Il 2017-18 dello sci alpino si è formalmente concluso coi campionati italiani, disputati a Santa Caterina Valfurva, e Federica Brignone ha vinto il titolo nello slalom gigante. Nella giornata di ieri abbiamo intervistato la valdostana: ecco il suo giudizio sulla stagione, sulle Olimpiadi invernali di PyeongChang 2018 e non solo!

federica brignone

Federica Brignone durante l’intervista realizzata ai FISI Awards, manifestazione che si è tenuta nello scenario della Fiera di Bolzano nell’aprile 2017

FEDERICA BRIGNONE INTERVIENE AI MICROFONI DI ”AZZURRI DI GLORIA”

Radiosa, solare, disponibile e… vincente: Federica Brignone è uno dei volti principali dello sci alpino azzurro e, dopo una partenza ad handicap (problema fisico durante la preparazione), è ripartita nel migliore dei modi e ha vissuto un’autentica escalation dalla fine di dicembre in poi. Nel 2017-18 sciistico l’azzurra ha vinto tre gare, conquistando lo slalom gigante di Lienz, il Super-G di Bad Kleinkirchheim e la combinata di Crans Montana (bis, l’aveva già vinta nel 2017), e chiuso cinque volte sul podio in CdM: podi in ogni disciplina, anche in quella discesa libera che proprio nella già citata Bad ha festeggiato un podio tutto azzurro. Risultati di spessore, a cui si aggiungono il nuovo titolo italiano nello slalom gigante e la grande soddisfazione di una carriera: nella stessa disciplina, la 27enne valdostana ha conquistato uno strepitoso bronzo alle Olimpiadi invernali di PyeongChang 2018, disputando nel complesso una buona rassegna a cinque cerchi. Avevamo già intervistato Federica Brignone nei mesi scorsi e alla vigilia dei Giochi, ed ora ecco il nuovo appuntamento con le dichiarazioni della campionessa azzurra: Federica, che ieri si trovava al Quirinale per la cerimonia legata alla riconsegna del tricolore al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (”un’emozione unica e un onore, non ero mai entrata al Quirinale prima d’ora ed è stupendo”), ha commentato ai nostri microfoni la propria stagione, il bronzo olimpico e non solo! Ecco le sue parole.

IL BRONZO OLIMPICO, L’ESPERIENZA A PYEONGCHANG 2018 E I GIOCHI DELL’ITALIA: IL GIUDIZIO DI FEDERICA BRIGNONE

Ciao Federica, innanzitutto facciamo un passo indietro e parliamo delle Olimpiadi invernali di PyeongChang 2018: avete gareggiato dopo vari giorni di tensione per le avverse condizioni meteo e il grande freddo, e hai subito conquistato il tuo bronzo. Come rompere bene il ghiaccio, insomma.

”È stato davvero difficile, era la gara più attesa al femminile e la prima gara, ed è stata molto tosta dal punto di vista mentale: erano giorni che rinviavano tutte le gare dello sci alpino, e tutti aspettavano con ansia la prima, e quindi anche per noi è stato straziante. Due o tre volte ci siamo svegliati dicendoci ”oggi c’è la gara”, e invece poi saltava tutto, e così l’adrenalina continuava a salire e scendere. Non so se è stato un bene o un male iniziare con la mia gara, sicuramente ero molto tesa e con me tante altre atlete, infatti non sono l’unica che ha commesso qualche errorino o si è emozionata nella prima prova delle Olimpiadi: qualcuno l’ha anche sentita peggio di me, e io sono riuscita a tirar fuori una buona gara nel complesso, e portare a casa la fatidica medaglia, che è quello che conta in questo tipo di manifestazione”.

Sei soddisfatta di quel bronzo, oppure considerando l’errore al termine della prima manche, potevi puntare a qualcosa in più?

”Eh… (sospira ripensando all’errore) Sicuramente l’oro era fattibile e ne sono consapevole, ma sono anche consapevole che ci sono atlete che hanno vinto la CdM di specialità e non hanno vinto una medaglia olimpica. Quindi mi prendo il mio bronzo e ne sono orgogliosissima”.

Quello slalom gigante era stato magico per l’Italia nella prima manche, con tre atlete nelle prime cinque (Moelgg in testa, Brignone terza, Bassino 5a). Cosa aveva di particolare quella tracciatura, e perchè vi siete adattate così facilmente? In tante hanno faticato, Worley e Rebensburg su tutte.

