Tutto sulle Paralimpiadi invernali 1994, un’edizione scandita dai trionfi dei padroni di casa e dalle 13 medaglie italiane, ma soprattutto dalla scelta di far svolgere i Giochi invernali in un’annata diversa dalle Olimpiadi: per la prima volta si crea quel divario di due anni che contraddistingue i Giochi moderni.

Le Paralimpiadi invernali 1994, disputate a Lillehammer

L’ITALIA AI GIOCHI PARALIMPICI INVERNALI 1994

Due edizioni delle Paralimpiadi nel giro di due anni, per dare vita ad una prassi che è in voga proprio dall’edizione di Lillehammer 1994: il CIO opta per effettuare le Olimpiadi/Paralimpiadi invernali a due anni di distanza dai Giochi estivi, e così, a soli due anni da Tignes-Albertville 1992, i Giochi Paralimpici invernali ripartono dalla Norvegia, e più precisamente da Lillehammer, una delle sedi storiche dello sci alpino, e vedono la prima presenza dell’hockey su slittino. Una specialità che fa il suo esordio paralimpico proprio nel 1994, ed ha tra le sue leggende quell’Helge Bjørnstad che farà da ultimo tedoforo per la fiamma olimpica, ed è andato ininterrottamente a medaglia per tutta la sua carriera paralimpica (oro a Nagano 1998, argento a Lillehammer 1994, Salt Lake City 2002, Torino 2006 e bronzo a Vancouver 2010): è una Paralimpiade ricca di novità, dunque, quella del 1994, e l’Italia porta a casa da questi Giochi la bellezza di 13 medaglie. Come a Tignes-Albertville 1992, però, manca quella di maggior prestigio, l’oro, e così gli azzurri chiudono al 17° posto nel medagliere con 7 argenti e 6 bronzi.

Bruno Oberhammer, leggenda dello sci alpino paralimpico

Bruno Oberhammer, leggenda dello sci alpino paralimpico: per lui quattro argenti a Lillehammer 1994

I grandi protagonisti di quest’edizione delle Paralimpiadi invernali sono ancora una volta Bruno Oberhammer e Dorothea Agetle, che confermano i grandi risultati dell’edizione precedente e riescono addirittura a migliorarsi. Sono ben quattro le medaglie per Oberhammer, che trova l’argento in tutte le discipline dello sci alpino classe B3 (discesa, slalom, slalom gigante, Super-G), mentre la Agetle raggiunge uno storico tris nello sci di fondo classe LW10/11: per lei i bronzi nella 2,5km e nella 5km (a confermare il podio di Tignes-Albertville 1992) e l’argento nella 10km. Sono loro i protagonisti azzurri di queste Paralimpiadi, che consacrano anche il talento di Helmut Wolf nel sitting ski: l’atleta altoatesino, deceduto a 45 anni per un tumore, centra un doppio argento nella classe LW10, salendo sul podio nella discesa libera e nel Super-G.

 

 

LA NORVEGIA DOMINA ANCORA

Se Tignes-Albertville 1992 era stata la Paralimpiade degli Stati Uniti, Lillehammer 1994 si rivelerà invece essere quella del dominio assoluto dei padroni di casa: la Norvegia, nel giro di due soli anni, passa dalle 14 medaglie di Albertville alle 64 dell’edizione casalinga, ottenendo per distacco il primo posto nel medagliere paralimpico. Decisiva la tradizione degli scandinavi negli sport invernali, per centrare quest’exploit, ma anche il grande lavoro effettuato dal Comitato Paralimpico locale, che andrà a porre le basi per un’edizione storica sia a livello di risultati, che di crescita del movimento: la Norvegia dunque domina i Giochi Paralimpici Invernali del 1994, i primi organizzati direttamente dal CIP (Comitato Internazionale Paralimpico).

IL MEDAGLIERE ALLE PARALIMPIADI INVERNALI 1994

Abbiamo già parlato delle 64 medaglie e del 1° posto nel medagliere paralimpico ottenuto dalla Norvegia, che chiude con 29 ori, 22 argenti e 13 bronzi e sbaraglia la concorrenza: una concorrenza a dir poco agguerrita, dato che la Germania aveva ottenuto lo stesso numero di medaglie, ma deve retrocedere al 2° posto per il minor numero di ori (‘’solo’’ 25). Completano il podio del medagliere di Lillehammer 1994 gli Stati Uniti a quota 43 medaglie (24 ori), davanti a Francia, Russia ed Austria: per l’Italia, lo ribadiamo, il 17° posto assoluto con 13 medaglie, 7 d’argento e 6 di bronzo alle Paralimpiadi invernali 1994.

Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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