Quest’oggi si disputava la regata decisiva per le sorti dell’America’s Cup 2017: dominio totale di Emirates Team New Zealand, che porta a casa la coppa con un perentorio 7-1! Oracle demolita, e questo successo potrebbe far tornare Luna Rossa: il resoconto delle regate di finale.

America's Cup

La sfida tra Oracle Team USA ed Emirates Team New Zealand: un confronto a senso unico

AMERICA’S CUP: EMIRATES TEAM NEW ZEALAND TRIONFA, PERENTORIO 7-1 A ORACLE! LA COPPA TORNA AI MAORI

La grande vendetta, l’apoteosi di una nazione intera che si è alzata alle 6 di mattina (con tanto di scuole chiuse, la vela per i neozelandesi è un po’ come il calcio per i brasiliani) per seguire la regata che ha consegnato l’America’s Cup a Emirates Team New Zealand: è un autentico trionfo, quello che riconsegna ai neozelandesi la coppa più ambita della vela mondiale, e va a cancellare l’onta della drammatica rimonta subita nel 2013 a San Francisco, quando Team NZ fu sconfitto per 9-8 da Oracle (ancora capitanata da Russell Coutts, che ora si è defilato) dopo essere stato in vantaggio per 8-1 e subì una sorta di maracanazo. È stata una serie senza storia, quella delle Bermuda, che è andata a ricalcare le precedenti match race vinte dai neozelandesi, bravi a costruire nei mesi precedenti alla competizione una barca perfetta per le condizioni di questo campo di regata (vento che oscilla tra gli 8 e gli 11 nodi, domani ce ne sarebbero stati 16) e a demolire anche psicologicamente l’avversario: quella che ha attuato Peter Burling, timoniere 26enne (classe ’91!) con un passato olimpico nel 49er (argento a Londra 2012, oro a Rio 2016), è stata una distruzione passo dopo passo delle certezze di Jimmy Spithill, ex Luna Rossa e attuale leader di Oracle Team USA, che ha finito con l’andare totalmente in tilt. Troppo molle l’approccio di Spithill, che nel 90% delle regate ha perso già in partenza, cadendo nel tranello dell’avversario e finendo con l’accumulare distacco boa dopo boa, metro dopo metro: una debolezza psicologica che, oltre ad essere contrapposta alla forza d’animo di Burling (vero e proprio leader), si è manifestata ieri nell’uscita dal boundary (confine del campo di regata) che è costata una penalità. Ma ora andiamo a ripercorrere questa fantastica serie, che ha premiato un gruppo, quello di Emirates Team New Zealand (nel quale c’è anche Max Sirena, ex Luna Rossa), composto nella sua quasi totalità da Under-30, con tanto di ”pedalatori” (ex ciclisti su pista) al posto del faticosissimo ruolo del grinder: Team NZ parte subito forte, vincendo tutte le regate della prima settimana e annullando il punto di penalità accumulato con la sconfitta nel round-robin. Al termine di gara-4, i neozelandesi sono sul 3-0, e nei cinque giorni di pausa Oracle tenta il tutto per tutto: barca rivoluzionata, che guadagna in velocità, ma perde in stabilità, creando problemi all’equipaggio. E infatti, i risultati sono quel che sono: Oracle vince una regata, ma è la vittoria della bandiera, dato che New Zealand chiude la domenica sera sul 6-1, infliggendo una durissima sconfitta in gara-8, con oltre mezzo minuto di vantaggio. E poi, in regata-9, ecco il capolavoro che vale l’America’s Cup: Oracle parte meglio, ma alla prima boa è già dietro e inizia ad accumulare errori e svantaggio. New Zealand fa la regata perfetta, dando anche la sensazione di non tirare troppo, e infligge uno svantaggio-monstre agli americani, che perdono senza l’onore delle armi: 55” il distacco odierno, con tanto di tripla strambata perchè un confuso Spithill aveva mancato totalmente l’arrivo. L’America’s Cup torna ai kiwi, che vincono 7-1 (e le regate vinte sarebbero 8) e ora si preparano a lanciare il grande ritorno alla vera vela, dimenticando velocemente l’epoca dei rischiosi e ipertecnologici catamarani.

AMERICA’S CUP: TUTTO PRONTO PER IL RITORNO DI LUNA ROSSA? GLI SCENARI DOPO LA VITTORIA DI TEAM NEW ZEALAND

Esatto perchè il successo di Team New Zealand, oltre a contenere uno spicchio d’italianità con la presenza nell’equipaggio di Max Sirena e le origini tricolori del presidente del consorzio neozelandese Matteo De Nora, porterà ad un romantico ritorno al passato: i kiwi, sin dall’inizio di questa America’s Cup, avevano annunciato di voler abolire i catamarani, in caso di successo nella coppa più ambita, e ora tutto sembra portare al ritorno alle vecchie barche monoscafo, quelle che avevano emozionato tutti nei primi anni Duemila. Ma non è finita qui, dato che il successo neozelandese porterà quasi sicuramente al ritorno di un team italiano (e probabilmente di altri team, troppo pochi 6 sfidanti): è tutto pronto per il comeback di Luna Rossa, che già ieri dovrebbe aver posto le basi per la sua partecipazione alla prossima America’s Cup. Mentre Emirates Team NZ si giocava la vittoria, infatti, Patrizio Bertelli e il presidente del Circolo Vela Sicilia (Agostino Randazzo) parlavano coi leader ”politici” della futura vincitrice del ritorno del consorzio targato Prada, che avrà base ”ufficiale” proprio in Sicilia: Luna Rossa tornerà dunque, e non con ruolo di poco peso, dato che il team azzurro sarà il nuovo Challenger of Record, e dovrà stabilire le regole della 36a America’s Cup insieme ai vincitori. E quelle regole, vista la totale comunanza d’intenti tra italiani e neozelandesi, ci riporteranno a una vela più realistica e affascinante, e meno tecnologica.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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