Dopo mesi d’attesa e le tante squalifiche in seguito al rapporto McLaren, è arrivata la decisione del CIO riguardo alla partecipazione della Russia alle Olimpiadi invernali di PyeongChang 2018: Russia out come nazione, ma alcuni atleti potranno gareggiare sotto bandiera olimpica. I dettagli.

Russia

LA DECISIONE DEL CIO: RUSSIA OUT DA PYEONGCHANG 2018, I DETTAGLI

La decisione tanto attesa è finalmente arrivata, dopo mesi di tensione seguiti all’uscita del rapporto McLaren, al disvelamento delle violazioni attuate dalla Russia durante i test antidoping effettuati sui propri atleti alle Olimpiadi invernali di Sochi 2014, e alla pioggia di squalifiche degli atleti coinvolti (una pioggia inarrestabile): il CIO ha deliberato in serata riguardo alla partecipazione della Russia alle Olimpiadi di PyeongChang 2018, usando un deciso e prevedibile pugno duro. Il presidente Thomas Bach ha spiegato in modo chiaro la decisione presa quest’oggi, parlando di ”chiaro e inconfutabile doping di stato della Russia”, di ”aiuti dal governo centrale nella creazione di un sistema che portava gli atleti russi all’uso massiccio di doping” e di ”manipolazioni sistematiche avvenute nel laboratorio antidoping di Sochi, un autentico attacco all’integrità morale e sportiva”: dichiarazioni forti che vanno a confermare la situazione presentata dal rapporto McLaren e avallata dalla commissione Schmid, che viene dunque sposato in tutto e per tutto dal CIO, che ha preso una decisione che va a ricalcare quella avvenuta prima di Rio 2016 (allora venne ammessa la sola Klishina), ma per certi versi ancora più dura.

Il Comitato Olimpico Russo (ROC) è stato sospeso a tempo indeterminato, impedendo così alla nazione russa di partecipare alle Olimpiadi sotto la propria bandiera, ma non agli atleti puliti di prendere parte a PyeongChang 2018: alcuni atleti che abbiano dimostrato di essere totalmente integri e mai dopati potranno gareggiare sotto la bandiera del CIO (con tanto di inno olimpico suonato sul podio) e con la dicitura di ”Olympic Athlete from Russia” (”atleta olimpico dalla Russia”, sigla OAR). Questi atleti verranno scelti da un’apposita commissione (spiegheremo in seguito), mentre la Russia subisce forti sanzioni anche a livello ”governativo”: il ministro dello Sport locale, Vitaly Mutko, e il suo vice (Yuri Nagornykh) sono stati banditi dalla partecipazione (anche come spettatore) a tutte le future Olimpiadi, e nessun membro del ministero dello Sport russo verrà accreditato ai Giochi coreani. Inoltre, l’ex presidente del Comitato Organizzatore di Sochi 2014 e attuale membro del board di Pechino 2022, Dmitry Chernyshenko, è stato a sua volta bandito da ogni incarico, e lo stesso vale per il presidente del Comitato Olimpico Russo Alexander Zhukov, sospeso da ogni incarico nel CIO. Bach, inoltre, ha stabilito che sia proprio la Russia a rimborsare tutti i costi delle indagini che sono servite per provare le ripetute violazioni avvenute nel passato, pagando oltre 15mln di multa che verranno investiti nella creazione di un sistema antidoping mondiale. La sanzione potrebbe essere aumentata o diminuita al termine delle Olimpiadi invernali, dipenderà tutto dal modo in cui la Russia reagirà e da come ristrutturerà l’antidoping nazionale.

PYEONGCHANG 2018: ECCO COME VERRANNO SELEZIONATI GLI ATLETI RUSSI CHE POTRANNO PARTECIPARE

Gli atleti russi non verranno ammessi in maniera indiscriminata, ma dovranno seguire degli standard ben precisi ed essere esaminati da un’apposita commissione diretta da Valerie Fourneyron, presidentessa dell‘ITA (Indipendent Testing Authority, il sistema antidoping mondiale citato poc’anzi), e da un membro a testa tra WADA, CIO (Richard Budgett) e DFSU (Doping-Free Sports Unit). Questa commissione potrà prendere in considerazione solo atleti che si sono regolarmente qualificati a PyeongChang 2018, che tra l’altro dovranno dimostrare di non essere mai stati squalificati o coinvolti in violazioni antidoping, aver svolto tutti i test antidoping pre-olimpici stabiliti nei mesi scorsi e sottoporsi a nuovi test al momento dell’esame della commissione. Solo dopo questo esame verranno scelti gli atleti ammessi sotto la bandiera del CIO, così da evitare guai o imbarazzi di sorta: d’altronde ne va della credibilità del CIO stesso, che stavolta, dopo qualche settimana di incertezza, ha preso una posizione esemplare. E ora vedremo quale sarà la reazione della Russia, che nelle settimane scorse aveva minacciato un boicottaggio nel caso in cui gli atleti venissero ammessi sotto la bandiera e l’inno del CIO (che ha già demandato a Nike la creazione di un’apposita divisa): ipotesi che si è puntualmente verificata, e vedremo cos’accadrà.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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