Con le Paralimpiadi di Tel Aviv 1968 si rompe la tradizione di ospitare Olimpiadi e Paralimpiadi nella stessa sede. Nel 1968 Città del Messico non riesce a sostenere l’organizzazione di quelli che verranno riconosciuti come III giochi paralimpici estivi per mancanza di sostegno da parte del governo messicano e Israele si offre di ospitare l’evento come parte delle celebrazioni per il ventesimo anniversario della nascita dello stato.

 Le Paralimpiadi 1968, disputate a Tel Aviv

L’ITALIA AI GIOCHI PARALIMPICI 1968

Per la prima volta gli azzurri scendono dal podio del medagliere, che chiuderanno in 7a posizione nonostante le 39 medaglie. Il miglior atleta delle paralimpiadi di Tel Aviv 1968 è tuttavia un italiano, Roberto Marson, che conquista da solo 13 medaglie, di cui 10 d’oro. L’Italia ancora una volta si distingue nell’atletica e nella scherma, ma dopo un bottino ricco di soddisfazioni a Tokyo 1964 arrivano le prime delusioni dal nuoto, con appena 4 podi, mentre saranno 6 le medaglie di bronzo nel tennistavolo. La coppia maschile formata da Raimondo Longhi e Gambatesa conquista subito un bronzo nella nuova specialità dei giochi, le bocce.

ROBERTO MARSON MIGLIOR ATLETA PARALIMPICO

Roberto Marson è l’atleta protagonista di queste paralimpiadi come dimostrano i suoi 10 ori. Ai successi nell’atletica e nella scherma ottenuti quattro anni prima si aggiungono anche quelli nel nuoto sulla distanza dei 50m. Nelle gare di rana, dorso e stile libero classe 5 Marson non ha rivali e chiude la sua prima esperienza in una piscina olimpica con 3 medaglie d’oro. Anche nell’atletica l’azzurro conquista una grandiosa tripletta, con la vittoria nelle gare di lancio della clava, disco e giavellotto classe D. Non si ferma però qui l’impresa a cinque cerchi di Marson, altri 3 ori arrivano dalla scherma con il 24enne campione incontrastato nel fioretto, nella spada e nella sciabola individuale, condivide poi il successo nel fioretto a squadre con Giovanni Ferraris, Vittorio Loi, Franco Rossi e Germano Zanarotto. Sempre a squadre sono le due medaglie d’argento vinte da Marson, nella sciabola con i compagni Loi e Rossi e nella sciabola insieme a Zanarotto e Ferraris.

TENNISTAVOLO, BOTTINO OLIMPICO DA 6 BRONZI

Fonte inaspettata di trofei per l’Italia è il tennistavolo. Alle paralimpiadi di Tokyo 1964 gli azzurri avevano conquistato un oro e un argento rispettivamente nel doppio maschile classe B e femminile sempre classe B. Questa volta sono invece 6 le medaglie portate a casa. La coppia Ferraris-Zarilli deve lasciare il posto di campioni in carica e “accontentarsi” del bronzo, Ferraris festeggia tuttavia una seconda medaglia nel singolare classe B. In classe C conquista un bronzo il duo composto da Aroldo Ruschioni, che sarà sul terzo gradino del podio anche nel biliardo e Giovanni Berghella, anche lui doppia medaglia con il terzo posto nel singolare maschile di tennistavolo. Non stanno a guardare le donne nel doppio. Elena e Gabriella Monaco in classe B e Rosaria La Corte e Irene Monaco in classe C conquistano per l’Italia la quinta e la sesta medaglia di bronzo.

IL MEDAGLIERE DI TEL AVIV 1968

Continua a calare la posizione dell’Italia nel medagliere delle paralimpiadi. Gli azzurri si fermano a 39 podi, 6 in meno rispetto a Tokyo 1964, con Roberto Marson trascinatore della squadra italiana e Vittorio Loi protagonista nella scherma con un oro nel fioretto a squadre e 3 argenti nella spada e fioretto individuale (finali perse contro Marson) e nella spada a squadre maschile. Oltre nella scherma, che chiude con un bottino di 11 medaglie, la spedizione azzurra si distingue anche nell’atletica con 14  medaglie (5 ori, 4 argenti e 5 bronzi). In questa edizione invece c’è un crollo nelle prestazioni dei nuotatori azzurri, se a Tokyo 1964 avevano vinto 22 medaglie in questa edizione si devono accontentare appena di 3 ori, tutti di Marson e un argento, di Francesco Deiana nei 25m rana classe 2 completa. Tiro del dardo, tiro con l’arco, biliardo e bocce portano tutti una medaglia di bronzo, con Raimondo Longhi impegnato sia nel dardo sia nelle bocce.

Simone Lo Giudice
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