Si è conclusa la Liegi-Bastogne-Liegi 2018. Vittoria per Bob Jungels, davanti a Michael Woods e Romain Bardet. Giornata complicata per Vincenzo Nibali, buoni piazzamenti per gli altri azzurri.

JUNGELS RE: QUICK STEP –FLOORS DA APPLAUSI

Con il sogno della Liegi impresso nella mente ed il ricordo di Michele Scarponi nel cuore. Così buona parte del gruppo vive la giornata della Liegi-Bastogne-Liegi 2018. Ancora troppo intenso il pensiero per quanto accaduto dodici mesi fa all’Aquila di Filottrano. C’è comunque una corsa da onorare ed i ciclisti non esistano a darsi battaglia, duellando per gli oltre 250 chilometri del percorso. Inizialmente la gara viene animata dall’offensiva di alcuni fuggitivi: Loïc Vliegen (BMC), Anthony Perez (Cofidis), Mark Christian e  Casper Pedersen (Aqua Blue Sport), Florian Vachon (Fortuneo-Samsic), Jérôme Baugnies (Wanty-Groupe Gobert), Paul Ourselin (Direct Énergie), Mathias Van Gompel (Sport Vlaanderen-Baloise) e Antoine Warnier (WB Aqua Protect Veranclassic). Con il trascorrere dei chilometri, nel gruppo principale si muovono le varie formazioni dei big ed il vantaggio degli attaccanti si assottiglia fino all’assorbimento. Il punto chiave della Liegi-Bastogne-Liegi 2018 è la Cote de la Roche-aux-Faucons, lo stesso strappo che lanciò Andy Schleck verso una memorabile vittoria. A nove anni di distanza ci prova un altro lussemburghese, Bob Jungels. Il corridore della Quick Step Floors attacca in contropiede dopo un primo tentativo di Philippe Gilbert. Assalto in salita ed allungo in discesa: l’azione della Maglia Bianca al Giro d’Italia 2017 è efficace e risolutiva. Nonostante manchino 20 km al traguardo, nessuno riesce a riprendere il talentuoso passista. Non che dietro non ci siano tentativi degni di nota. Tim Wellens attacca a più riprese, tentando di scremare il gruppo o di lanciare uno dei compagni della Lotto Soudal, sia esso il vincitore della Strade Bianche 2018, Tiesj Benoot, piuttosto che Jelle Vanendert. Il grande favorito Alejandro Valverde oscilla tra una condotta di gara offensiva ed un tatticismo forse eccessivo ed esasperante. E gli italiani? Bene il tandem della Bahrain Merida con Domenico Pozzovivo ed Enrico Gasparotto, mentre Vincenzo Nibali si stacca. Su ogni stoccata dei contrattaccanti c’è sempre Julian Alaphilippe a fare da stopper per favorire il compagno Jungels. Perfetto il suo lavoro. Davanti il lussemburghese allunga inesorabile: il gap cresce fino ai 50 secondi. Un buon bottino da gestire sulla complicata rampa del Saint Nicolas. Lì la Lotto Soudal spende l’ultima carta tentando l’assalto con Vanendert: il belga recupera parte del gap, ma la sua azione si spegne nel finale. Bob può festeggiare sul traguardo. Alle sue spalle si piazzano Michael Woods e Romain Bardet. La Liegi sorprende una volta di più.

AZZURRI OUTSIDERS: 3 NELLA TOP TEN

Gli azzurri non hanno sfigurato. Certo, il successo non è arrivato e la maledizione della Liegi non sembra poter essere scalfita. Tuttavia, in barba a chi considerava il ciclismo italiano in crisi, ci sono ben tre corridori nostrani nei primi dieci. Un applauso a Domenico Pozzovivo, quinto, e ad Enrico Gasparotto, sesto, capaci di rimediare alla giornata no del capitano Vincenzo Nibali, con una gara perfetta. Il “Pozzo” ha resistito ad ogni attacco sugli strappi severi, provando a seguire le azioni dei vari attaccanti. Per il due volte vincitore dell’Amstel Gold Race la gara è stata complicata e ad un certo punto ha anche perso le ruote dei migliori, resistendo stoicamente. I due corridori della Bahrain Merida precedono uno straordinario Davide Formolo, sempre a suo agio quando si corre su queste strade. Il settimo posto del ciclista della Bora Hansgrohe rende merito al carattere di questo talento spesso sottovalutato. Che sia di buon auspicio per i prossimi appuntamenti.

POCA GAMBA, SOLITA GRINTA: LA LIEGI DI VINCENZO NIBALI

Doveva essere la sua giornata. Tutti lo aspettavano ed in fondo sognava anche lui un happy ending. Ancora una volta, le rampe della Liegi hanno respinto Vincenzo Nibali. Stavolta lo Squalo è apparso in calo di condizione. La gamba non sembrava quella dei giorni migliori. Difficile stabilire se si sia trattato semplicemente di una giornata no, acuita da una posizione non perfetta al momento dell’inizio della Roche-aux-Faucons, o se le tante gare disputate finora abbiano pesato in qualche modo. L’appuntamento è solo rimandato comunque. Vincenzo tiene troppo a questa corsa, sfuggitagli di un soffio sei anni fa. Ci riproverà con caparbietà e determinazione. Da apprezzare anche la generosità verso i compagni: il via libera a Pozzovivo e Gasparotto ha dato la possibilità agli azzurri di giocarsi le loro carte senza dover sorvegliare il capitano in difficoltà. Una scelta bella ed ammirevole, tutt’altro che scontata.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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