La nona edizione dei Giochi Internazionali di Stoke Mandeville di Roma 1960 fu la prima ad essere organizzata in concomitanza con i Giochi Olimpici e in seguito riconosciuta come la prima paralimpiade. L’atletica leggera paralimpica era presente con 25 gare, 13maschili e 12 femminili.

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L’ITALIA DELL’ATLETICA LEGGERA ALLE PARALIMPIADI

L’Italia fa da apripista all’atletica leggera alle paralimpiadi. Gli sport e le competizioni paralimpiche sono sotto l’egida del CPI-Comitato Paralimpico Internazionale che classifica in 3 grandi categorie gli sportivi che partecipano alle gare: atleti in carrozzina, standing e visually impaired (ipovedenti). Esistono poi le classi di appartenenza a seconda del tipo di disabilità e della gravità dello stesso, si distinguono inoltre gli eventi su pista siglati con la T e quelli su campo F.  A Roma 1960 gli azzurri conquistano 32 medaglie, la maggior parte grazie all’impresa di Maria Scutti che è la regina indiscussa di questa edizione con 9 ori. In seguito l’atletica paralimpica italiana continua ad ottenere ottimi risultati, all’inizio soprattutto nel lancio del giavellotto, peso e clava. Tradizione che continua come dimostra l’oro di Assunta Legnante a Rio 2016 nel lancio del peso e l’argento di Oney Tapia nel disco. Con il progredire delle edizioni e l’aumento del numero di gare disputate,l’Italia si ritaglia un suo spazio in due specialità in particolare: velocità e lunghe distanze. Molti trionfi arrivano in campo femminile grazie ai successi di Sabrina Bulleri e Francesca Porcellato prima, Martina Caironi e Oxana Corso poi, ma anche di Aldo Manganaro per gli uomini. L’Italia mantiene poi la tradizione di successi nella maratona salendo sul podio in 5 edizioni: Carlo Durante é oro a Barcellona nel 1992, argento ad Atlanta 1996 e bronzo a Sydney 2000. Ad Atene 2004 è la volta di Alvise De Vidi oro nella classe t51 e di Andrea Cionna bronzo nella maratona classe t11. A Pechino 2008 la sola medaglia dell’atletica è di Walter Endrizzi sempre nella maratona classe t46.

I PROTAGONISTI DELL’ATLETICA LEGGERA PARALIMPICA

Un nome su tutti si distingue nell’atletica leggera paralimpica azzurra, quello di Alvise De Vidi. Atleta classe 1996 Alvise ha partecipato a ben 7 edizioni delle paralmpiadi cimentandosi su diverse distanze, dai 200m alla maratona. A partire da Barcellona 1992 è sempre salito sul podio almeno una volta, la sua prima medaglia è stata proprio ai giochi spagnoli, un bronzo negli 800m, l’ultima a Rio 2016 bronzo nei 400m. A Sydney 2000 De Vidi vive un sogno con ben 5 medaglie, di cui 3 ori in 3 diverse distanze: 800m, 1500m e maratona. Il gradino più alto del podio sulla distanza più lunga lo confermerà anche quattro anni più tardi ad Atene 2004.  Un gladiatore che sembra non voler smettere di lottare come ha dimostrato ancora una volta a Rio 2016 e in molti sperano di vederlo ancora in gara a Tokyo 2020. Tra i plurimedagliati azzurri, subito dopo De Vidi, c’è Aldo Manganaro specialista della velocità, con 9 medaglie in 4 diverse edizioni. Manganaro non si dedica subito in esclusiva alle distanze brevi, infatti alle paralimpiadi di Seul 1988 gareggia anche nel salto in lungo e salto triplo, ma la prima medaglia è un bronzo nei 100m. Passa poi a dedicarsi solo alla corsa e i risultati si vedono già alle paralimpiadi di Barcellona 1992 con un oro, un argento e un bronzo nei 100m, 200 e staffetta 4×400. I 100m continueranno ad essere la sua distanza anche nelle edizioni successive con un oro ad Atlanta 1996, un bronzo a Sydney 2000 e un oro sempre alle paralimpiadi australiane nella staffetta 4x100m. Una fiammata di capelli ricci rossi è il segno distintivo di Francesca Porcellato, l’azzurra di Castelfranco Veneto è tra le atlete più longeve ed eclettiche con partecipazioni a ben 10 paralimpiadi, 7 estive e 3 invernali. La sua leggenda inizia a Seul 1988 quando fa il suo debutto nelle competizioni a cinque cerchi conquistando subito 5 medaglie: 2 ori nei 100m e nella 4×100, un argento nei 200m e due bronzi nella 4×200 e 4×400. Le esperienze successive non saranno altrettanto vincenti, ma Francesca riesce comunque ad andare sempre a podio fino ad Atene 2004. La spedizione di Pechino 2008 è tra i “flop” dell’atletica paralimpica, ma in quell’occasione Francesca Porcellato è la portabandiera azzurra. Dopo Sochi2014 decide di dare un’occasione seria all’handbike e a Rio2016 si presenta in questa nuova veste vincendo subito 2 medaglie di bronzo.

IL MEDAGLIERE DELL’ITALIA NELL’ATLETICA LEGGERA ALLE PARALIMPIADI

L’Italia nell’atletica paralimpica ha collezionato un numero incredibile di successi: 53 ori, 55 argenti e 69 bronzi per un totale di 177 medaglie. Gli azzurri sono inoltre sedicesimi in classifica generale. Ai primi giochi, quelli di Roma 1960 gli azzurri sono irraggiungibili con un totale di 80 medaglie, 32 solo nell’atletica leggera. Protagonista indiscussa è Maria Scutti che da sola vince 9 ori e 2 bronzi in 4 diverse discipline (lancio della clava, giavellotto, giavellotto di precisione e getto del peso), ma gareggiando in più categorie. Nelle edizioni successive gli azzurri sono sempre competitivi, senza però tornare al record di trionfi delle olimpiadi casalinghe. Il medagliere di Seul 1988 si è tuttavia avvicinato con un bottino di 20 medaglie mentre a New York e Stoke-Mandeville 1984 è arrivato a 19. A Rio 2016 sono “solo” 6 quelle conquistate, il doppio podio azzurro di Martina Caironi e Monica Contrafatto nei 100m resta però una della gare più belle e sentite. Tra le spedizioni peggiori per l’atletica azzurra si ricordano invece le paralimpiadi di Heidelberg 1972 con due sole medaglie (oro e bronzo nello slalom) e Pechino 2008 con un unico bronzo conquistato da Walter Endrizzi nella maratona classe T46.

Simone Lo Giudice
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