Il belga della Deceuninck Quick-Step si inventa una spettacolare azione da lontano nel finale. Lo sloveno della Jumbo-Visma mantiene la leadership.

Quando è in gara con il numero sul dorsale, è lecito attendersi di tutto. Anche stavolta Philippe Gilbert non ha deluso le aspettative. Il belga della Deceuninck Quick-Step, campione del mondo 2012 e vincitore della Parigi-Roubaix, trionfa nella dodicesima tappa della Vuelta di Spagna con un attacco in solitaria a venti chilometri dal traguardo. Un vero e proprio capolavoro ciclistico. Alle sue spalle si piazzano Alex Aranburu (Caja Rural-Seguros RGA) e Fernando Barcelo (Euskadi-Murias), gli ultimi a resistere alle sue rasoiate sull’Alto de Arraiz, uno strappo di 2,2 km con pendenza media del 12%. Non perde colpi Primoz Roglic (Jumbo-Visma). Lo sloveno chiude con gli altri big e conserva la maglia rossa.

LA TAPPA

Sono 171 i chilometri che dividono Navarra da Bilbao. Il cuore dei Paesi Baschi diventa protagonista nella Vuelta. Quattro le salite di giornata, tutte Gran Premi della Montagna di terza categoria. Un invito a nozze per gli attaccanti, mentre i big gestiscono le forze nell’attesa di giornate più dure. Il gruppo si limita ad evitare fughe pericolose nei primi chilometri. Poi, ai meno 70 via libera ai fuggitivi: José Joaquin Rojas (Movistar Team), Manuele Boaro (Astana Pro Team), Heinrich Haussler (Bahrain-Merida), Felix Grosschartner (Bora-Hansgrohe), Fran Ventoso (CCC Team), Philippe Gilbert, Tim Declercq (Deceuninck-Quick Step), Tosh Van der Sande (Lotto Soudal), Tsgabu Grmay (Mitchelton-Scott), Willie Smit (Katusha Alpecin), Nikias Arndt (Team Sunweb), John Degenkolb, Jacopo Mosca (Trek-Segafredo), Valerio Conti, Marco Marcato (UAE Team Emirates), Alex Aranburu, Jonathan Lastra (Caja Rural-Seguros RGA), Fernando Barcelo e Cyril Barthe (Euskadi-Murias) conducono la gara nel finale in un’alternanza di sole e pioggia. Le asperità fanno la selezione tra gli attaccanti. Sull’Alto di Arraiz spicca il volo Gilbert e non viene più ripreso, nonostante la caparbietà di Aranburu e Barcelo. Tra i big l’unico a muoversi è Miguel Angel Lopez (Astana), ma il suo attacco viene prontamente stoppato. Roglic tiene duro: il leader continua il suo personale countdown verso la vittoria finale. Le insidie non mancheranno.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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