”Secondo me loro due erano veramente tese e hanno fatto fatica con l’approccio alla gara. La pista era molto difficile, la neve anche, e anche se in sè il tracciato non presentava difficoltà enormi a parte qualche trabocchetto, sono andate in tilt nella prima manche: nella seconda, invece, avevano rotto il ghiaccio e sono andate più sciolte. Per quel che mi riguarda, invece, sono riuscita a rimanere in corsa per le medaglie con una buona prima manche, e questo mi ha caricato in vista della seconda. Manu (Manuela Moelgg, che si è ritirata pochi giorni fa) invece era stata perfetta, finendo in testa dopo essere scesa col #1 (è poi crollata nella seconda manche, chiudendo 8a), mentre Marta era 5a e lì è rimasta a fine gara”.

Nel complesso, come valuti le tue Olimpiadi? Hai ottenuto il bronzo in gigante, sprecato qualcosa nella combinata e chiuso vicina al podio in Super-G (6a a 38/100).

Nel Super-G sono andata vicina alla medaglia, eravamo tutte lì ed è stata una gara un po’ così. Me la sono giocata, ho sciato come volevo e commesso un piccolo errore di linea che mi ha tolto dalla top-3. Era una gara dai distacchi molto ridotti, basti pensare che la Hanna (Johanna Schnarf, ndr) è quinta a 4/100 dalla medaglia: era una gara facile da una parte e difficile da portare a casa dall’altra. Dalla combinata pretendevo qualcosa in più: ho commesso un errore imperdonabile in discesa che mi è costato un secondo e mezzo, e sono a 1”10 dalla medaglia. Quando ci penso, ”mi viene l’urto”, ma sono comunque soddisfatta: ho sciato libera dalla pressione e ho fatto la mia gara”.

Quindi sei riuscita a reggere a quella pressione ”olimpica” di cui avevamo parlato a un mese dai Giochi?

”Assolutamente sì, e sono contenta di questo. In gigante è stato davvero difficile, alla partenza delle due manche ero tesissima e avevo la tremarella, ma poi è andata bene”.

Come valuti, da atleta, le Olimpiadi invernali dell’Italia? Nel complesso è stata una buona rassegna, con qualche piccolo rammarico perchè potevamo avere 2-3 medaglie in più.

”Potevamo ottenere qualcosina in più, ma anche qualcosina in meno. Le Olimpiadi sono particolari, ci sono degli atleti che arrivano favoriti e a volte non riescono nemmeno a ottenere una medaglia, oppure nazioni che escono a sorpresa: la testa fa tantissimo in un evento del genere, nel quale di fatto contano solo le medaglie e poco i piazzamenti. Penso che sia stata una bella spedizione, contando che abbiamo ottenuto 10 medaglie (3 ori, 2 argenti, 5 bronzi), ma anche tanti quarti posti, e siamo riusciti a eccellere in tanti sport: potevamo fare di più ma anche sbagliare di più, quindi penso che sia stata un’Olimpiade positiva, e sono orgogliosa di aver fatto parte di questa ”armata” italiana”.

È stata anche l’Olimpiade delle sorprese: l’oro di Ledecka in Super-G, l’esplosione di Ragnhild Mowinckel e i fallimenti di Hirscher e Shiffrin in slalom.

”Sicuramente ci sono state tante sorprese, ma è normale durante le Olimpiadi: a Sochi 2014 Svindal aveva chiuso due volte al 4° posto, era favorito in discesa ed era andato a casa senza medaglie. Ripeto: è difficilissimo portare a casa la medaglia olimpica, anche da favoriti”.

IL 2017-2018, LE VITTORIE E I CAMPIONATI ITALIANI: FEDERICA BRIGNONE RACCONTA LA SUA STAGIONE

Passiamo alla tua stagione: hai chiuso con tre vittorie e cinque podi, un bottino di livello.

”È stata una stagione decisamente positiva, soprattutto perchè dopo l’infortunio nella preparazione quasi non sapevo se sarei riuscita a prendere parte alla Coppa del Mondo. Ovviamente nell’estate, vedendo come mi stavo allenando e com’ero uscita dalla stagione precedente, mi ero posta grandi obiettivi, ma poi li ho dovuti aggiustare in base al mio infortunio: ottenere tre vittorie in tre discipline diverse, cinque podi e un bronzo olimpico è qualcosa su cui chiunque metterebbe la firma”.

A quale delle tre vittorie del tuo 2017-18 sei maggiormente legata: il gigante di Lienz, il Super-G di Bad Kleinkirchheim oppure la combinata svizzera?

”A tutte e tre. Vincere è sempre bellissimo: a Crans Montana mi sono emozionata moltissimo perchè non mi sarei mai aspettata di fare una manche del genere in slalom, visto che non mi sono mai allenata in quella disciplina quest’anno, mentre a Lienz era la prima vittoria dopo tanti problemi. Anche quel successo è stato molto emozionante, e lo stesso vale per il Super-G di Bad: posso dire di avere ricordi particolari di tutte e tre le vittorie, per motivi diversi”.

