in collaborazione con Marco Corradi

Nonostante una grande gara, Elia Viviani ha chiuso al secondo posto la sua Gent-Wevelgem, battuto da un grande Peter Sagan. Un risultato carico di rammarico nemmeno troppo celato dal corridore della Quick-Step Floors.

Gent-Wevelgem

LA GRANDE AMAREZZA DI ELIA VIVIANI

<<È la più grande delusione della mia carriera. Gare di questo tipo cambiano una carriera>>. Piange Elia Viviani sul traguardo della Gent-Wevelgem. Sono lacrime umane, sincere, sentite. Sono lo sfogo di chi aveva dato tutto sé stesso per conquistare una corsa ambita. Il corridore della Quick-Step Floors aveva intuito che la gara belga sarebbe stata una ghiotta occasione. Una chance per togliersi altre soddisfazioni oltre a quelle già ottenute in questa prima parte di stagione. Un’altra perla preziosa dopo l’oro olimpico nell’omnium su pista. Un’ulteriore rivincita nei confronti di chi non ha creduto abbastanza nelle sue capacità negli ultimi anni, su tutti il team Sky. E poi, un successo avrebbe realmente sbloccato Elia nelle classiche. Purtroppo per lui, non è il tempo dei festeggiamenti, ma il triste momento dei rimpianti, dei pensieri masticati amaramente e risputati fuori con tutta la frustrazione e la delusione possibili. Del resto, lo spumante del secondo classificato non ha lo stesso sapore di quello del festeggiato.

LA VOLATA SENZA FORTUNA

Un rimorso nasce da una decisione sbagliata, dal riconoscimento di un errore con il senno di poi. Elia, subito dopo il traguardo, ha ripercorso il tracciato, ha rivissuto tutti i chilometri con sguardo attento. Ha analizzato la sua volata. E, forse, ha capito di aver scelto la ruota sbagliata. Ha marcato il francese Arnaud Demare. Lo ha inseguito e battuto. Ma dall’altra parte della strada c’era Peter Sagan avvolto dal suo mantello iridato, divenuto magico come nel film di Harry Potter, al punto da farlo sparire al centro del gruppo per poi farlo riapparire nel momento decisivo. Amara scoperta per Elia trovarselo davanti al traguardo quando la vista torna a riaguzzarsi, quando il cuore, dopo essere stato sollecitato dallo sforzo fisico, torna lentamente a battere con regolarità. Aver fatto tutto, ma non abbastanza per vincere è un dolore ancora maggiore rispetto all’acido lattico nelle gambe dopo tanti chilometri. È un colpo all’anima. Sì, anche i campioni piangono. E mai come ora Rio 2016 pare così distante.

GENT-WEVELGEM: MARTA BASTIANELLI SORRIDE, LA CORSA AL FEMMINILE È SUA

Elia Viviani piange, Marta Bastianelli sorride. Sono i due volti opposti del ciclismo italiano, che conquista la Gent-Wevelgem grazie a uno sprint strepitoso e al lavoro della Alè Cipollini, la sua squadra: la gara in rosa viene contraddistinta da tanti tentativi di fuga (il più pericoloso è dell’olandese De Jong, ripresa ai -30) annullati dal gruppo, che si fraziona ai -20km per i ventagli e vede rimanere in testa una trentina di atlete che si vanno a giocare il tutto per tutto in volata. La compagna Chloe Hosking pilota alla perfezione l’azzurra, campionessa del mondo 2007 (a 20 anni) e bravissima a battere la belga Jolien D’Hoore con uno strepitoso colpo di reni: vittoria al fotofinish per l’italiana, che precede Jolien D’Hoore, Lisa Klein, la cubana Arlenis Sierra e l’olandese Amy Pieters. Oltre a Bastianelli ci sono due italiane nella top-10, con Barbara Guarischi nona e Letizia Paternoster 10a al debutto in una grande classica: per lei, ingaggiata dall’Astana, si prospetta un futuro decisamente roseo.

ULTIME NOTIZIE SPORTIVE AGGIORNATE SU AZZURRI DI GLORIA

News di sport a cinque cerchi tutti i giorni sul nostro sito.
Scopri tutte le ultime notizie sportive di ciclismo su strada anche sui nostri social: FacebookTwitterInstagramYouTube e Google +.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

    Potrebbero anche piacerti...

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *