La stagione NBA 2017-18 è ormai alle porte dopo un’estate piena di sorprese che hanno stravolto, in parte, lo scenario della lega cestistica più importante al mondo. Tra i movimenti di questa off-season c’è stato quello di Marco Belinelli, che ha lasciato Charlotte per accasarsi agli Atlanta Hawks. 

Marco Belinelli attacca il ferro contro la Finlandia (fonte: pagina Facebook ufficiale Italbasket)

MARCO BELINELLI: UNA NUOVA STAGIONE DOPO UN EUROPEO DA PROTAGONISTA

È tempo di una nuova stagione NBA e Marco Belinelli, dopo un Europeo da protagonista, è pronto a calcare i parquet più competitivi al mondo per l’undicesimo anno consecutivo. Il ragazzo di San Giovanni in Persiceto, classe 1986, giocherà ad Atlanta, alla corte di Mike Budenholzer, dopo essere stato ceduto in estate dagli Charlotte Hornets.

Marco è probabilmente nel miglior momento della sua carriera. L’azzurro è ormai considerato a pieno titolo, da questa e dall’altra parte dell’oceano, un giocatore NBA importante, una pedina su cui poter contare, nonché un ottimo compagno di squadra, pronto al sacrificio e votato al risultato collettivo. Beli, dopo i difficili primi anni, si è costruito un nome nella lega: prima a Chicago, con coach Tom Thibodeau, poi a San Antonio, sotto la guida di coach Greg Popovich, luogo della definitiva consacrazione e dell’anello. Nelle ultime stagioni, tuttavia, con Sacramento Kings e Charlotte Hornets, trovandosi in squadre meno competitive (e in un contesto di squadra psicodrammatico in California), i playoff sono mancati e le difficoltà aumentate.

Il neo numero tre dei falconi della Georgia dovrà, dunque, rimarcare la personalità mostrata a EuroBasket 2017, cercando, al contempo, di inserirsi ed integrarsi nei meccanismi di coach Budenholzer, in modo tale da riuscir in ciò che a Marco riesce meglio: canestro.

ATLANTA HAWKS: LA NUOVA CASA DI BELI

All Star Game del 2015: è domenica e i migliori giocatori, o per lo meno quelli scelti da giornalisti, addetti ai lavori e appassionati di tutto il mondo, delle due Conference si sfidano. Tra i dodici convocati dell’Est quattro sono degli Atlanta Hawks, e il loro coach è Budenholzer.

Il 2014-2015 è stato l’anno di grazia degli Atlanta Hawks: il primo di Mike Budenholzer. Quest’ultimo,  consecutivamente assistente di Popovich per diciotto anni, da ormai tre alla guida la franchigia georgiana, è un allenatore stimato. Creativo, severo e sapiente, Mike ha saputo costruire un sistema di squadra e gestionale in grado di rivoluzionare gli Hawks, avendo appreso molto dal proprio maestro, ma, soprattutto, essendo riuscito a rielaborare tali concetti, adattandoli alle proprie idee e alla rosa di Atlanta.

La crescita della franchigia, tuttavia, è sembrata aver subito una battuta d’arresto negli ultimi anni. Ed in questo senso, probabilmente, Atlanta ha optato per scambiare Dwight Howard: stella (almeno sulla carta, o quanto meno nel numero di zeri alla voce “ingaggio”) della squadra, ma non integrato nel gioco della stessa, oltre che fisicamente in declino e parecchio monodimensionale.

Da questo punto di vista, dunque, la decisione di puntare su di un giocatore affermato come Belinelli, oltre che su di un giovane centro come Miles Plumlee, mostra tutta la considerazione ed il rispetto di cui Marco gode agli occhi del coach e della franchigia. Ancorché alla prima stagione in Georgia, il Beli sarà chiamato a dare l’esempio, soprattutto nei momenti di maggior difficoltà, proprio come in maglia azzurra.

NBA: QUALE STAGIONE PER MARCO E GLI HAWKS?

Sembra quasi un assurdo scherzo del destino che Marco Belinelli passi dall’attuale all’ex assistente di coach Popovich: ma dalla nazionale di Ettore Messina agli Atlanta Hawks di Mike Budenholzer il passo è enorme. In primo luogo per il contesto: l’Europeo è, infatti, un contesto, di selezione, assai imprevedibile; mentre la NBA è fatta di squadre, alcune più rodate di altre, contraddistinte da forti gerarchie. Secondariamente, il ruolo di Marco è destinato a cambiare: stella, in ogni caso prima punta, anche in relazione all’assenza di Danilo Gallinari, in nazionale; giocatore, centrale sì nel progetto, ma certamente destinato ad un ruolo minore in un club NBA. Anche se, è importante sottolinearlo, avendo cambiato molto in estate (vedasi la partenza, oltre che di Howard, anche di Paul Millsap), le gerarchie degli Atlanta Hawks sono più mutevoli che mai. Così come quelle della Eastern Conference, che ha visto un’ulteriore perdita di talento complessivo nei confronti della conference rivale.

Prevedere cosa succederà è, dunque, come ogni anno, impossibile: non ci resta che sederci comodi ed iniziare a divertirci. D’altronde, si sa, nella NBA “amazing happens“.

Coach Ettore Messina impartisce consigli agli azzurri (fonte: pagina Facebook ufficiale Italbasket)

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Niki Figus
Giornalista pubblicista. Naufrago del mare che sta tra il dire e il fare. Un libro, punk-rock, wrestling, carta e penna.

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