Nelle finali di Coppa del Mondo, disputate ad Åre, ti abbiamo visto in gara anche in slalom: è stata una scelta ponderata, oppure i ct azzurri ti hanno chiesto di scendere in pista in quella gara?

”L’ho deciso io, perchè mi sentivo bene e avevo sciato molto bene in slalom sia a Crans Montana che a Ofterschwang: avendo saltato la discesa perchè ero malata, volevo fare una gara e rompere il ghiaccio in vista del gigante della domenica, che era il mio grande obiettivo. Vorrei riprovare a gareggiare in slalom sinceramente, visto che l’anno prossimo ci sono i Mondiali: non è andata come volevo ad Åre perchè ho fatto tanta fatica, ma pazienza. Ci sono rimasta male anche per l’annullamento dello slalom gigante della domenica: stavo bene nelle ultime settimane della stagione, volevo vincere e fare una grande gara per chiudere al meglio. Mi rimane un po’ l’amaro in bocca, volevo vincere ancora qualche gara, ma non sono riuscita”.

Però hai vinto nuovamente i campionati italiani, bissando il titolo del 2017.

”È comunque un risultato soddisfacente. Vincere è sempre vincere, il campionato italiano è bello e fa onore all’atleta e al gruppo sportivo: è una gara comunque importante, ma nella quale alla fine non vai a spingere come in Coppa del Mondo o provare linee azzardate. Hai l’occasione di vincere, di rivedere atleti che non hai visto nell’inverno, ex compagni o ex allenatori, ed è sempre divertente: personalmente ci tengo moltissimo. L’assenza in discesa ecc? Negli stessi giorni mi avevano fissato i test per i nuovi sci, e dovevo scegliere se gareggiare o testare, e visto che i test nell’estate non si possono fare, ho deciso di sviluppare gli sci da gigante per il 2018-19. Avrò venti giorni pienissimi, perchè tutti pensano che la nostra stagione sia finita ormai, ma fino al 16-17 aprile in realtà siamo ancora oberati di impegni con gli sponsor, i gruppi sportivi e quant’altro (tra questi impegni, c’è anche la gara del Fans Club ufficiale, prevista per il 15 aprile: uno slalom parallelo annunciato qui). Le vacanze? Massimo due settimane, dal 10 maggio io sarò già a pieno regime in palestra: mi piace tantissimo allenarmi, non mi pesano questi ritmi”.

UNA GARA DA POWER RANGER E LA PASSIONE PER GLI ALTRI SPORT: UNA FEDERICA BRIGNONE INEDITA

E, tra gli impegni di fine stagione, c’è anche una gara vestita… da Power Ranger!

”A fine stagione spesso vengono organizzate delle gare particolari, penso ad esempio ai Gigantissimi, dove percorri tutta la pista in queste gare che vengono chiamate in mille maniere (Gardenissima ecc). Julien Lizeroux, lo slalomista francese, ha pensato invece di organizzare il SuperSlalom, una gara dove arrivi fino in fondo alla pista e affronti circa 320 porte in 4 minuti. Danno un premio anche al miglior costume, e siccome parteciperò con un gruppo di amici abbiamo deciso di vestirci da Power Rangers: avrei voluto fare il Red Ranger, però mi hanno preso il costume rosa (da Pink Ranger, ndr) perchè sono l’unica donna, e io odio il rosa! L’hanno fatto apposta per prendermi in giro, ma tanto io andrò più veloce di loro (ride, ndr). Fare uno slalom di questo tipo sarà difficile dal punto di vista fisico, perchè nei ”gigantissimi” puoi riposare sui piani e rallentare un minimo, qui invece ”ti arrivano i pali in faccia” e ogni dieci metri c’è una curva: è un disastro, l’anno scorso siamo arrivati giù coi crampi, ma è molto divertente ed è comunque una sfida. Lo prenderemo con calma, perchè se no si rischia di farsi male, ma saremo comunque molto competitivi tra di noi”.

Una curiosità finale. Quali altri sport segue Federica Brignone?

”Il tennis mi piace tantissimo, guardo anche biathlon e sci di fondo tra gli invernali. Impazzisco per il Motomondiale e seguo anche la F1, ma in maniera più sporadica perchè ultimamente sta diventando noiosa. Sono una grande fan di Federer, è il mio sportivo preferito insieme a Valentino Rossi: sono cresciuta con loro, sono due talenti incredibili e quando li vedo in pista/in gioco mi viene subito voglia di guardare la gara perchè ci sono loro. Sono i talenti della mia generazione, due atleti fantastici”.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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