Il basket NBA è tornato a dare spettacolo. È ormai trascorso un mese dall’inizio di una nuova stagione nella lega di pallacanestro più competitiva al mondo: come procede la regular season di Danilo Gallinari e Marco Belinelli nelle nuove squadre, rispettivamente Los Angeles Clippers ed Atlanta Hawks?

Marco Belinelli durante un allenamento della Nazionale a Cagliari (fonte: pagina Facebook ufficiale di Marco Belinelli)

BASKET, NBA: UN MESE DI BASKET A STELLE E STRISCE

La stagione 2017-2018 della National Basketball Association, la NBA, è cominciata da meno di un mese. Dopo i molti cambiamenti dell’estate, quali, ad esempio, i trasferimenti dei due azzurri Danilo Gallinari e Marco Belinelli, rispettivamente ai Los Angeles Clippers e agli Altlanta Hawks, gli equilibri della lega stanno andando definendosi.

Il campionato di pallacanestro più competitivo al mondo ci sta finora regalando una regular season molto spettacolare. Al momento, a guidare la Western Conference, quella del Gallo, ci sono i Golden State Warriors (11 vittorie, 3 sconfitte) di Steph Curry e compagni, i campioni in carica. Seguiti dagli Houston Rockets (11-4) d’una vecchia conoscenza della Serie A italiana, coach Mike D’Antoni, e dai Minnesota Timberwolves (9-5). A Ovest, sponda Beli, invece, comandano i Boston Celtics (13-2) di Kyrie Irving e coach Brad Stevens, davanti ai Detroit Pistons (10-4) del nativo di Pordenone Reggie Jackson e del genio cestistico di coach Stan Van Gundy.

DANILO OUT, CLIPPERS IN DIFFICOLTÀ

La stagione dei Los Angeles Clippers sembra fino a questo momento una scritta da uno sceneggiatore. In estate Chris Paul, stella della squadra lo scorso anno, sbattendo la porta, si è accasato ai Rockets, rinfacciando al proprio allenatore Doc Rivers di non aver scambiato il figlio Austin in una trade che avrebbe portato Carmelo Anthony da New York alla California. Milos Teodosic, playmaker ex stella dell’Eurolega, prelevato per sopperire all’assenza di Paul, è ai box, senza nemmeno aver debuttato, «and there is no timetable for return». Mentre l’altro all star NBA, dopo alcuni problemi ad una mano in estate, è di nuovo infortunato: Danilo Gallinari è out.

Fatale al ragazzo di Sant’Angelo Lodigiano un stiramento al muscolo del gluteo sinistro, rimediato domenica 5 novembre contro i Miami Heat. Da quel momento la franchigia angelena, complice anche l’assenza di Patrick Beverley, cuore e muscoli in playmaking, ha avuto enormi difficoltà, collezionando quattro sconfitte, per un totale di sei consecutive. Il record, cinque vinte ed otto perse, vale ai Clippers, al momento, la dodicesima piazza nella Conference: la squadra sarebbe fuori dai playoff. Il che, disputatesi tredici partite su ottantadue, è comunque relativo.

D’altro canto, un infortunio è l’unica cosa che non sarebbe dovuta accadere. Da una parte, perché per un giocatore come Danilo, costante bersaglio di infortuni nell’avventura a stelle e strisce, dunque con un gioco in evoluzione negli ultimi anni, sarebbe stato decisamente meglio ambientarsi ed inserirsi nel contesto Clippers lentamente e con costanza. Dall’altra, perché l’unica cosa di cui necessita lo spogliatoio di coach Rivers e compagni sono punti fermi. L’unica cosa che, in questo momento, per un motivo o per l’altro, sembra mancare.

ATLANTA PENULTIMA A EST, BENE BELINELLI

Le difficoltà degli Atlanta Hawks, invece, proseguono. La squadra di coach Mike Budenholzer, infatti, dopo le numerose numerose trade e la free agency penalizzante, è in fase di assestamento. Il progetto dell’allenatore, ancorché definito e solido, sembra peccare della giusta interpretazione e del necessario talento: numerose, in particole, le lacune in difesa. Fondata su di un paradosso, ovvero sulla centralità di Dennis Schröder nel sistema d’un “popovichiano” come Budenholzer, Atlanta è fragile. Oltre che giovane. E le difficoltà dell’inizio sembrano aver aggravato la situazione. Ma come ogni  paradosso che si rispetti, affascina. Tre sono state le vittorie degli Hawks quest’anno: contro Dallas, all’esordio; contro Sacramento, nella notte; e contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James e Dwyane Wade. Quest’ultima, la squadra avversaria dei Warriors nelle ultime tre finale, quella del penultimo titolo.

Ancorché il momentum non sia dei migliori, tuttavia, la stagione (individuale) di Marco Belinelli è finora ottima. Solido, preciso e cestisticamente educato, Marco è il veterano che ogni allenatore vorrebbe, il giocatore dalla panchina di cui ogni squadra avrebbe bisogno, oltre che un fantastico tiratore. Belinelli è il quarto giocatore per minutaggio (mai dal primo minuto) e per punti della squadra. Ma, soprattutto, è un punto di riferimento degli Hawks.

Esempio perfetto: quello di questa stanotte. Atlanta ospita i Sacramento Kings, risultato finale: 126-80. Miglior marcatore: Schröder, 21 punti, 8/12 dal campo, 8 assist. Marco Belinelli: 10 punti, 4/8 dal campo, 5 assist e 2 rimbalzi in meno di venti minuti. Ma più importante: in campo nonostante un problema al tendine d’Achille. All’inizio d’una stagione che, in questo momento, sembra aver poco da dire. Benvenuti nel magico mondo di Marco Belinelli.

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Niki Figus
Giornalista pubblicista. Naufrago del mare che sta tra il dire e il fare. Un libro, punk-rock, wrestling, carta e penna.

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