La 14a tappa del Giro d’Italia è una delle più attese, e uno dei momenti della verità nell’attuale edizione della corsa rosa: i big si fronteggiano sul temibile e temuto Zoncolan, con le sue pendenze-monstre. Vince il giovane Lorenzo Fortunato, mentre Bernal allunga e Yates dà un bel segnale.

GIRO D’ITALIA, 14A TAPPA: LORENZO FORTUNATO DOMA LO ZONCOLAN, BERNAL-YATES ALL’ATTACCO

Il Giro d’Italia affronta uno dei suoi momenti della verità. Dopo una giornata relativamente tranquilla, con la volata che ha sbloccato ufficialmente Giacomo Nizzolo dopo 11 (!) secondi posti, la corsa affronta il temibile e temuto Zoncolan. Si parte da Cittadella e si arriva sul Kaiser dopo 205km: la prima parte è molto blanda, col 4a categoria di Castello di Caneva come antipasto, la seconda vede l’ascesa verso Forcella del Monte Rest (10.5km al 5.9% con punte al 12%) come antipasto per l’ascesa verso l’Inferno. Lo Zoncolan, affrontato oggi dal versante di Sutrio, è la tipica salita da “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”: 14.1km con un tratto iniziale al 7.8% e gli ultimi 3km infernali, con pendenza media al 13.5% e una sezione al 27% a ridosso dell’arrivo. Una salita che distruggerà le gambe dei corridori, attesi poi lunedì da un duro tappone dolomitico e dall’arrivo a Cortina: in questi tre giorni si capirà chi sta bene e chi no, e qualcuno potrebbe crollare. Chi non riparte è Jai Hindley, che si ritira per un problema alla cresta iliaca che lo tormenta da giorni: si ritira anche Edet (Cofidis) dopo una caduta. Il Giro perde il secondo del 2020, autore di una corsa anonima, e la tappa viene inizialmente scandita da una fuga: Ponomar (Androni), Tratnik (Bahrain), Rochas (Cofidis), Albanese e Fortunato (Eolo-Kometa), Bennett e Affini (Jumbo), Oliveira (Movistar), Mollema e Mosca (Trek), Covi (UAE). Il gruppo, tirato dall‘Astana senza supporto altrui, fa arrivare la fuga a 8′, per poi ridurre il margine nell’ascesa verso Forcella del Monte Rest, dove Mollema passa per primo portandosi al 3° posto nella classifica GPM (guidata saldamente da Bouchard, 96pti).

Sulla salita, nella fuga, avevano tirato Mosca e Affini per i capitani Mollema e Bennett, mentre nel gruppo si prova a forzare il ritmo: il margine scende così sotto i cinque minuti, e l’Astana dà vita a un interessante attacco in discesa. Sono pronti e reattivi all’assalto di Tejada, Luis Leon Sanchez, Izagirre e Vlasov solo Bernal, Castroviejo e Pello Bilbao: il gruppo si spezza in tre tronconi, con questi sette inseguiti da un gruppetto con Nibali, Ciccone e Carthy a 15”, e Remco Evenepoel a 25”. Il giovane talento belga, caduto malamente proprio in discesa nel Lombardia 2020 e rientrato in bici solo al Giro, dopo otto mesi, è molto incerto quando la strada scende e perde qualche secondo di troppo, ma nei km finali della discesa il gruppo si ricompatta: attacco dell’Astana neutralizzato e gruppo che rallenta, facendo tornare la fuga a sei minuti di vantaggio, con serissime possibilità di arrivare al traguardo. Non appena inizia la salita, mollano Albanese, Rochas, Mosca e Affini, i meno avvezzi alle salite: scatta sulle prime rampe dure dello Zoncolan Jan Tratnik, in grande spolvero e ripreso poco dopo da Lorenzo Fortunato, mentre il gruppo lavora per ridurre il margine e prende subito un minuto alla fuga (5’30”). Cedono ai -7km Nibali e Attila Valter, sotto il ritmo di Castroviejo con un gruppo che si assottiglia di km in km e Remco Evenepoel che rischia grosso quando Daniel Martinez cambia passo. In testa, invece, Lorenzo Fortunato (che rischia grosso dopo un contatto con un tifoso) stacca Tratnik: lo inseguono Tratnik e l’altro italiano Covi, che stacca i rivali ed ha 41” di distacco ai -2km. Il gruppo insegue a 3′ con una quindicina d’unità e grande fatica sulle strade di uno Zoncolan circondato dalla neve. Evenepoel cede ai -3km e la Quickstep ferma Almeida per aiutarlo, Simon Yates infiamma la corsa con uno scatto secco nel tratto più duro: lo segue solo Bernal, Vlasov e Carthy sono in difficoltà e il duo fa il vuoto. Lorenzo Fortunato fatica tremendamente nei 500m finali al 20% e oltre, ma riesce a difendere il successo: un italiano doma lo Zoncolan, per quella che è la terza vittoria consecutiva nostrana al Giro (Vendrame, Nizzolo, Fortunato), nonchè la prima vittoria in carriera per lui e la prima nel World Tour per l’Eolo-Kometa, squadra di Basso e Contador nata come U23 e ora sbarcata tra i grandi. Chiude a 26” Tratnik, terzo a 59” Covi: Egan Bernal stacca Yates nel tratto duro ed è il quarto classificato con 1’43” di ritardo. Simon Yates arriva a 1’54”, perdendo 11” dalla maglia rosa, mentre cedono tutti gli altri: Martinez, Ciccone e Caruso arrivano a 2’22”, Daniel Martin a 2’27”, Buchmann a 2’29”, Hugh Carthy a 2’37”, Bardet a 2’45”, Vlasov crolla a 2’55”, Remco Evenepoel perde 3’13” e cede oltre un minuto e mezzo a Bernal, confermando le sue difficoltà in questa seconda settimana. Nibali arriva a 12’04” con Fabbro ed esce definitivamente di classifica. 

GIRO D’ITALIA: BERNAL ALLUNGA, YATES 2°. LA NUOVA CLASSIFICA 

Egan Bernal allunga in classifica generale, portandosi a 1’33” di vantaggio su Simon Yates, che con la super-prestazione odierna sale al 2° posto (era 5°) e si mette in gioco come grande rivale del colombiano. Difende il podio Damiano Caruso, che è terzo a 1’51” scavalcando Vlasov, ora 4° a 1’57”: top-10 completata da Carthy (2’11”), Buchmann (2’36”), Ciccone (3’03”), Evenepoel (3’52”), Martinez (3’54”) e Bardet (4’31”). Appena fuori dai dieci Foss (5’37”), Valter (7’49”) Daniel Martin (7’50”) e Almeida (8’32”), con Formolo 16° (9’52”) e Nibali 19° a 14’25’‘. Domani una giornata davvero insidiosa, nei 147km da Grado a Gorizia che prevederanno anche il passaggio in Slovenia e presentano un circuito di 40km da ripetere tre volte, con la breve e dura ascesa verso Gornje Cernovo: 1.7km all’8.5%. Occhio al finale, da finisseur, con uno strappo di 1km al 14% ai -3km: potrebbe arrivare la fuga, oppure partire un attacco nel finale col Sagan di turno. Gli occhi dei big saranno però puntati sul tappone dolomitico di lunedì: Fedaia, Pordoi e Giau per un dislivello complessivo di 5000m, prima della discesa verso Cortina d’Ampezzo. 

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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