukalova si è imposta nelle specialità sprint e partenza in linea.

Ancorché senza vittoria, non in una coppa di specialità, né in nessuna tappa, l’avventura italiana nella Coppa del mondo di bathlon è però da considerarsi tutt’altro che negativa.

LA COPPA DEL MONDO DI BIATHLON: I RISULTATI DEGLI AZZURRI

Quattordicesimo nella classifica generale della Coppa del mondo, il suo miglior risultato in carriera, il protagonista azzurro della IBU  World Cup Biathlon è sicuramente Dominik Windisch. L’atleta originario di Anterselva è infatti l’unico italiano ad aver conseguito un podio (anzi, due) individuale nell’appena conclusasi Coppa del mondo 2016/2017: due terzi posti, entrambi conseguiti ad Oberhof, uno nella sprint, l’altro nell’inseguimento (nella cui classifica Dominik si è addirittura piazzato nella top-10: nono).

Ventinovesimo nella generale, invece, Lukas Hofer, in ripresa dopo il trentatreesimo e trentottesimo posto del biennio precedente. Un quarto posto nella sprint di Oberhof e i risultati nella gare a inseguimento (quinto a Oslo, sesto a Kontiolathi e decimo a PyeongChang) non rendono però giustizia ad un atleta che avrebbe, probabilmente, meritato di più dal proprio 2017. E se è vero che la sua percentuale di tiro è scesa sotto quota 80%, ciò è probabilmente dovuto alla sua preparazione (storicamente ha sempre preferito il tiro da prono che da in piedi; quest’anno le percentuali si sono invertite: 83% in piedi, 75% prono): con un po’ di esperienza in più e una maggiore tenuta nei confronti degli avversari sugli scii, Hofer sembra avere ancora molto da dire in questo sport.

Giuseppe Montello e Thomas Bormolini, invece, si classificano rispettivamente ottantasettesimo e novantottesimo in classifica generale. I due biatleti più giovani si sono distinti, in particolare, nelle prove della staffetta maschile (quinti a Hochfilzen, settimi a Kontiolathi, decimi a Ruhpolding e Antholz); con Giuseppe Montello impegnato anche, e settimo al traguardo, nella staffetta mista di Pokljuka.

La concentrazione al tiro di Dominik Windisch nella staffetta mista di Hochfilzen

La concentrazione di Dominik Windisch nella staffetta mista di Hochfilzen (fonte: fanpage ufficiale facebook)

LA  COPPA DEL MONDO DI BIATHLON: I RISULTATI DELLE AZZURRE

A tenere alti i colori dell’Italia del biathlon, tuttavia, ci hanno pensato soprattutto le azzurre: dalla conferma di Dorothea Wierer, all’exploit di Alexia Runngaldier e Lisa Vittozzi, quello delle biatlete italiane è stato un anno da ricordare. Per l’ennesima stagione, infatti, Dorothea Wierer si è dimostrata una delle maggiori campionesse in circolazione, classificandosi quinta in classifica generale (racchiuse tra il ventisettesimo e il ventinovesimo posto, al loro miglior posizionamento in carriera, invece, Lisa Vittozzi, Alexia Runngaldier e Federica San Filippo); mentre il terzo posto di Alexia Runggaldier nella classifica dell’individuale e la quinta piazza azzurra nella classifica delle nazionali dimostrano i margini di crescita di una squadra a metà tra talento, duro lavoro ed esperienza.

La stagione s’è fin da subito aperta nel migliore dei modi: nella tappa di Ostersund, infatti, l’Italia aveva subito conquistato ben due terzi posti, uno con Dorothea Wierer, nella gara a inseguimento; l’altro nella staffetta mista, cortesia del quartetto Wierer, Vittozzi, Hofer e Windisch. A meno di un mese di distanza, poi, la Wierer s’era ripeduta a Nové Město na Moravě: seconda nell’inseguimento e terza nella partenza in linea. A Gennaio, poi, ad Anterselva, in casa, è arrivata l’apoteosi azzurra, con Alexia Runggaldier: terza nell’individuale prima, quindi ripetutasi nella staffetta femminile (con Wierer, San Filippo e Vittozzi). Confermatasi poi in occasione di Campionati Mondiali di Biathlon, in scena nella tappa di Hochfilzen, con l’ennesimo terzo posto nell’individuale, Alexia ha lasciato il passo all’altro prospetto azzurro messosi in mostra, Lisa Vittozzi, terza nella gara a inseguimento di Kontiolathi, al primo podio individuale in carriera.

Dorothea Wierer al tiro durante una gara dei Mondiali di Hochfilzen

Dorothea Wierer al tiro in quel dei Mondiali di Hochfilzen (fonte: pagine Facebook ufficiale di Dorothea Wierer)

Anche se all’appello manca forse un successo finale in tappa, la delegazione italiana impegnata nella Coppa del mondo di biathlon 2016/2017 deve quindi ritenersi soddisfatta. Da una parte, per un’ottima capacità di rinnovamento, avendo proposto molti atleti, giovani, capaci e vogliosi di far bene, in rampa di lancio; dall’altra, per la folta presenza di campioni affermati, tutt’altro che fuoriclasse sulla vita del tramonto, ancora capaci di dire la loro e di far crescere sotto la propria ala protettiva i futuri talenti.

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Niki Figus
Giornalista pubblicista. Naufrago del mare che sta tra il dire e il fare. Un libro, punk-rock, wrestling, carta e penna.

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