Una serata perfetta per la 19enne Letizia Paternoster, che, al primo anno tra i senior dopo i successi nelle giovanili, conquista la medaglia di bronzo agli Europei 2018 di Glasgow. 

Letizia Paternoster (fonte: bicitv.it)

ENFANT PRODIGE

A livello giovanile, il suo nome era già noto a tutti, grazie alla sua scorpacciata di trofei: 5 titoli europei, 9 ori iridati ed il record del mondo nell’inseguimento, ottenuto lo scorso anno. Qui, agli Europei di Glasgow, ci aveva già messo lo zampino, contribuendo all’argento nell’inseguimento a squadre. Ora, la consacrazione a fenomeno della disciplina: Letizia Paternoster è bronzo europeo nell’omnium, proprio nell’anno in cui ha iniziato a gareggiare nel “ciclismo che conta”.
Una gara disputata con l’intelligenza e l’esperienza dei grandi tra i grandi, dietro solo a due mostri sacri come Kristern Wild e Katie Archibald. Ma gli occhi sono tutti per quella diciannovenne che porta con sé tutti i crismi della predestinata e stupisce tutti nell’omnium, disciplina che racchiude quattro diverse tipologie di gara e che ci aveva regalato la gioia dell’oro alle Olimpiadi di Rio 2016, con Elia Viviani.

Già nella prima prova, lo scratch, Letizia si fa distinguere: quarto posto, con i primi due prenotati proprio dalla Wild e dalla Archibald e alle spalle della polacca Pikulik; un piazzamento che mantiene nella classifica generale anche dopo la tempo race, che chiude al sesto posto. Sono nuovamente la Archibald e la Wild a trionfare nella prova ad eliminazione, ma è qui che Letizia mette il turbo, con il terzo posto che la proietta sul podio virtuale. Dopo questa prova di forza e di talento, nella gara finale a punti dimostra anche tutta la sua intelligenza tattica: capisce subito che l’olandese e la britannica sono irraggiungibili (e infatti chiuderanno rispettivamente a 156 e 144 punti) e gareggia nel gruppo, difendendo strenuamente la sua posizione in classifica. La strategia è perfetta: con 111 punti, è lei a conquistare il bronzo davanti alla russa Augustinas (104).

Una medaglia meritatissima, ma a cui anche lei fatica a credere: “È per me un onore aver gareggiato contro campionesse come la Wild e la Archibald. Questa specialità mi è sempre piaciuta: pensare di andare a medaglia appena arrivata nella categoria élite… non ci posso ancora credere!“.

UN FIORE NEL DESERTO

Un successo, quello della Paternoster, che arriva in un momento difficile per il ciclismo su pista in Italia, con due importanti impianti chiusi negli ultimi mesi: se però per il Vigorelli di Milano si tratta di ristrutturazione, con la riapertura prevista a settembre, diversa è la situazione per il velodromo di Montichiari, posto sotto sequestro dalla Procura di Brescia. L’impianto coperto in Italia soffre da mesi di problemi di infiltrazione, che bagnano la pista, rendendola estremamente pericolosa: un problema gravissimo per quello che è, ad oggi, l’unica pista coperta in Italia, che rischia ora una lunga chiusura, a discapito proprio degli atleti: se la situazione non sarà risolta in tempo per l’inverno, l’unica soluzione per allenarsi sarà quella di guardare all’estero, con tutti i problemi che ne conseguono.

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Giornalista in erba, sono un appassionato di sport, con un occhio di riguardo per il calcio (banale!) e la boxe.

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